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ENGLISH VERSION IN THE END OF ARTICLE
Due fatti mediatici hanno reso improvvisamente popolare il wenden: il film Infinite Jest, i cui estratti video hanno collezionato oltre 200.000 visioni su web ( il film fa parte del DVD “Le grandi prime dei Ragni di Lecco, distribuito in Italia da Cinehollywood), e la foto pubblicata a Luglio 2014 dalla la National Geographic, con Tommy Caldwell su Coelophysis, dove il fotografo Mikay Schaffer ha detto a centinaia di migliaia di appassionati di aver visto la più bella parete del mondo e Tommy Caldwell ha addirittura espresso un paragone col Verdon (un pò irriverente per il Verdon) dicendo che non c’era proprio paragone, sottolineato anche da Sonnie Trotter, un altro nome famosissimo a livello mondiale
Certo come Big wall di calcare ci sono altri posti sensazionali, alcuni anche praticamente sconosciuti in Italia come la Rote Wand e il Wetterstein (due aree dove sembra, da racconti incrociati, che ci siano vie superbe e molto, molto impegnative), ma il Wendenstocke è il posto più vicino per lombardi e piemontesi. Vediamo di fare un riassunto delle possibilità del Wenden: ci sono oltre settanta vie, molte delle quali mai pubblicate. La guida di Matteo Della Bordella è quella che ne presenta di più. Ci sono vie, come quella all’estrema sinistra, che hanno solo una ripetizione ( Della Bordella e Palma), altre neppure quella. L’ultima nata è una via…trad!, aperta da Luca Schiera e Silvan Schupbach.
Avendo salito, tra noi tutti Ragni di Lecco, circa la metà delle vie esistenti, mi sembra giusto dare qualche consiglio per la scoperta, o ri-scoperta, di questo Paradiso a due ore di auto dalla dogana di Chiasso.
AVVICINAMENTI E PERIODI
Anzitutto, sfatiamo qualche spauracchio. Gli avvicinamenti non sono così terrificanti come leggenda racconta ( anche se pure Schaffer parla di avvicinamento serio e pericoloso. ma rispetto ad alcuni avvicinamenti alpini, non c’è paragone. Civetta e Paroi d’Anterne, per esempio) , soprattutto da qualche anno a questa parte (una ventina d’anni fa, anche a Luglio si avanzava fra muri di neve, oggi spesso carente già a Maggio). Bisogna fare attenzione a non perdere la traccia andando ai settori Mahren e Reissend Nollen, e soprattutto non azzardare la loro discesa in caso di temporali, visto che si formano cascate d’acqua di centinaia di metri in pochi secondi. Ma ci sono avvicinamenti alpini ben più complessi e in definitiva in giornate di meteo stabile sono poco più che normali camminate di un’ora e mezzo.
La ritirata delle vie non è mai problematica in assenza di temporali, mentre è da osservare che incidenti in parete, a causa della verticalità e degli strapiombi, si sono rivelati sempre difficilissimi per il recupero. “E’ più difficile qui che in qualsiasi parte del Bianco”, ha commentato un soccorritore esperto oggi alla Rega, il soccorso alpino svizzero.
Abbiamo poi scoperto che, dopo almeno una settimana di alta pressione, al Wenden si scala divinamente anche d’Inverno. Ci è capitato di trovare neve alta un metro nel fondovalle e avvicinamento fattibile in scarpe da ginnastica… così come ci sono Inverni con oltre quattro di neve alla base, con ovvi pericoli di valanghe.
DIFFICOLTA’
A valutarlo bene, il Wenden è…basso rispetto ad altre Big wall di calcare. Nel Mahren e nel Reissen Nollend si superano di poco i 600 metri di sviluppo, una bazzecola rispetto alle pareti dolomitiche. L’esposizione, però, è aumentata a dismisura dallo zoccolo, e chiunque scali in wenden la prima volta pensa di essere al 15° tiro quando è appena al secondo. Bisogna un pò farci l’abitudine. Le vie del Wenden sono però veramente difficili perché sono fisiche. E’ questo il vero motivo che le distingue dalle vie di altre zone come, per esempio, il Ratikon e la Marmolada o, per restare in Lombardia, la stragrande maggioranza delle vie su calcare lombarde. Gli avambracci sono sollecitati come e più che in falesia, ed allora è impossibile gestire la chiodatura lunga affidandosi ai piedi, come su vie di placca. Anche per questo pensare di trovare, nella pietra compattissima, il modo di alleviare la paura con un Friend o un nut è spesso un viatico al volo rovinoso, ed è meglio accelerare o tornare indietro. Un consiglio: se non fate “fischiettando” un certo grado in falesia, non sperate di farlo al Wenden, anche da secondo. Un 6b al Wenden è più difficile di un 6b in falesia, e molto più difficile della maggior parte dei dichiarati VII di vie di montagna. E sono spesso 6b chiodati lunghissimi e difficilmente integrabili, non con chiodi ogni tre metri che consentono riposi. Matteo nelle sue serate candidamente ricorda che la prima volta che andò al Wenden, da poco più che adolescente col papà, aveva alle spalle un bel pò di vie classiche delle dolomiti, anche col VII, e non aveva mai avuto problemi ad arrivare alla fine. Trovatosi su Sonnenkonig, sulla carta “appena” 6a+ obbligatorio, riuscì a finire la via sudando le proverbali sette camicie, e con diversi momenti di semi-panico. Da lì capì che avrebbe dovuto fare una svolta nel suo percorso di scalatore!
