domenica | giugno 4, 2023

Titlis Letze Ausfahrt per Matteo Della Bordella

LETZE AUSFAHRT TITLIS PER MATTEO DELLA BORDELLA

Glowacz e Dorfleitner

Buono stato di forma per Matteo! In falesia i tiri entrano facili e in montagna il tempismo è perfetto! La motivazione è quella di sempre e il resto la fanno gli obbiettivi sempre più intriganti che si pone. Questa è la volta della Signora Via che Stefan Glowacz ha tracciato sul pilastro del Titlis, così lontano ma così vicino, che lo ha letteralmente catturato. Dopo un giro perlustrativo è stato sferrato l’attacco decisivo…

Tra me e il Titlis è stato amore a prima vista.
In 15 anni di attività alpinistica qualche parete sull’arco alpino l’ho vista e pensavo di essere stato già anche in tanti posti belli, ma il Titlis, il suo spigolo Est…Wow! E’ stata una di quelle soprese che ti lasciano a bocca aperta.
E’ incredibile come sei a due passi dal Engelberg e dal Wenden, eppure qui l’ambiente è così alpino e selvaggio e per un attimo hai la sensazione di essere fuori dal mondo. In fondo arrivare all’attacco della via è poco più di una passeggiata di salute, ma forse è anche la vicinanza del bivacco Grassen a rendere questo posto a me così gradito.

Al bivacco non manca nulla e non ho mai trovato nessuno. E’ un po’ la baita in montagna che non ho mai avuto! Arrivi, ti sistemi con calma, accendi il fuoco per la stufa, sciogli la neve per l’acqua, fai da mangiare, paghi la tariffa del bivacco (eh eh…) e, se hai i soldi, per 25 franchi ti scoli anche una buona bottiglia di vino (purtroppo non è stato il nostro caso). Il tutto con l’affilato spigolo Est del Titlis lì di fronte che ti guarda e che si infiamma di rosso alle prime luci dell’alba – e questa è poesia ragazzi… :-)

E guarda caso in un posto così speciale c’è una via aperta da un’alpinista che è per me da anni modello e fonte di ispirazione, per quello che ha fatto, e che continua a fare e per la sua filosofia di andare per montagne. Stephan Glowacz.
Stephan Glowacz nel 2004 ha aperto con M. Dorflleitner, sulla parete Est del Tilis la via “Letzte ausfahrt Titlis”. Dopo le ripetizioni lo stesso anno ad opera delle cordate Ueli Steck + Ines Papert e Matthias Trottmann + Pascal Siegrist, di questa via personalmente non ne ho sentito più parlare molto. Nel 2006 è stata tentata da Adriano Carnati e Paolo Spreafico che ne hanno percorsa più di metà prima di scendere.

Settimana scorsa io e Luca Schiera ci mettiamo in marcia da Engelberg e in circa 3 ore raggiungiamo in Grassen Biwak, l’ambiente è grandioso e la camminata è ripida e piacevole. La parete è molto bagnata dalle nevicate dei giorni precedenti, ma noi siamo fiduciosi che la via di Glowacz, essendo molto vicina al filo dello spigolo sarà asciutta. La nostra fiducia è ripagata e il giorno successivo di buon ora attacchiamo la via. Beh, la roccia, come dire, non è esattamente quella del vicino Wenden e soprattutto sui primi tiri non mancano i tratti lozzi. Arriviamo in breve al tiro duro della via. Parto. Dopo un inizio un po’ esposto ma non durissimo si inizia a fare sul serio. Il tiro mi sembra un bel bastone e perdo un bel po’ ti tempo a studiare i movimenti. Mi pare comunque duro e decido di non riprovarlo da primo, la via è ancora lunga e ci tengo ad arrivare in cima. Recupero Luca in sosta e mentre lui si riposa un po’ mi faccio calare e riprovo la sequenza chiave da secondo. Con mia sorpresa riesco a concatenarla…Dannazione! Forse avrei potuto fare il tiro anche da primo, ma forse ho fatto bene così: la via è ancora lunga. Continuiamo per i tiri successivi, e qui inizia la parte con la roccia più bella della via, una serie di tiri di 40-50 metri di 7a e 7b, decisamente alpini. Delle lunghezze fantastiche…tutte assolutamente impegnative da scalare a vista, tiri tipo quelli di Dingo al Wenden per fare un paragone di continuità e chiodatura. Arriviamo in cima alle 5 di sera, e super soddisfatti della salita iniziamo una serie di doppie. Pernottiamo al Grassen Biwak prima di scendere il giorno successivo.

Era chiaro, ovvio, limpido che su una via come questa volessi tornare. Volevo tornare anche solo per l’ambiente grandioso e per quei tiri finali tutti da scalare. Ma era altrettanto chiaro che volevo tornare perchè sentivo di poter salire questa via tutta in libera.

