Windgallen, il selvaggio dietro l’angolo
di Fabrizio Righetti
Quando si sbuca, dopo ben 17 chilometri di stretta galleria autostradale, dalla porta settentrionale del Traforo del Gottardo e si mette piede in Canton Uri, la prima impressione è di essere distanti migliaia di chilometri dal Canton Ticino e dall’Italia. Le Alpi, qui più che in altre parti della catena, separano in modo netto e deciso, senza sfumature ed indecisioni, i due versanti. Ci si ritrova in un paesaggio tipicamente nord europeo, dove non solo la natura ma anche le opere dell’uomo conferiscono al territorio un aspetto insolito per noi italiani, abituati a paesaggi più mediterranei. La valle del fiume Reuss che, si sviluppa verso N appare stretta, quasi oppressa, tra montagne ancora aspre e spigolose che, solo in prossimità del Vierwaldstättersee (Lago di Lucerna) si faranno più dolci e mansuete facendo finalmente riposare lo sguardo.
Tra queste selvagge montagne, ormai più di sette secoli fa, vide la luce quella che è oggi la Confederazione Elvetica, quando i cantoni Uri, Unterwalden e Schwyz si allearono in un primo nucleo: i Waldstätte (paesi forestali). In passato, l’isolamento e l’asprezza di queste montagne non regalarono mai nulla ai suoi abitanti se non una tenacia ed una resistenza che li portò ad essere degli apprezzati soldati di ventura. Difatti da questo cantone provenivano una buona parte dei cosidetti ‘mercenari svizzeri’ che, in cerca di miglior fortuna, di volta in volta mettevano le loro armi al soldo dei potenti europei. Nel 1506, un gruppo di centocinquanta di questi mercenari svizzeri, provenienti dal Canton Uri e comandati capitano Kaspar von Silenen entrò in Vaticano per mettersi al servizio del papa Giulio II. A questo proposito bisogna ricordare che il Canton Uri mantenne sempre, anche in epoca di riforma luterana, la propria fede cattolica (a differenza dei mercenari germanici: i Lanzichenecchi che seguaci di Lutero odiavano Roma). Proprio da questo primo nucleo di soldati ebbe poi origine il famoso corpo delle guardie svizzere che ancora oggi protegge il Vaticano.
Ma lasciamo le strade della storia per seguire l’altrettanto tortuosa strada che da Altdorf (capoluogo del Canton Uri) ci conduce attraverso la Schächental in direzione del Klausenpass, proprio nel cuore delle Glarner Alpen (ma non eravamo in Canton Uri?). Questo incantevole ma poco conosciuto, almeno tra gli italiani, gruppo di montagne si estende tra i cantoni Glarona, Uri e Grigioni, e culmina nei 3614 m del Tödi (Piz Russein). La porzione più occidentale di questo massiccio montuoso è caratterizzata da una dorsale rocciosa che da SW verso NE si incunea tra la selvaggia Maderanertal a sud e la Schächental a nord e dove si allineano, l’uno in fila all’altro, Gross Windgällen (3187 m), Gross Ruchen (3138 m), Gross Schärhorn (3295 m) e Clariden (3267 m). I panorami che regalano, come spesso accade nella Confederazione, sono da cartolina: montagne calcaree con bei ghiacciai che si ergono al disopra di vallate con prati verdissimi e piccoli villaggi, dove nulla sembra, ma forse è veramente così, fuori posto.
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