Sulle vie, alcune sono fra le più difficili di tutte le Alpi e richiedono totale autocontrollo, ma molte altre sono sì impegnative ma affrontabili da una cordata che semplicemente accetti una chiodatura sempre obbligatoria. Come detto, la pietra eccezionale fa sì che integrare è a volte impossibile, ed è per questo che alcune vie sono assolutamente alpinistiche pur avendo gli spit. Tanto per essere chiari, si possono trovare run out di 7a ( ottavo grado) in cui è vietato cadere e non è possibile integrare con chiodi, nuts, Friends. Ma sono quelle, appunto, dell’ultima categoria, anche se in generale per TUTTE le vie del Wenden vale una regola empirica: il grado sotto l’obbligatorio della vie è un grado inderogabile. Ovvero, se una via ha per esempio il 6c obbligato, evitate di sbagliare il 6b in tutta la via, pena infortunio, anche molto grave. Ci sono stati incidenti mortali su vie tra le più facili, per cadute. Sintetizzando, non avrete mai problemi con le soste, solide a spit, ma guadagnarsele…beh, rispetto a tutti gli altri posti dovrete dare il massimo.
Sui gradi, attenzione: sono quasi sempre MOLTO severi, più severi che nella maggior parte delle falesie e delle vie delle Alpi. E questo vale anche per gli obbligatori. Senza citare molti confronti per non allertare la suscettibilità di molti apritori, siamo tutti d’accordo nel dire che gli obbligati del Wenden sono più severi ( diciamo anche, veri) di quelli che si trovano nelle Dolomiti o nelle nostre montagne. Molti 7b obbligati dolomitici sono più facili di 7a obbligati del Wenden…lo abbiamo sperimentato tutti. Solo nel Ratikon c’è altrettanta severità. Ed è curioso che non molto lontano il Klausenpass presenta invece vie superchiodate e francamente banalizzate. Mistero!
Ho pensato di dividerle in tre categorie, per dissipare ogni dubbio sulla loro accessibilità. Esiste anche una manciata di vie facili, tra le quali la lunga Millenium, Aureus, Excalibur, le belle Sonnenkonig e Passion. Queste vie sono davvero rilassanti, anche se, quando salirete Excalibur, fate un pensierino ad Ueli Steck che l’ha salita in free solo…
vie “facili”
Ripetendo, anche a costo di annoiare, che comunque è meglio tenersi un certo margine sul grado massimo e su quello obbligatorio delle relazioni, queste vie hanno tratti di roccia comunque già somiglianti, o perfino uguali, a quelli da sogno delle vie più difficili
Excalibur 6b, 6a obb
Aperta nel 1984 da Lechner a chiodi, e poi successivamente addomesticata dallo stesso apritore con qualche spit. L’apertura a chiodi delle placche iniziali, lisce con pochissimi buchi nemmeno profondi e nessuna fessura, è davvero da congratulazioni. Senza parole la salita in free solo di Ueli Steck, visto che i passi chiave sono di aderenza.
Aureus 6b, 6a obb
Roccia non sempre di qualità eccelsa ma ambiente notevole per questa via tranquilla.
Millenium 7b o 6b/A0, (6b obb)
Forse la via più chiodata del Wenden, con stile molto di placca tranne due boulder di tetto, azzerabili e invece ben difficilmente fattibili a vista. All’incrocio con Dingo si può dare un’occhiata e palpitare…
Sonnenkonig 6c, 6a obb
Stupendo itinerario che sfiora una volta il 6c ma che generalmente è più facile, e che permette di godere delle prime sensazioni “wendeniane”.
Muggenstutz 7a, 6b obb
All’estrema sinistra dell’anfiteatro del Mahren, più o meno 15 metri al di là del perimetro del grande strapiombo (comunque è l’ultima via del Wenden, anzi la penultima. L’ultima è 200 metri più in là, ripetuta solo da fabio e Matteo, un pò complessa da raggiungere), c’è una via che percorre il pilastro di confine del Mahren. Un tiro stupendo di 7a, e alcune lunghezze super in alto, ripagano dalla discontinuità dopo il 7a ( corda fissa a superare uno zoccolo intermedio). Non ‘ certo una via fra le più belle del Wenden, ma in Lombardia sarebbe una classica su gran roccia
VIE DI media difficoltà
Sono vie già impegnative, ma, tanto per dare un esempio lecchese, non tanto di più delle vie del Sasso Cavallo. In generale, sono tutte al massimo 6c obbligato. Alcune di esse, comunque, sono indimenticabili. Eccone alcune:
vie di media difficoltà
Sono vie già impegnative, da considerarsi difficili se rapportate a vie di altre zone dell’arco alpino, ma di media difficoltà nel contesto wendeniano. In generale, sono tutte al massimo 6c obbligato. Alcune di esse, però sono indimenticabili. Eccone alcune.
