Matteo Della Bordella apre il tiro che conduce all’enorme tetto, che poi supererà in artificiale con esposizione fortissima (tetto orizzontale in Patagonia, con 800 metri di vuoto sotto). Dopo aver recuperato Berna, partirà per l’ultimo tiro, e subito dopo avverrà il clamoroso volo che lascerà entrambi appesi ad un singolo Friend 0,3
Il ritorno in Patagonia è stato in dubbio fino all’ultimo minuto: arrivare a pochi metri dalla fine è un boccone amaro da digerire, ma tornare sui propri passi su una parete così impervia e “fuori mano” necessita di una motivazione non comune che ha bisogno di molto tempo per essere creata…
C’è voluto un anno intero per farlo, passato tra le Alpi e in giro per il Mondo a cercare nuove sfide, a toccare nuove rocce e poi, all’improvviso, la Torre Egger è tornata a ronzare insistentemente nelle menti di Matteo Bernasconi e Matteo Della Bordella.
Questa volta hanno deciso di adottare una tattica leggermente diversa, e oltre a loro due sarà della partita anche Luca Schiera, giovane arrampicatore ventiduenne Comasco alla sua prima esperienza oltreoceano ma con una grossa voglia di misurarsi con queste montagne e un background già ben ricco formatosi sulle pareti Alpine.
Tre componenti vorrà dire secondo i loro calcoli materiale in più da trasportare ma anche maggior velocità in parete, cosa molto importante visti i pochi spiragli di bel tempo che presumibilmente avranno a disposizione per risalire tutto il percorso aperto nel corso degli ultimi due anni e salire quei pochi metri che gli permetteranno di raggiungere il Colle Lux.
Ricordiamo che il tentativo “Die Another Day”, iniziato nel 2011 e proseguito nel corso del 2012 sale per quasi 1000 metri l’inviolata parete W della Torre Egger e si arresta poche decine di metri sotto il Colle Lux.
Restiamo in costante attesa della parola magica: _ _ _ _ _ _ 😉
Good luck!
Per ulteriori info il sito di Matteo Bernasconi: