Durante il mese di Agosto Io, Elena, Marco Maggioni ed Edoardo Carelli siamo stati in Turchia per scalare nel gruppo montuoso dell’”Ala Daglar”.
Tra una salita ed un’uscita in falesia sono tanti i momenti e gli aneddoti che mi tornano alla mente, ecco alcuni appunti disordinati che li ricordano un po’…
Come non cominciare dal Parmakkaya? Un simbolo dell’Ala Daglar, che sale elegante per quasi 300 metri di ottimo calcare e che ha dato un “senso” alla nostra vacanza in Turchia. Qui abbiamo salito “Orient”,” Mezza Luna nascente” e “Goldfinger”, tre vie belle ed impegnative.
Il paese di Camardi, mi verrebbe da dire “caotico”, forse neanche tanto bello, senza regole (soprattutto sulla strada), ma forse siamo noi che di regole ce ne siamo create un po’ troppe, e allora dico che questa diversità dal nostro “stile” mi ha colpito positivamente…
Il canto del Muezzin ci svegliava puntualmente alle 5 di ogni mattina, anche se diverse volte a quell’ora eravamo già in macchina diretti verso qualche parete.
Io e i miei 3 soci coi quali ho condiviso queste 2 settimane; ci siamo divisi in 2 cordate: io con Elena e Marco con Edoardo, l’ultimo giorno però abbiamo unito le nostre forze e siamo andati in parete a filmare. Dopo un errore di valutazione iniziale tutto è filato liscio, ognuno ha dato il suo contributo e il risultato è stato molto soddisfacente, una gran bella giornata!
Elena, la mia compagna di cordata “e non”, con la quale devo sempre litigare per ritagliarmi dei piccoli momenti di riposo “riposo” tra una salita e l’altra. Qui è impegnata su “Orient” di cui è riuscita a salire “a vista” il tiro più difficile.
L’”Underground city” si trova in Cappadocia ed è una città scavata sottoterra nella roccia più di 2000 anni fa. Un insieme incredibile di stanze e cunicoli nei quali sembra che abbiano vissuto fino a 20000 persone.
Il Camping “Ala Daglar”, gestito da Recep Ince e sua Moglie Zeynep Tantekin, dove ci siamo trovati molto bene. Ringrazio Recep per la sua cordialità, la sua competenza e per tutte le informazioni che ci ha fornito.
Il nostro Bungalow, nel quale, mentre gli altri scalavano, ho passato 3 lunghe giornate in preda a piccoli infortuni e forti dolori di stomaco, facendo la spola tra il letto ed il bagno…poi con una dose industriale di pastiglie e integratori vari mi sono fortunatamente rimesso in carreggiata per qualche giorno…
Il tiro duro di “Mezza luna nascente”, chiodata da Rolando Larcher, Maurizio Oviglia e Michele Paissan nel 2005, è purtroppo l’unico che non son riuscito a scalare in libera. Sono comunque molto contento di questa salita perché le vie chiodate da Rolando mi impegnano sempre moltissimo, raggiungere la fine non è mai scontato e la soddisfazione nel farlo è massima!
Kazikli Canyon: è un canyon sulle cui pareti sono stati chiodati dei bei tiri su roccia prevalentemente a buchi. Tra una via e l’altra abbiamo scalato anche qui, una buona alternativa per quelle giornate in cui potrebbe fare un pò troppo freddo per scalare in quota.
La bella parete del Guvercinlik I, dove passa “Come to Dervish”, un vione di 600 metri che avrei voluto salire, ma a cui ho dovuto rinunciare per i “contrattempi” ricordati in precedenza. Forse un obbiettivo per un eventuale ritorno in queste belle zone?