Sterschnuppe 6c+, 6b obb
Quella che definisco la Silbergeier dei poveri. Chiodatura a volte molto lunga ma prese ovunque. Fantastica. Più imipegnativa di Caminando, a cui viene associata come vie gioiello di media difficoltà
Patent Oschner 7a, 6c obb
Tra le più chiodate del Wenden, oserei dire rilassante. Roccia meravigliosa e arampicata prevalentemente rilassante per gli standard Wenden.
Paco 7b, 6b+ obb
a torto mai frequentata, presenta lunghezze selvagge e meravigliose. Stupendo il secondo tiro, a volte psicologica in alto, dove ci si può perdere.
Passion 6c, 6b obb
Roccia splendida, arrampicata prevalentemente di placca.
Inuit-Stars Away 6c+, 6b+ obb
quattro tiri della prima, e ultimi quattro della seconda. “Questo passo non ha niente da invidiare al passo chiave del Pesce”, disse Marco Sterni quando superò il primo metro della via. Fortunatamente, il resto della via è più semplice, con chiodatura lunga ma scalata logica. Due FR medi per il primo tiro
Stars Away 6c+, 6b+ obb
primo tiro come nel caso di Inuit, quei 6c+ che in falesia eviteresti…roccia spesso fantastica, con tiri dove bisogna avere del fiuto classico per evitare di trovarsi nei guai.
Troja 7a+ 6c obb
Ultima arrivata sul maestoso pilastro di Excalibur, presenta un’arrampicata molto fisica, quasi sempre strapiombante, con chiodatura non proprio ravvicinata. Primo tiro impegnativo, con uscita in sosta (non visibile) proteggibile da un nut molto lontano
Lancelot 7a, 6c obb
Al centro del pilastro di Excalibur. Chiodatura normale tranne il tiro di 6b+, da non sbagliare nella direzione. Roccia prevalentemente a gocce, tipo Sardegna.
Caminando 7a+, 6c obb
fantastico viaggio nel centro del Reissend Nollen. Chiodatura normale, impegno più che altro dovuto alla lunghezza. Attenzione alle doppie in alto per evitare bivacchi improvvisati .
Nachetexpress 7a, 6c+ obb
La più bella della parete del Vorbau, una parete non all’altezza delle altre ma che presenta una roccia non inferiore in molte zone. Un 6b da ricordare a lungo accompagna due 7a che perfino Simone Pedeferri ha dovuto stare attento per scalarli a vista. Anche se qualcuno dice che il secondo 7a è almeno 7b…
Zyland 7a+, 6b obb
superato il difficilissimo, e su roccia mediocre per gli standard Wenden, 6b iniziale, presenta alcune lunghezze eccezionali
Hakuna Matata
Qualche metro a destra di ZAhir parte questa via che nel secondo tiro supera una fessura evidentissima. La via è stata salita in Inverno da Fabio e Matteo mentre a destra, a sinistra e sopra scendevano valanghe anche imponenti. Solo che srapiomba dalla sosta del primo tiro fino alla fine per cui…avambracci sollecitati e riparo garantito! Alcuni tiri sono dei gioielli, altri inferiori al voto dieci, ma comunque di gran fattura- La reputiamo molto, molto difficile da fare a vista, anche se sulla carta è “solo” 7b+ massimo..
FOTO e VIDEO con
Ben Hur (7c, 6cobb)
A destra di Zahir c’è un vecchissimo, e durissimo, progetto di Ueli Buhler. Ancora a destra, la bella (e fisica) Hakuna Matata, di Pitelka (fino al 7b+, riconoscibile per un’evidente fessura). Ancora destra, una vecchia via in artificiale e poi, con tanto di sosta nuova alla base, Ben Hur. Una via suoer bella, molto fisica, che un tempo era molto expo (si dice, la più expo del Wenden), a cui sono stati aggiunti dal suo chiodatore ben 19 spit, e perfino catene alle soste. Ora è praticamente una via plaisir, che richiede essenzialmente avambracci allenati per la libera
Torwachter 7a, 6c obb
non bella come le precedenti, ma ambiente isolato e selvaggio e comunque roccia raramente rintracciabile sulle Alpi. Certo, gli standard Wenden la fanno relegare ad un gradino inferiore…
Quershlager 7a, 6b+ obb
Roccia molto aggressiva, cordini sostituiti ma insomma… Si trova al centro del pilastro alla destra di quello della strada del sole. Le prime due lunghezze sono da dieci e lode
vie impegnative
Sono vie già all’altezza di vie considerate molto difficili in altre parti delle Alpi, ed al Wenden sono ancora fra le vie medie.