E così la settimana successiva si riforma un team piuttosto consolidato: David Bacci non ci mette molto a farsi convincere dalla mia proposta Titlis e in un baleno ci ritroviamo nuovamente al Grassen Biwak. Ci svegliamo giovedì 26 luglio con una giornata perfetta: cielo limpido e temperatura alta. Parto a scalare alle 7 di mattina a 2800 metri in pantaloncini corti e maglietta, scaldato dalle prime luci del sole che colpiscono direttamente la parete. Le sensazioni sono buone, mi sento bello fresco e riposato; arriviamo subito al tiro chiave. Temo di essere ancora un po’ freddo per il tentativo buono, ma comunque parto fiducioso. Passo il runout iniziale, continuo, una presa verticale mi si sbriciola in mano poco dopo averla tirata – per fortuna che il passo l’ho fatto, penso io – arrivo al riposo e aggancio cordino, carrucola e secchiello allo spit alla ricerca della massima leggerezza. Parto per il chiave, ci sono condizioni perfette: caldo e ventilato e mi sembra che quelle tacche verticali siano incollate alle mie mani. A metà delle sequenza chiave inizio a sentire la ghisa, un po’ di incertezza, un movimento che non ricordo benissimo, per un attimo mi sento giu, ma mi riprendo, ancora due tacche e agguanto la zanca rovescia che segna la fine della difficoltà!
Il resto della via potrebbe sembrare “ordinaria amministrazione”, ma occorre sempre fare attenzione su sti tiri, la roccia, le protezioni. Insomma per me una via “non è mai finita finchè…è finita!”. Devo dire che stavolta il resto della via me lo sono proprio goduto: la secondo volta che fai i tiri è molto meno stressante della prima e poi questa scalata aerea mai troppo facile e mai troppo difficile è davvero piacevole, su queste placche hai davvero “libertà di movimento” come dice l’amico Dade.
Alle 15 siamo in cima ed abbiamo il tempo di salire fino alla fine vera e propria del pilastro, goderci qualche raggio di sole e l’ambiente spettacolare, prima di gettare le doppie e iniziare la lunga discesa questa volta verso casa.

MDB

Letzte Ausfahrt Titlis
S. Glowacz, M. Dorfleitner, 2004
8a+ (7b obbl.)
13L 500 metri
Salita in libera il 26-07-2012 da Matteo Della Bordella
Per ulteriori info vedi “Arrampicare in Svizzera” Editore Versante Sud, 2012
La relazione dettagliata (non stilata dagli apritori) sarà pubblicata sul prossimo numero della rivista “stile alpino”

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Titlis Letze Ausfahrt for Matteo Della Bordella

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By Matteo Della Bordella

Between me and the Titlis it has been love at first sight.

In 15 years of intense alpinistic activity I think I’ve seen many beautiful spots, but the Titlis and its East edge…Wow! That was a really nice and unexpected surprise.

It’s incredible to be so close to Engelberg and to Wendestock, but at the same time in such an alpine and wild environment; in this place you feel the sensation of being out of the world and you can breathe the adventure. In the end the approach is just nothing more than a healthy walk, but maybe it’s the near Grassen Bivy which also makes this place so pleasant to me.

In the bivy there’s everything. It is basically the house in the mountains that I’ve never had! You get there, light the fireplace, melt the snow to make water, cook the food, pay the fee of the hut and maybe also drink a bottle of red wine. And everything with the sharp Titlis East edge staring at you and lightens in red at the sunrise…

And, exactly in this special place, there’s a route opened by an alpinist which since many years is for me a model and a source of inspiration, for what he’s done, and for what he’s still doing and especially for his “by fair means” philosophy. Stephan Glowacz.

After a first check on the route with Luca Schiera, where I quickly studied the hard pitch before we fought our way to the top, it was so clear to me that I wanted to come back. I would like to go back only just for the awesome scenery and for those final and airy pitches. But it was also clear that I would like to go back because I wanted to free climb the whole route.

So, I didn’t take too much to convince David Bacci to come with me and in a while we’re back to the Grassen bivy. We wake up the 26th of July with a perfect day: clear sky and high temperature. I start climbing at 7 am at 2800 msl with shorts and t-shirt, warmed by the first rays of light which directly hit the wall. The feeling is good, I feel fresh and well rested, we get to the crux pitch very quickly. I’m afraid of being still not warm enough for a good attempt, but anyway I start climbing confidently.

I go through the initial runout and keep going, a sidepull crumbles into my hand while I’m pulling it – luckily I got through the move, I think – I get to a good rest and hang trail line, pulley and ATC there, in search of the maximum lightness. I go for the crux, the conditions are just perfect: warm and windy, it feels like those crimps are stuck in my hands. In the middle of the crux I start to feel the pump, some hesitation, a move which I cannot remember so well, for a while I feel like I will fall, but I recover, another two crimps and finally I get to the undercling which marks the end of the difficult part!

The rest of the route could be labeled as “ordinary administration”, but that would not be the truth! You always have to be careful on these routes and then “a route is never over….until it’s over!”. I’ve to say that this time I really enjoyed the rest of the route: the second time you climb those long pitches is much less stressful than the first, and then this airy climbing, never too easy but never too hard is really pleasant, on these vertical slabs you really have “freedom of movement” as the friend Dade says.

At 3 pm we’re at the end of the route, we have the time to go up until the real end of the pillar, relax for some minutes in the sun and enjoy the superb landscape, before abseiling down and start the long descent home.

Technical info:

Titlis East Edge (about 3200 msl)

Letzte Ausfahrt Titlis
S. Glowacz, M. Dorfleitner, 2004
8a+ (7b obbl.)
13L 500 meters
Free climbed with no falls or restings all on lead by Matteo Della Bordella the 26-07-2012

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