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Voie Lesueur al Gran Dru in stile piolet

Il 20 e 21 febbraio 2023 i Ragni david Bacci e Giacomo Mauri hanno effettuato la ripetizione in libera in stile piolet della mitica via dei fratelli Lesueur alla parete Nord del Grand Dru, ecco il racconto della loro avventura…

È il luglio 1952 e i due fratelli parigini Henri e Pierre Leseur, dopo essersi autocostruiti il materiale alpinistico come si usava allora, partono in treno per Chamonix.

Per provare i loro 99 chiodi e il resto del materiale, i fratelli decidono di salire una via nuova sulla parete simbolo del massiccio del Bianco: il Grand Dru. Non era la montagna più alta, ma quella più difficile.

Il tracciato della via Lesueur (courtesy Chamonixtopo.com

La nord dei Dru è piena di ghiaccio anche d’estate, ma i due in 3 giorni riescono a vincere la parete. La via è logica, dura e bellissima e, a ragion veduta, diventa un mito nella storia dell’alpinismo: 900 metri di sviluppo e difficoltà estreme in libera e in artificiale. Sarà poi liberata da Ueli Steck e gradata fino all’M7+.

Settantuno anni dopo, la loro via è diventata il mio sogno, e salirla d’inverno, in stile piolet traction è un obbiettivo che ho da 10 anni, ma, come al solito non si trova mai un socio disponibile quando il momento è buono!

Così aspetto, fino al 20 febbraio 2023, quando Giacomo Mauri, mio compagno di cordata sulla Bonatti al Cervino e in Canada, è deciso a scalare con me. Si parte!

La meteo ci concede due giorni, dobbiamo correre! Ma la mattina, le cose iniziano ad andare storte, la prima funivia dei Gran Montet apre in ritardo…

Arriviamo alla base del canale tardi e Giacomo ha un problema con una pelle di foca che non ne vuole sapere di rimanere incollata. Gli toccherà tracciare fino alla base e, sotto i miei poco gentili incoraggiamenti, arriva già stanco all’attacco.

Sono le 12,45! Sicuramente non l’ora giusta per attaccare una parete del genere, ma lo facciamo lo stesso, pensando poi di bivaccare dove fattibile salendo prima il più possibile.

Parto al comando e riesco a salire i vari tiri di M7 a vista: “full gas” è il motto!

Giacomo per fortuna si riprende e mi segue come un razzo. Ormai il sole è calato e di posti da bivacco non ne troviamo, così salgo altri tiri alla luce della frontale e. per fortuna, nella neve riusciamo a scavare un piazzola.

Una cenetta a base di “sbobba” e ci addormentiamo. Siamo a metà parete.

Il giorno seguente continuo all’attacco: fessure yosemitiche intasate di ghiaccio richiedono tutti i trucchi del mestiere.

Salgo a vista e Giacomo impreca cercando i togliere i miei friend.

Devo ammettere che le condizioni sono ottime, non me l’aspettavo!

È un vero piacere scalare così. Arriviamo alle 12 al Couloir Nord, da lì sarebbe facile continuare su per il nastro di ghiaccio, ma ce lo lasciamo alla destra e seguiamo la linea originale puntando al Gran Dru.

Giacomo mi dà il cambio e sale altri due tiri di misto non facili, che ci portano a una bella rampa di neve e poi fino in vetta!

Quasi non ci credo: stavo per rinunciare a questa via e invece eccoci in cima… mai mollare!

Ci caliamo veloci per il Couloir Nord: 15 doppie tra Abalakov e chiodi marci e siamo alla base.

Sono le 17,30 e abbiamo ancora un oretta di luce. Per tornare alle piste dei Gran Montets dobbiamo risalire verso il canale di 300 metri, quello che abbiamo fatto all’andata, peccato che per Giacomo inizi il calvario: la neve è marcia, si affonda fino al ginocchio e la stanchezza si fa sentire. Non può mollare e lo sa. Mette le “ridotte” e inesorabilmente sale ritracciando tutto.

In tre ore arriviamo in cima al canale e, finalmente, mettiamo gli sci… giù nella notte verso la macchina.

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