Blaue Lagune (7b+ max, 7a obb)
Roccia eccezionale ed il primo assaggio di un 7a obbligato al Wenden. Possono aiutare qualche FR piccolo-medio. Nel 2012 aggiunti purtroppo degli spit
Niagara (7b+ max, 6c obb)
Roccia straordinaria, tranne che nel tiro duro. Anche dieci metri fra uno spit e l’altro nei tiri di 6c, ma le prese ci sono. Non integrabile.
La strada del Sole (7b+ max, 7a obb)
Chiodatura rarefatta e via molto varia. Due FR tipo 1 e 2 per L4, un 6b che non ha niente se non un vecchio bong con cordino inaffidabile. Da fare.
Squaw (7b max, 6c+ obb)
Via impegnativa che sale sul bordo del magnifico pilastro di Letzer Mohikaner. Non è fra le 30 vie più belle del Wenden però…è sempre asciutta! Ci sono alcuni tratti di roccia…dolomitica, ripagati da un secondo tiro durissimo e magnifico, e altre lunghezze con chiodatura molto lunga su gocce di calcare stile Sardegna. Meglio dotarsi di tre FR, piccolo, medio, medio-grande
Gimini (7b+ max, 6c obb)
Nell’anfiteatro del Mahren, sulla destra del gigantesco strapiombo giallo e a sinistra di Coelophysis. Chiodatura quasi da falesia nel primo tiro, 6a, incomprensibile. Di fatti, poi, anche la chiodatura cambia marcia…In alto, rigole fantastiche e molto tecniche.
Jednicka nr.I (7c max, 6c obb)
I due tiri di 7c sono chiodati molto vicino, su roccia divina. Il resto della via ha la solita chiodatura Wenden, con un bel passaggio di 6b su micronut antico. Via stupenda
Elefantenohr (7c+ max, 6c obb)
Nessun problema psicologico sul 7c+, magnifico. Il resto della via ha chiodatura comunque tranqulla
Legacy (7b+ max, 6c obb)
Meno bella di molte altre di questo gruppo, tuttavia tre lunghezze sono comunque di quelle che in giro per le Alpi faresti la coda per salirle. Vietato cadere sui tiri facili.
Le rigole di Andorra, nel Dom. Visibili anche porzioni di Ibicus e Legacy, a sinistra, ed Elefantenohr, a destra
Virus (7b+ max, 6c obb)
Via lunghissima, con una prima parte normale ( primo tiro di roccia veramente immonda) e la parte superiore bellissima con qualche run out su placca e le più belle rigole del Wenden, ancora più belle di quelle di Andorra e Coelophysis.
Tsunami (7b+ max, 7a obb)
Via perfetta fino alle ultime tre lunghezze, mediocri. Attenzione ai tiri facili, dove è vietato cadere, e ad un 7a veramente selvaggio dove bisogna avere fiuto classico
Transocean (7b+ max, 7a obb)
L’ultima arrivata sulla Pfaffenhut. E certamente la più difficile, con tratti obbligati ed expo. Il nostro amico Nick l’ha trovata più difficile di Batman
Paolo Spreafico e Adriano carnati su Transocean
VIE ESTREME
Alcune di queste vie sono state giudicate da alpinisti esperti e provetti come molto più impegnative, da tutti i punti di vista, di vie celebri come Il pesce, Phantom der Zinne, Spirit… A voi scovare quali…Nelle Grigne, soltanto “Prigionieri dei Sogni” ha tutti i crismi per rientrare in questa categoria di vie. Dure, psicologiche, fisiche. Vie dove arrivi in cima svuotato, dove non puoi mai sapere se ce la farai, dove ritirarsi non è una vergogna, dove le protezioni sono a volte distanziate in maniera inconcepibile e l’avventura è con la A maiuscola. Dove per metri e metri non sai dove andare perché non ci sono chiodi o spit a indicare la direzione giusta (che spesso non è la linea che congiunge i due spit consecutivi, anzi…), e intanto le braccia urlano e la testa scoppia…
Batman (7b+ max, 7a obb)
La più facile di questo gruppo, con diverse salite a vista. Ma è stata aperta nel 1989! Chi, allora, apriva così nelle Alpi? Forse solo Beat Kammerlander su New Age, e un paio di sconosciuti fuoriclasse alla Rote Wand.
Via molto fisica, quando si sbaglia si vola di oltre 15 metri. Sul tiro più duro. Ma nei tiri di 7a, non bisogna sbagliare.
Andorra (7c+ max, 6c obb)
Non psicologica, ma con lunghezze di 7b difficilissime!! Roccia spesso disegnata da Dio. Il tiro dove non bisogna cadere è un 6c. Per l’ultimo di 7c+ vale la didascalia di Nick (ho scalato 8a molto più facili). Si vola su un chiodo, che ha resistito, ormai possiamo dirlo, a una serie eterna di voli.
Cleopatra (7c max, 7a obb)
Poche ripetizioni, fallita a vista da Dulac, Kammerlander, Ghesquier, Anthamatten…in certi punti, molto psicologica. Indimenticabili alcune lunghezze, e conservate lucidità anche per l’ultimo tiro di 6b. Il libro firma è purtroppo in cima, e bisogna farlo, quel banale 6b…Ri-liberata da Matteo Della Bordella dopo rottura presa
Letzer Mohikaner (7c+ max, 7a obb)
La meno pericolosa del gruppo, su roccia perfetta. Sempre obbligata, sono possibili voli lunghi, ma non pericolosi. L4, di 7a, da non sottovalutare, anche perché le clessidre hanno cordini orrendi e allora portatevi qualche FR piccolo-medio.
