Nella foto sopra, Stefano su GEO, 8c
Stefano Carnati ha un pregio. No, ne ha tanti, ma uno forse spicca più di altri (perchè ormai dire che scali bene e che sia un bravo ragazzo non fa più notizia). Va alla ricerca di linee superbelle. Quelle linee di scalata che hanno qualcosa in più, intorno al grado. Per questo come Ragni stiamo producendo un breve ma intenso video chiamato AROUND9A, che avrà l’estetica come piatto forte (grazie alle riprese del nostro Adriano Franz Carnati e del bravissimo-e pure fortissimo, perchè di fotografi e cineoperatori che scalino sull’8c+ non ce ne vengono in mente…) Marco Zanone
Questa linea della foto, GEO, in Val di Susa, è uno spigolo che sembra disegnato al computer da un team di grafici. E invece è tutto merito della natura. E poterci scalare è merito di due grandissime persone, Marzio Nardi e Adriano Trombetta. Già, Adriano, sul quale è stato pubblicato anche un inqualificabile articolo su un quotidiano a grande diffusione. Naturalmente in quell’articolo ci si dimenticò, invece, di sottolineare L’ENORME contributo che Adriano ha dato all’arrampicata, anche a quella estrema che non poteva scalare, e all’alpinismo. D’altronde, il gusto non è di tutti, e non tutti hanno pregi, ci mancherebbe. La sensibilità, peraltro, è uno dei pregi più rari, fa proprio la differenza. Quando lavoravo per il (da anni introvabile) Uomini&Pareti, Manolo mi disse che sensibilità non è solo stringere bene gli appigli. Ora, io leggo parecchio, e mi piace leggere autori geniali, e di citazioni sulla sensibilità ne ho lette tantissime, e superlative, ma forse perchè troppo condizionato dall’arrampicata questa frase di Manolo non mi è mai andata via di mente.
Tornando a Stefano, e al video che stiamo realizzando, lui davvero ha questo diktat personale per cui se una linea non è bella proprio non gli interessa, qualunque sia il grado, e ovviamente lui, potendoselo permettere, punta ai gradi alti (qualunque sportivo cerca il meglio, ci mancherebbe. E ognuno pone il suo meglio dove può permettersi di porlo). Quindi il progetto AROUND9A gravita intorno a quel grado, ovvio. Ed è incredibile quanti chilometri, quante MIGLIAIA di chilometri, quante DECINE di giornate, strappate a scuola e tante altre cose, Stefano e la sua famiglia abbiano destinato a queste linee estetiche. C’erano vie dello stesso grado molto, ma molto più vicine, e anche più rapide da salire, ma lui niente, interminabili viaggi, arrabbiatture scottanti (perchè Stefano quando si arrabbia…), e ritorni a casa con le mani vuote. Perchè dietro ogni risultato, se non ti chiami Ondra, Megos, Phelps o Bolt, ci sono anche parecchie sconfitte…e la sconfitta lontano da casa costa, pure economicamente. Questo dovevo pur dirlo, e quindi l’ho detto.
Io Stefano lo capisco, perchè di giornate perse dietro a quelle vie che ho aperto e che non va a ripetere nessuno perchè “impestate”, nonostante sia evidente che siano bellissime, ne spesi a sacchi. C’era chi prendeva in giro, perchè io e Matteo si partiva con tempo incerto e si tornava a mani vuote. Infatti ci mettevamo anni a fare una via…Stefano è partito non poche volte allo stesso modo. E alla sua età, a mio parere, vale ancora di più, alla faccia dei “giovani che non sono più quelli di una volta”, “vogliono tutto e subito”, “sono tutti telefonino e cose vuote” e tutti questi luoghi comuni che, d’altronde, sono le stesse frasi che sentivo quando avevo 16 anni e che mio padre sentiva quando aveva LUI 15 anni. Probabilmente c’è un Sw che si attiva verso i 50 e fa dire queste cose ad una certa frangia dell’umanità. Grazie al cielo io l’ho disinstallato…
Così Stefano si ritrova con forse qualche tiro in meno di 8c+/9a rispetto a quelli che avrebbe potuto già fare (che è tutto dire, perchè comunque mica ne ha fatti pochi. Un 9a+, quattro 9a, due 8c+ e nove 8c. Va beh…a 18 anni e studente modello, con pure le gare da fare…), ma tutti incredibilmente fantastici.