[new_royalslider id=”119″]
Non è un commento ufficiale all’entrata dei nuovi soci nel Gruppo Ragni. Non è solo una riflessione personale. Le righe scritte da Fabio Palma sono un po’ un manifesto della nostra passione, del senso dell nostro andar per montagne. Ci è sembrato importante condividerle con tutti voi, proprio nel momento in cui nuove persone e nuove idee arrivano ad arricchire la galleria di volti che costruisce la nostra storia.
“Ce l’avevo da un bel pò in mente, questa carrellata disordinata di volti e pause non fotogenicamente ineccepibili e di età, luoghi e istanti conficcati a caso in oltre 65 anni di storia.
Mentre si metteva ordine in fotografie e articoli per il sito, un giorno mi sono accorto di una verità clamorosa e ovvia: avevo davanti le date di nascita dei 4 del torre, ed erano, quel giorno lì, giovanissimi!! Proprio come quelli dell’Uli Biaho nel 2013, della Egger nel suo triennio, del Murallon nel 1984.
Ormai il Simone è chiamato “vecchio” da un bel pò di Under 30, figuriamoci io… ed è normale che quando si parli, nel gruppo, delle cose da fare, si usino parole come i vecchi, i giovani. Devo dire con grande rispetto, mai con secondi significati, è una cosa che ho subito notato quando sono entrato nel 2004.
Poi però guardando le foto, alcune in posa, altre in piena azione, di tutti i volti, si nota che i tratti sono proprio gli stessi, quando si va in montagna o a scalare. Tracce di solchi solari nel viso e sotto gli occhi quando hai già 25 anni, camminata rigorosamente trasandata qualunque roba tu ti metta addosso, persino le cravatte nelle premiazioni d’epoca ( grazie al cielo oggi non ci viene chiesta!! ), cibo assolutamente orrendo in campi base e viaggi di ogni epoca ( inutile impegnarsi in salti mortali: sotto e in parete si mangia da schifo ed è un miracolo che il fegato superi i 30 ). E una luce negli occhi: la luce outdoor. Fuori-porta. poi là fuori puoi tentare l’8a o decimo grado in parete o accontentarti di un sentiero molto esposto, e questo naturalmente cambia le cose, dal curriculum all’impegno richiesto, ma la luce è sempre quella. Ho notato che ce l’hanno i musicisti, quelli che studiano arte o la fanno, insomma tutti quelli che hanno a che fare con cose poco classificabili ma meravigliosamente intense. D’altronde, come fai a classificare un fuoco rispetto a un altro?”
Fabio Palma