Portami Via (7c+ max, 7b obb)
Parte come una via come le altre, poi L3 dà la sveglia e poi… auguri. Ripetuta solo da Steck, S Anthamatten, in due giorni, e da Tommy Caldweel in 11 ore. Steck e Anthamatten hanno trovato il modo di proteggersi con Fr 4 in L4, e due microfriend in L5, ma loro sono anche forse i migliori alpinisti europei. Caldwell addirittura, a vista, perdendosi (spit a oltre 12 metri, praticamente invisibile) sul quinto tiro, ha aperto una variante trad di 7b!!! Molti tentativi di ripetione da parte di alpinisti fortissimi, con in curriculum salite a viste in Dolomiti fino all’8a+, ne testimoniano “l’altra categoria”
Dingo (7c+ max, 7a obb)
Uno guarda la relazione e dice, devo arrivare bello fresco ai due tiri chiave, lassù. E invece i tiri di placca al massimo sul 7a, in basso, sono il capolavoro di Pete Abegglen, che coi piedi e con la testa non trema mai…chiodatura eterna, non integrabile, su queste lunghezze. Partenza dalle soste da brividi…Considerando l’anno di apertura, sicuramente con Psycho della Rote Wand questa via potrebbe essere la via più impegnativa delle Alpi aperta negli anni ’80 senza l’ausilio di cliff per la progressione.
Cyclopenauge (7b max, 6c obb)
Nessuno di noi l’ha ancora salita, e sulla carta, con appena due 7b, per giunta all’inizio, non sembra estrema. Ma Pitelka ci ha detto che è molto psicologica, con lunghissimi run-out su cordini vetusti…allora mettiamola qua, vista anche la sua lunghezza. Pitelka e Lechner, sui piedi, stanno sui 6b di placca come gli umani sui marciapiedi. E si proteggono di conseguenza.
Zahir (8b max, 7c obb)
Via non così expo, ma di bellezza assoluta, anche per la linea che affronta e supera una parete immaginifica
Il DOM, con il muro di Zahir sulla destra
La lunga attesa
L’ultima nata del Wenden è la quinta via italiana, e c’è ancora lo zampino di Fabio Palma nell’apertura (anche se ci tiene a sottolineare che la forma fisica di Infinite Jest era ormai un ricordo e che Paolo Spreafico ha superato i tratti più duri). Parte appena a sinistra di Legacy e ha dentro alcuni dei tiri più belli del Wenden, e quindi delle Alpi, fra cui un 8a con un 7c obbligato che ha visto ben cinque voli di Fabio e 18 di Paolo prima di farsi superare. Sicuramente non alpinistica come le altre creazioni di Fabio tuttavia non sottovalutate un 6b+ e un 6c sui quali l’abilità di scalare con microfriends alle spalle è richista come su tutte le vie di fabio
Ecco l’articolo: http://ragnilecco.com/wende-lunga-attesa-nuova-via-ragni/
La Svizzera ( 8a/8a+ max, 7c obb)
Capolavoro di Rolando Larcher e Roberto Vigiani. Prime due lunghezze su roccia dubbia. poi…meravigliosa, expo, indimenticabile. Sono i commenti di Matteo e Caldwell, possiamo fidarci. Un tiro, di 7b, pare proprio possa candidarsi a più bella lunghezza del Wenden ( e quindi, secondo Caldwell…)
Coelophysis, in giallo, e Infinite Jest, in rosso
Coelophysis ( 8a+, 7b obb)
La via che la National Geographic ha reso popolarissima negli Stati Uniti. Sonnie Trotter l’ha definita, pur avendola ripetuta solo per 7 tiri, la più bella via mai vista. Caldwell si è sbilanciato ancora di più. Già selvaggia fino al settimo tiro, ma poi diventa veramente expo, con la parte superiore che fu aperta molto rapidamente da Matteo e Fabio (evidentemente in giornata di grazia), ma che gli unici ripetitori, Spreafico e Passoni, hanno trovato estremamente impegnativa
Infinite Jest (8a+/b, 7b obb)
LA via. C’è tutto. Tiri indimenticabili, un paio di tiri di roccia marcia ma molto expo, almeno cinque lunghezze da cuore fortissimo, e poi un ambiente sensazionale, con un ultimo tiro che è un Toboga naturale di incredibile forma geometrica. La più impegnativa via delle Alpi? Aspettiamo cosa dice Caldwell, che ovviamente l’ha messa nella sua agenda. Ma chissà che invece non sia un fuoriclasse nostrano come Jacopo Larcher a cimentarsi.
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ENGLISH ARTICLE, by Matteo Della Bordella
The mountain, the limestone, the adventure. That’s what it comes to my mind when thinking of Wendenstocke.
