Ora possiamo sciogliere anche le ultime riserve: l’avventura dei Ragni Matteo della Bordella, Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo in Terra di Baffin è finalmente conclusa!
I nostri tre alpinisti hanno raggiunto il villaggio di Clyde River dopo una settimana di navigazione con i loro canotti gonfiabili nelle acque non proprio chete dell’Eglinton Fiord. I loro compagni, Nico Favresse e Sean Villaneueva, rimarranno ancora per qualche giorno “in to the wild”, aspettando nella Stewart Valley un passaggio da alcuni amici in barca a vela…
Ancora sappiamo poco o nulla di questa spedizione e, a parte l’immagine in apertura di questa news, postata pochi minuti fa da Teo, le notizie sono quelle quattro in croce arrivate con gli sms delle scorse settimane:
- 3 super vioni sul Great Sail Peak (roba di più di mille metri di sviluppo e, sicuramente, con difficoltà ambientali e tecniche adeguate al luogo e al livello degli apritori): una, la prima, segue una linea indipendente per più di metà, che si unisce poi alla leggendaria “Rubicon” (aperta da un team russo nel 2002 e gradata originariamente VI 5.11a A4), e che è stata interamente liberata. Le altre due, integralmente nuove (una italiana, l’altra belga), lungo due diversi (“fantastici!”) sistemi di diedri e fessure, che i due team alpinistici hanno salito in 1/2 giorni in stile alpino.
- Altre 2 vie aperte nelle ultime giornate utili prima della partenza (giusto così, per non annoiarsi…) sul versante opposto al Great Sail Peak: ancora granito perfetto e spettacolari linee in fessura!
Certo, i dettagli li avremo direttamente dai protagonisti della spedizione, ma già dal quadro generale, questa si prospetta come un’impresa alpinistica di altissimo livello (per la qualità e quantità delle vie aperte), condotta nel rispetto di uno stile pulito che ormai non riguarda più solo quello che si fa in parete, ma abbraccia tutto l’approccio alla spedizione, rendendola un’avventura assoluta, dall’attimo in cui si scende dalla scaletta dell’aereo a quello in cui si tirano per l’ultima volta in secca i canotti.
Avremo modo di parlarne direttamente con “gli infaticabili cinque”, ma forse proprio quest’ultimo è l’aspetto più significativo e innovativo di questa esperienza, che testimonia come i nuovi talenti dell’alpinismo internazionale (e fra loro non dobbiamo avere timore di inserire anche i nomi dei nostri tre Ragni) siano ancora capaci di reinventare le regole del gioco, spingendo sull’acceleratore del “by fair means” per aprire sempre nuovi spazi alla vera avventura.
Ancora una volta: il Drago è vivo! Viva il Drago!
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