silvan

Silvan Schupbach

Di Silvan, straordinario compagno di Teo, Luca e David all’Uli Biaho ho da raccontare questo. Eravamo al wenden in una delle giornate di riprese del film, con Paul, Franz e Teo, e Pepe a riprendere.
Nebbia e zero termico sui 3000, niente di trascendentale ma ovviamente si scalava in maglia a manica lunga all’inizio e in micropile prevalentemente, assicurando in primaloft o piumino.

Ad un certo punto si presenta Silvan, precisamente alle 12.30,  con un ragazzino con pantaloni lunghi della tuta (Nike, per la precisione) e giubbino della tuta che, dico la verità, io e Paul ci siamo un pò guardati ( con tutto il rispetto per l’American Conturella, da lì sembrava arrivare); Silvan aveva una maglietta bianca di cotone con buchi larghi e sparsi, alla Terence Hill. Saluti e salutoni, e gli chiedo, Silvan ma non hai freddo? Lui (che sorride perennemente): No, no, I like cold. E parte per la via con il ragazzino che in verità un po’ infreddolito mi pareva…per la via Niagara, dove non è possibile calarsi in doppia dopo qualche tiro. A quel punto erano le 13.00.

A fine giornata al parcheggio arriva al buio e della coppia nessuna traccia. Dico a Teo, ehi, mi sembra un po’ tardino e quel ragazzino non mi sembrava molto rapido. Teo mi fa, eh in effetti è vero, armeggia con la rubrica e al terzo tentativo si sente una voce serenissima all’altro capo. Teo ci dice, stan facendo le doppie, dice tutto bene. E se la ride.

Un’altra volta Teo era partito per raggiungerlo e con lui aprire una via su una fantomatica parete gigantesca ed inviolata della Svizzera. Gli dissi che mi pareva strano che nel 2012 ci fossero pareti enormi e senza vie in Svizzera. Dice che ci sono oltre 4 ore di avvicinamento.Va beh, è una mazzata per aprire, ok, ma manco una via.Eh in effetti.Ed in effetti la parete si rivelò, come raccontò Teo, una ragliata di marcio senza precedenti, e “fortunatamente è arrivato il brutto e siamo scesi”.

Insomma, un entusiasta che non sta mai fermo, che su ghiaccio e misto va come i migliori svizzeri ( cioè, come i migliori al mondo), e che su roccia in una capatina alla grotta di Mezzegra ha salito l’8b al secondo giro, mentre io l’ho visto a Cresciano, appesantito dall’Inverno, cadere un pomeriggio su un 8b “sono un po’ fuori forma”.

Quando domenica sera Teo mi ha telefonato dalla base della Ovest dell’Uli Biaho dicendomi che erano stanchi e preferivano tornare al campo avanzato la mattina anche se davano brutto tempo non mi sono preoccupato perché c’era Silvan, e sapevo che c’era un problema di misto non indifferente e Teo e Luca sul misto dovevano per forza credere in Silvan. Teo e Luca hanno un buon rapporto con il freddo, e di Slvan mi sono ricordato la canottiera bucata alla “Lo chiamavano Trinità”.

Poi passavano le ore e non è stato per niente rilassante, esattamente come le ultime ore della Egger. Avevo detto a Teo di chiamarmi dal campo avanzato, ma lui aveva replicato dal campo base, e non potevo ordinare niente di diverso perchè ovviamente era giusto che smontassero le tende del campo avanzato per non tornare più su, e mettersi a telefonare, anche solo per un minuto, è un’inutile perdita di tempo.L’sms è arrivato alle 19.50 ora pakistana, quindi tardissimo. Buio e con la neve, per intenderci. Non hanno chiamato e questo vuol dire che almeno Teo era al lumicino delle energie.

Secondo me le facce erano queste: Silvan rideva, Luca sorrideva, e Teo entrato in tenda avrà detto, che ragliata.