Alpinism or sport climbing? Everybody has its own opinion, as far as I am concerned, after about 100 days spent in that place and about 30 routes climbed, I don’t have the answer…I think just adventure and mountain climbing experience.
The mountain: Wendenstocke is not exactly a mountain but it’s more a group of summits that spreads for about 10 kilometers below which lies a sequence of walls, pillars and couloirs. The main summits are:
– Mähren: the wildest and less known one hosting long and engaging alpinistic routes but also modern sport climbing routes of high difficulty. It includes the Letzer Mohikaner Pillar and it has the longest wall of Wenden.
– Pfaffenhut: the most popular structure of Wenden; it has the easiest approach and about a dozen of sport climbing routes of medium difficulty (max 6c+/7a). Here the climb is less physical than in the other sectors and that’s maybe the reason of its popularity.
– Gross Wendenstocke: it reaches the highest point of Wenden (3042m), it is basically a set of summits and it includes different sectors: the famous and super- esthetic Excalibur pillar, the Dom with its high difficulty route “Zahir” and other projects, Aureus and the Strada del Sole pillar with the very engaging route “Portami Via”.
– Kleine Wendenstocke: it is the most alpinistic wall of Wendenstock. It doesn’t look very attractive from the base bust it host a bunch of long and committing routes that are in some cases exposed the fall of rocks.
– Reissend Nollen: Spectacular set of wall characterized by perfect shields of limestone that look impossible to climb from down. Here there are some of the mythic routes of Wenden such as Batman, Dingo or Cleopatra. The sector presents a quite difficult approach in some cases and either nice and short sport climbs or committing high difficult routes.
The limestone: It is for sure the most amazing thing of this place. That’s the reason why Wenden is so popular, famous and mythic between Switzerland and North Italian climbers. The limestone offers a huge variety of patterns of rocks: you can space between the steep and overhanging walls of Letzer Mohikaner and Excalibur pillar characterized of sharp and very solid rock with a great variety of holds often small to the slabs of Pfaffenhut where an appropriate feet technique is at the base of the climb. Otherwise you can face the perfect Cannelures ,result of thousands of years of work by the water on the rock, that are vertical and engaging on the new route Coelophysis and on Andorra but easy and friendly on the second pitch of Millennium. Moreover you will see the impressive wall of Dom: if you’ve ever seen the famous Biographie in Cèüse you would say that this wall is the Biographie of Wenden; and the huge cathedral of Reissend Nollen with its perfect and vertical shields that look as smooth as glass, divided in two parts by a waterfall.
The adventure: to climb in Wendenstocke means first of all adventure. The weather is always so changeable and the approach that in a sunny day is nothing more than a mountain path can became a real odyssey in bad weather conditions with steep and slippery grass fields and waterfalls coming down from the pillars; for these reasons some huts have been prepared at the base of some walls in case you are surprised by a thunderstorm while climbing. Snow is not infrequent in this area of Switzerland and even in August it usually happens to find some snow on the approach or some snow on the upper ledges that is melting and makes some routes wet. The adventure is also due to the strong character of the routes: the climb is as complete as possible physical and technical, it requires a very good feet technique on the slabs and forearms power on the slightly overhanging walls; very often also routes that seem to be low difficulty from the topo turn up to be committing and hard.
In September 2003 I had my first contact with Wendenstocke. It would be banal to say that it has been “love at first sight” because in this experience I received a strong kick on my ass: Wendenstocke was telling me: “if you want to enjoy the trip, please come back prepared to free climb in mountain”. I couldn’t believe that after having passed all the summer repeating all the dolomites classic VI grade route, I had severe difficulties in reaching the top of one of the easiest routes of Wendenstocke: another proof of the fact that the only presence of the bolts is not warranty of safety and of a “plaisir” route. I would really like to see all the people that are against the use of the drill in mountain trying some serious routes in Wenden, instead of speaking uselessly. As far as I am concerned after this contrasting experience I have been amazed by the place and I immediately promised to myself that I had to come back as soon as possible to climb again on this awesome rock.
And that’s what happened: the next year I came back and climbed some routes of medium difficulty, among which the super nice “Caminando”, one of the most complete and significant routes of Wendenstock. But it was in the year 2005 that I had a full contact with this place. In that year a forty years guy, whose name is Fabio Palma, that I had just met a few times and that would later become one of my best friends, proposed me to bolt a new route with him and another friend, Domenico Soldarini aka Dodo. In Wendenstocke routes are typically opened from down: bolts are not placed previously, but the opener just climbs and whenever he thinks it’s necessary he takes the drill and puts a bolts. This method is apparently easy but it hides the challenge that you are climbing an unknown piece of rock and you don’t know if when you go ahead you will be able to stop in some way and put a bolt.
