Ci guardammo tutti, quella sera in sede al Cai.
C’erano gli American Journals e Carletto gli Alpinist, perchè Teo aveva voglia di fare “qualcosa di duro”.
In Groenlandia aveva fatto cose super egregie, di livello mondiale, ma lui chiedeva “un’avventura dall’esito incerto”. Una cosa alla Glowacz-Jasper al Murallon, tre anni, non una sfida
dall’esito quasi scontato per un forte.
Così Carletto, flemmatico come sempre, aprì due pagine, una aveva la Ovest della Egger, l’altra lo
spigolo del Murallon.
Teo, senza esitazioni, disse: “bon, quest’anno facciamo questa, l’anno prossimo lo spigolo”.
Silenzio. Carletto guarda Teo ma non riceve nessun sorriso del tipo, scherzavo dai.
Ci guardammo un po’ tutti, poi il Berna guardò la foto della Ovest e commentò, vedi qui si sale con Friend, veloci, si scala. In centro sarà liscio, non ha senso.
Non volevano fare artificiale lento e tutto sommato fuori tempo, e quel commento ci stava, ma eravamo un po’ perplessi sul loro ottimismo. Mariolino disse, a seguire: beh, adesso che abbiamo giovani forti, è giusto che facciano cose così.
Da allora sono passati tre anni e 150 giorni di permanenza patagonica, i Ragni hanno un fiore all’occhiello in più e perfino un grande giovane in più, il Luchino.
Lo spigolo ce l’hanno soffiato lo scorso Autunno, prima o poi qualcuno con lo Spirito giusto ci sarebbe andato. E non sono andati gente che sta in Patagonia per mesi ed esce da El Chalten soltanto per 24 ore al massimo…ci sono andati dei francesi e un basco che era per la terza volta in vita sua in montagna.
Particolare decisivo?
Ce ne sono parecchi
1) Alberto Pirovano mi chiama 30 ore prima della partenza e mi dice, ma mica sono passati a prendere il satellitare. Chiamo il berna, non risponde. Poi Teo, e mi fa, tanto in parete non prende. Lo dico ad Alberto, sussulta: ma scherzi? E se dovesse succedere qualcosa? Così dico a Luchino di andare a prenderlo…caro Teo, avresti aspettato sette giorni sul ghiacciaio in tenda, senza gli sms della meteo? O avresti attaccato fidandoti di una meteo che tre volte ha virato al brutto poche ore prima? Che sarebbe successo, su quella via, con il brutto?
2) Luchino. Tre giorni prima di natale dico al Teo, e se lo dicessimo al Luchino? Lui per qualche ora è restio, in tre siamo più lenti. Il berna dice che è meglio. Alla fine il berna convince il Teo, e naturalmente il Luchino, mister “va bene”, alla domanda se gli va di andare alla Egger mi risponde, “va bene”.
3) Testardaggine del Teo; perfino Auer, alla fine, è tornato a casa. Quella testardaggine che io ho conosciuto al Wenden, esportata in Patagonia. E degna dei Vitali, Casimiro, Carletto, Mariolino…
4) Luca. Mi dice, vediamo se il Dott. Rocca può aiutarci. Già, perchè siamo presi in mille cose, ma le cose non si fanno con l’aria. E allora…
5) Mario Conti, detto Mariolino. Che chiede al Dott. Rocca, e ci arriva la risposta dell’aiuto.
6) Silvano. Che in un periodo in cui non riuscivo a respirare per gli impegni e le telefonate prende in mano la patata dei biglietti e fa e disfa. Mi sa che all’agenzia non vedevano l’ora che salissero la via per farla finita col terrore che proveniva dal’Arrigoni…
7) Il Berna. Perchè la via l’hanno aperta lui e Teo, inutile girarci intorno. Praticamente, Teo e Luchino han fatto la prima ripetizione, con apertura di variante finale, e arrivo in cima. Qualcuno ha detto, ma tornano per 25 metri? Ma ormai la via è finita…che dire. Sì, in fondo era finita, ma adesso è finita per davvero. Ragni-Ovest della Egger 3-2