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Suffer well – SA009

SUFFER WELL, Fame e sete sulla Cresta Azeem, Gran Trango, Pakistan

di Kelly Cordes

Suffer well

Un debole ricordo di parole scritte alcuni giorni prima mi attraversò furtivo il subconscio quando la nostra unica ricarica di combustibile scoppiettò, ormai vuota, sulla Torre Grande di Trango. Io e Josh Warton eravamo già oltre metà della via, la metà più facile, sulla verticale cresta sud-ovest, alta 2.250 metri, con due corde, un assortimento base di attrezzatura ed un singolo zaino da 12 chilogrammi. Le torri coperte di ghiaccio che incombevano sulle nostre teste gettavano ombre immense sul nostro campo base, 1200 metri più in basso, così come avevano fatto due notti prima, quando il tempo era migliorato e noi sapevamo che, una volta arrivato il mattino, avremmo tentato la via più grandiosa della nostra vita. Quella notte, con i nervi alle stelle ma con la testa stranamente calma, avevo chiuso il mio diario con una semplice nota rivolta a me stesso. Le parole sarebbero state la nostra benedizione e quasi la nostra maledizione: “Sii mentalmente forte. Suffer Well, Buona sofferenza, ne varrà la pena”.

I primi due giorni erano andati lisci, eccezion fatta per la perdita di un quarto dei nostri 20 friends sulla seconda lunghezza, quando un capo della nostra doppia fettuccia sistemata alla meglio per l’attrezzatura si sciolse e ci diede il benservito. Spesso l’arrampicata era abbastanza facile, tanto che il secondo risaliva in arrampicata con lo zaino piuttosto che con le jumar, intervallata da alcune lunghezze difficili e da una, invece, brutta (la maggior parte dei massi se ne stava in equilibrio precario sulle cenge). Verso la fine del secondo giorno l’arrampicata si fece più dura, verso la fine della parte rotta ed appoggiata della via, con parecchi tiri di 5.10 e 5.11. Durante l’ultimo tiro della giornata Josh stava tirando da primo,fuori dalla mia visuale. quando lo sentii urlare: “Kelly, mandami su il nastro!”.

“Eh?” – pensai tra me e me, ma mi attenni a quello che avevo imparato da tempo: il primo di cordata è Dio. Legai il rotolo di nastro al cordino di servizio e lo mandai su. Qualche minuto dopo Josh mi mandò un urlo:

“Tira forte il cordino, per favore”

Lo feci.

“No, no, non così forte, un po’ meno. Perfetto, mollalo per favore!”.

Josh, nove metri sopra l’ultima protezione, era arrivato a due buchi filettati (buchi con filettatura, trapanati durante qualche tentativo precedente). Avevamo però un solo gancio. Lui fissò il gancio al primo buco col nastro, mi fece mettere in tensione il cordino di servizio per tenerlo fermo e poi passò a razzo in libera la sezione “vuota”, più o meno un 5.11.

Il nostro piano era tutto o niente “ o tutto o niente”: avremmo arrampicato il più leggeri possibile, più veloci possibile, e qualora le cose fossero andate a farsi benedire saremmo tornati giù. Questo spirito alimentava il mio allenamento prima del viaggio e sembrava essere un buon piano, partendo dal presupposto che le cose non sarebbero andate a farsi benedire troppo in alto. Sapevamo che avremmo potuto fare una ritirata dalla sommità della “Parete Principale”, a circa 1800 metri dalla base, come aveva fatto un gruppo di quattro arrampicatori spagnoli nel 1990, come anche i nostri amici americani Timmy O’Neill e Miles Smart nel 2000. Gli spagnoli avevano passato tre settimane a piantare corde fisse e fare assalti, facendo riprese, prima di battere in ritirata, proclamando di essere arrivati a solo poche facili lunghezze dalla cima (il nostro amico sloveno Tomaz la mise giù come si doveva al campo base: “Eh certo! E’ quello che dicono tutti quelli che non raggiungono la cima”). Timmy e Miles avevano fatto un tentativo notevole in stile leggero, ma ci avevano avvisato che il tratto chiave si trovava sopra. Infatti, mentre perlustravamo il ghiacciaio superiore per vedere com’era, era evidente che al di sopra dei punti più alti raggiunti prima rimaneva ancora un bel tratto, decisamente non banale. Solo uno sguardo miope od un pensiero speranzoso avrebbero potuto convincere chiunque del contrario.

(…)

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