In summer 2005 we had our first experience of opening a climbing route in mountain and it has been unforgettable, unique and crazy but besides this we all lived a great adventure and we will carry this experience with us forever. The result was a seven lengths routes, called “Portami Via” so beautiful and so dangerous. I’ve got some memories printed in mind of the opening experience: when I first had to hang myself up to a doubtful cliff-hanger to place a bolt, when Fabio and I decided to go up to the wall despite half a meter of fresh snow and Fabio was with his tennis shoes, when during the opening I left everything except cliff-hanger to the last bolt to be lighter while climbing and then once having climbed some 12 meters with mandatory 7b I couldn’t recover the drill because it was stucked with the rope!
For Wenden’s routes it is used to evaluate beside the pure difficulty of the pitch, with the French system, the maximum mandatory difficulty of the route. This number, expressed also with the French gradation, represents the maximum technical difficulty between 2 bolts: if a route is 7a mandatory it means that if you want to reach the top you will have to climb some 7a between a bolt and another.
What we search when opening a route is a line that can be climbed all free and with a significant mandatory level: that basically means that we try to put the bolts in a way that they are a warranty for the safety of the climber but not a mean to proceed.
Our second opening experience in Wendenstocke began in September 2006, this time Fabio and I were supported by Adriano Selva. Despite the phase of opening the route is now over, our opening experience is not over yet, we redpointed almost a half of the pitches but we still want to try the redpoint of some pitches that promise a difficulty around 8a/a+. The name of the route is Coelophysis and with its 21 pitched and more than 650 meters of development it can be considered a big wall at all the effects. During the opening we had to face the most different weather conditions and the length of the route forced us to spend several days of summer 2007 on the wall and some nights on the two big ledges.
The day we finished to bolt the route, at the very top of Mähren we were wrapped in the clouds and sometimes the sun noticed us its presence, in this unreal atmosphere clouds cleared up for a while and we saw an eagle just above us and the big empty below, I really had the feeling of having reached the top of something huge, something extraordinary.
Our routes are just examples of the several possibilities that Wendenstocke offers to a climber. The range of the existing routes starts from a 6a/6b level with the difficulty of 6a always mandatory. There are also routes in which bolts are relatively close, like in French crags and other routes with spaced bolted in which in some cases you risk to get lost without an accurate topo.
Anyway I suggest to try a route in Wenden with an adequate preparation and training: the alpine environment and the difficulties of the climb mixed together can make your journey pretty demanding and if you take your trip too easy you can find yourself in trouble.
Here are some advices and suggestion about what to climb if you have never been there. The total number of routes of Wenden is more than 60, but some of them are more worthy to be climbed than others and also technical difficulty and engage is different.
If you are searching for easy and “plaisir” routes probably this is not the right place for you…Anyway Spasspartout is the easiest route of Wenden with a maximum difficulty of 6a.
There are several routes with a difficulty of 6b/6c and mandatory 6a+/6b in Pfaffenhut and some others also in the others sectors. Among all I would suggest:
– Excalibur: the symbol route of Wendenstocke, opened in 1983 without bolts that were added some years later by the same opener P. Lechner. If you climb this route try to imagine U. Steck that made the free solo ascent, just shoes and chalk…Not a plaisir route.
- Voie du frère: It develops at the center of Pfaffenhut, the first pitch needs rocks and friend and it is a psychological 6b, a test pitch, the rest is nice and well protected climb on slightly overhanging wall. Indeed, less nice than the closer routes
– Millennium: despite the high maximum difficulty and the severe gradation it is a plasir route for the distance of bolts, very close, you can pull the bolts to avoid the hardest passages.
A step further there are:
– Patent Ochsner: Something very similar to a multipitch sport climbing route, you just need quickdraws to climb it, perfect rock and movements.
– Sterschnuppe: a fantastic easy route ( well, easy for Wenden…), with some run-outs
– Stairs away: a very difficult start up, than easier and always very nice
– Inuit: Very similar to Stars away
– Caminando: One of the best routes of the world for its level of difficulty: it’s a logical line that develops on perfect rock on a big wall such Reissend Nollen.
– Nachtexpress: by climbing this route you will learn what does the word mandatory means. Never dangerous , rising difficulties in the end.
– Zyland: after the first pitch, not on a good rock, a very nice route
– Niagara: a real fantastic route, over an incredible rock,. A dream!
At a higher level there are several route with difficulty of 7b/7c it is difficult to choose some of them because all are beautiful and have their own patterns, anyway I would recommend:
– Jednicka Nr.1: Sport bolted on the 7c pitches, the second of which has an unreal rock. More engaging the upper part.
– Blaue Lagune: one of the more esthetical line, today not so difficult ( unfortunately, some bolts added in 2012 )
– Andorra: a very nice route with some dream pitches. Not so psycho, but, to my opinion, almost impossible to climb on sight…
– Pain Killer: a fantastic line, to be climbed not after a raining period because of stones falling. Very committing
– Letzer Mohikaner: Very difficult route, with some pitches well protected and some others more committing. There is also a second part, five pitches long, in the upper part of the wall. Guess almost nobody do this part
– Tsunami: A masterpiece, spaced bolts, mandatory but not so dangerous, perfect climb till the last pitches. A friend of mine, after having onsight some 7c routes in Dolomite equipped not with bolts, and so, theoretically, committing , after this route said: I don’t know why, but when I go to Dolomite I am always strong, and when I come here I am always frightned…
- Batman: A piece of history of the multi pitch bolted from down. Opened in 1989, in that year nobody except Kammerlander opened on these difficulties.
