Sulla parete Est
delle Petites Jorasses.
Di Pierre Mazeaud
Courtesy of http://sudeckikw.pl/
I primi tempi al Ministero della Giustizia erano turbati dagli avvenimenti in Algeria. La mia casa in rue de la Victoire presentò un nuovo aspetto: agenti davanti alla porta e per le scale di casa. Questione della mia sicurezza personale!
Ben presto dovetti partire in missione per l’Algeria. Furono due soggiorni di fila, giusto il tempo di conoscere, di scoprire quel meraviglioso paese e di soffrire poi vedendolo così dilaniato.
Di ritorno da un’ispezione, lessi su un giornale francese la notizia che Walter era riuscito a compiere con Cosimo Zappelli la prima salita della Nord del Pilier d’Angle. Non era quello l’ultimo problema del Monte Bianco? Grande Bonatti! Pensai al passato e all’amico che si era rivelato. Non vedevo l’ora di rivederlo. La mia forma fisica, che era certo scarsa a causa di tutte queste missioni estenuanti, mi avrebbe impedito forse di effettuare grandi salite. Ma con lui…
Telepatia! Come misi piede al Ministero, appena sbarcato dal “Caravelle” proveniente da Algeri, trovai un telegramma di Walter: “Vieni presto, Pierre, la Est delle Petites Jorasses ci aspetta, ti abbraccio”.
L’uomo e il suo stile.
Ottenni un permesso da Foyer e dal carissimo Maynier (non specificai loro le mie intenzioni!) e salii in macchina: erano le sette di sera. L’indomani ero a Chamonix, salii sulla prima corsa della teleferica insieme a mio fratello e arrivai ad Entrèves. Walter mi stava aspettando, ci abbracciammo.
Sapevo che stava per aver inizio una nuova, bellissima avventura. Vedendomi stanco, Walter mi fece dormire. Preparò il materiale con l’aiuto di mio fratello, intimidito dal più grande alpinista del mondo e specialmente dall’uomo Bonatti. Con la sua piccola Fiat bianca ci portò in fondo alla Val Ferret. François, mio fratello, non riusciva a capire come, con la mia stanchezza, osassi intraprendere salite del genere. Ignorava però che con Walter mi sentivo di andare in capo al mondo, anche da morto!
(continua)