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Una nuova avventura in Patagonia

Est fitz roy

Ormai lo sanno già in molti, anche perché l’ho già detto e scritto più volte del nostro ritorno in Patagonia. Per me sarà il quinto anno di fila e la data della partenza mia e di Luchino, fissata per sabato 17 gennaio, si avvicina sempre di più.

Alcuni sanno già anche quale sarà il nostro obiettivo principale, è sempre stato pubblico a tutti. Perché anche se l’esperienza Patagonica degli ultimi anni mi ha insegnato che su queste montagne la cosa migliore da fare è scegliere i propri obiettivi in base alle condizioni ambientali e delle pareti, personalmente mi piace l’idea di partire con un grande progetto e con un obiettivo principale in testa. Che poi potrà essere anche rivisto, modificato o abbandonato, ma che ti permette di sognare e concentrare tutti gli sforzi in funzione del raggiungimento di uno scopo preciso.

L’idea per quest’anno è quella di provare ad effettuare la prima ripetizione della via aperta dai Ragni di Lecco Casimiro Ferrari e Vittorio Meles nel 1976 sulla parete Est del Fitz Roy. Si tratta di un progetto che racchiude altri due obiettivi, molto importanti ed ambiziosi:

  1. ripulire la via da tutto il materiale utilizzato ai tempi dell’apertura e abbandonato in parete.
  2. Scalare il più possibile in arrampicata libera questa via.

Un grande progetto che era nato più o meno “per caso” l’anno scorso, ed ha subito entusiasmato sia me che Luchino che Silvan fin dal primo momento. Qui potete leggere come è andato il nostro tentativo di ormai un anno fa su questa via
http://ragnilecco.com/tentativo-di-ripetizione-della-via-dei-ragni-di-lecco-al-fitz/

ragni fitz

Si tratta di un progetto un po’ diverso dal solito. La prima differenza è che questa volta non vogliamo aprire nessuna via nuova. Ma d’altronde chi lo ha detto che bisogna aprire qualcosa di nuovo a tutti i costi?
L’ obiettivo della spedizione è quello di ripercorrere in ottica moderna e valorizzare una grande impresa alpinistica del passato. Sono passati quasi 40 anni da quando fu aperta questa via e i tempi sono cambiati e con essi il modo di andare in montagna.
La nuova generazione di noi Ragni di Lecco vuole seguire le orme dei nostri predecessori, ma con uno stile moderno. Uno stile che si ispira al non lasciare traccia del proprio passaggio e al superare le grandi montagne in arrampicata libera.
Personalmente quando mi sono trovato sotto all’imponente parete Est del Fitz Roy ho subito provato un irrefrenabile desiderio di scalarla. Si tratta probabilmente della parete più alta che io abbia mai tentato, lunga una volta e mezza il Capitan, lo Shark Tooth o la Torre Egger.

Il team sarà composto dal trio ormai consolidato, formato da me Luca Schiera e Silvan Schupbach, con due new entry: la prima è Luca Gianola, ragazzo di Premana di recente entrato a far parte del gruppo Ragni e la seconda è Pascal Fouquet, ragazzo Svizzero, amico di Silvan e alla sua terza esperienza in Patagonia.

cima fitz

Qualche accenno alla storia della via…

La prima via sulla parete Est del Fitz Roy fu aperta da Casimiro Ferrari e Vittorio Meles nel 1976. L’itinerario segue un evidente sistema di fessure che sale direttamente sul pilastro Est della montagna e, sorprendentemente attende ancora una prima ripetizione.

Prima del successo di Ferrari e Meles questa via era già stata tentata diverse volte in passato da cordate di alpinisti francesi (1968), trentini (1973) e svizzeri che nel 1974 arrivarono a soli 200 metri dalla vetta. La via, che si sviluppa per circa 1400 metri, fu aperta con un massiccio uso di corde fisse, scalette metalliche e chiodi. Ad oggi tutto il materiale utilizzato dagli apritori è ancora presente in loco e questa è probabilmente una delle ragioni che hanno tenuto lontani potenziali ripetitori.
Si tratta di una salita mitica dove la grande forza di volontà e determinazione di Casimiro Ferrari sono stati gli elementi chiave della riuscita. Dopo mesi di permanenza gli altri membri di cui era composta originariamente la spedizione tornarono in Italia mentre Casimiro Ferrari e Vittorio Meles tentarono ugualmente la salita ed arrivarono in vetta dopo 6 giorni passati in parete. Verso la fine della via Ferrari cadde e si ruppe i denti davanti. Un’inconveniente che non lo fece certo desistere dal proseguire, semplicemente per mangiare si faceva masticare il cibo da Meles per poi ingurgitarlo…Una storia “d’altri tempi” e un grandissimo esempio di tenacia e determinazione!

Miro3

Oltre ai Ragni di Lecco ed ai miei sponsor tecnici personali (Adidas, Kong, DF-Sport Specialist) che mi supportano nelle mie avventure, un doveroso ringraziamento va al C.A.A.I. (Club Alpino Accademico Italiano) per l’aiuto concreto fornitomi per questo progetto. Il CAAI, gruppo del quale sono membro dal 2008, è una sezione del Club Alpino Italiano, che ha lo scopo dichiarato di promuovere l’alpinismo ad elevato livello di difficoltà su tutte le catene montuose del mondo. Negli ultimi anni il CAAI è tornato ad essere attivo supportando concretamente le attività alpinistiche e le spedizioni dei suoi membri. Queste sono le parole scrittemi dal presidente del CAAI Giacomo Stefani a proposito di questo progetto:
“Andare verso un alpinismo più clean fa parte dei nostri obiettivi e valorizzare una via come quella del Casimiro, ragno e Accademico va in questa direzione.” Parole che mi fanno solo piacere e che spero siano un buon punto di partenza per portare avanti una grande tradizione come quella del Club Alpino Accademico Italiano.

Come sempre potrete seguire gli aggiornamenti in tempo (quasi) reale sulla nostra spedizione su questo sito e su questo blog.

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