- Transocean: Last route created in Pfaffenhut. Much harder then the closer ones, with a 7a mandatory move, quite expo
- Cleopatra: not anymore one of the more difficult route, but still a an high level line.
Here a couple of Top routes, among the more difficult routes in the Alps. To my experience ( Della Bordella says, ndr), much more difficult than other routes in the Dolomites or other places in the Alp that have the same level of difficulties:
– Ibicus Much less famous than Jednicka nr. 1 and Elefanthnor, but some pitches are among the best of Wendenstocke. The aid section has been freed by Della Bordella (8b)
– Zahir: the queen of wendenstocke, an amazing line, the Biographie of Wenden, overhanging for the most of its pitches it has a difficulty of 8b/8b+ and 7c mandatory. Not extremely expo.
– Portami Via: Committing route across the Strada del Sole pillar, beyond the technical difficulty of 7c+ in two pitches, what makes this route a “Top” level is the distance between the bolts. Ueli Steck, Simon Anthamatten and Tommy Caldwell reported unforgettable commitment moments through this route. Possibly one of the wildest route of the world
– Coelophysis: Thanks to Tommy Caldwell’ shot pubblished on National Geographic, now this route has become very famous. Indeed, in our opinion is one of the best route of the Alps. Less expo than Portami Via and Infinite Jest, but after the 8th pitch you really need a wild heart.
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-La Svizzera: a new masterpiece by Rolando Larcher and Roberto Vigiani, up to 8a+. Often overhanging, with a fantastic line and an incredible rocks after the first two pitches.
– Infinite Jest: THE route. Bold, cool, wild, hard, still not repeated despite some important attempts. At least five “terrible” pitches, at least one “lossy rock” pitch, at least five wonderful pitches. We judge very, very difficult to repeat in a single day. Not many friends needed, but those ones are really necessary and mandatory moves around 7a ( 5.11d) will think you about what moments Fabio and Matteo lived in those pieces of rocks
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The topo of these routes can be easily found on a guidebook of the area that can also give you more information regarding the approaches (roads included) and the places to sleep as it is forbidden the free camping all over the area.
In conclusion we made some proposals of routes that are not classics, but maybe they will become in a future. These are low attended routes, they’re for different reason climbed rarely; we climbed them, we appreciated them.
Gimini, La Svizzera, Infinite Jest, Coelophysis: Mähren, sector Eiserner Vorhang. The approach: from the parking you have to take the path that goes left until you reach a house with a visible Swiss flag (20 min.) Then you’ve got to go up on a grass field, that becomes steeper; once the grass finishes take the bed of a dry torrent and climb it up till a band of rocks that you overcome on the left (1/1,10 h). At this point you should see the overhangs of Eiserner Vorhang above you, proceed up for a while, then traverse on the left, and climb up for easy rocks and vertical grass to the wall. Gimini starts 50 meters left of the hut, with a golden bolt. It is a super routes with some unforgettable pitches: the overhanging 7b+, a real forearms endurance and the hard and technical 7c on slopy cannelures. At its right, Coelophysis, and the Infinite Jest
Strada del sole: Gross Wendenstocke, sector Aureus. For the approach just follow the path that leads to the popular route Aureus and then proceed for 50 meters on the right. The route is an hidden masterpiece, seven lengths very nice on sharp and very solid rocks. The wall of the second length is a good test for your forearms, originally evaluated 6c+/7a we really thinks it is a strong 7a+. Pay attention: the first stop is old and maybe unsafe, you can use the stop of Portami Via, that is just 3 meters on the right.
Troja: Gross Wendenstocke, sector Excalibur. For the approach follow the path for the Excalibur pillar. After the two first pitches common to all the routes of the pillar, Troja starts about 10 meters left from Excalibur; it is an interesting routes continuous in the difficulties and characterized by some athletics passages on small roofs. The rock is yellow and generally solid, however it has just a few repetition so something could still move. Pay attention: in the first pitch, once reached the last bolt the stop is about 10 meters higher (you don’t see any other bolt), above the roof: I overcame the roof on the right, it is possible to divide the run-out by putting a medium friend in a crack on the right.
La svizzera: Mähren, sector Eiserner Vorhang. For the approach follow the indications for Gimini. The route starts 50 meters on the right of the hut. This is a brand new extreme proposal, opened in 2006/2007 by the famous Italian team Larcher-Vigiani (same openers of Hotel Supramonte), redpointed by Larcher in September 2007 is, at the moment, waiting for a repetition. The high and continuous difficulties, the mandatory bolting and the athletic climbing style make this route a Top class and a really good challenge for top climbers.
[…] le pagine dei libri, a leggere le notizie di aperture e ripetizioni, a rimettermi in testa la pagina di presentazione, scritta da Fabio Palma, sul sito dei Ragni di Lecco (presentazione che potrei quasi dire di sapere […]