La notizia era nell’aria, più o meno annunciata in diverse occasioni. Ma era giusto che fossero i protagonisti a spiegare dettagli e motivazioni.
Il 17 gennaio i Ragni Matteo della Bordella e Luca Schiera tornano in Patagonia. L’obiettivo non è difficile da intuire per chi ha letto le parole entusiastiche con cui i due descrissero il tentativo dello scorso anno sulla via del Miro al Fitz Roy.
Ancora una volta, in linea con la tradizione ragnesca, il nuovo si confronta con la storia per reinterpretarla in chiave moderna.
La via aperta nel 1976 da Casimiro Ferrari e Vittorio Meles (e da allora mai ripetuta) fu un capolavoro dell’alpinismo di quegli anni, portato a termine con lo stile e la mentalità dell’epoca e pure con qualcosa in più, se si pensa che, dopo un classico quanto infruttuoso assedio da parte delle diverse squadre che si contendevano la salita, Miro risolse il “problema” affrontando la montagna con una cordata di sole due persone, puntando tutto sulla velocità e la leggerezza.
Certo, l’itinerario allora venne salito con largo uso di artificiale e con l’installazione di scalette metalliche che sono ancora lì, aggrappate alle fessure incrostate di ghiaccio.
La nuova sfida è proprio questa: ripulire la via dagli “orpelli d’epoca” e tentarne la salita il più possibile in arrampicata libera.
Lasciamo però a Matteo il compito di spiegare nel dettaglio il progetto e le sue motivazioni:
http://ragnilecco.com/una-nuova-avventura-patagonia/