“Produci consuma crepa”: un titolo “punk” per l’avventura selvaggia di Luca Schiera e Paolo Marazzi, che nel 2017 hanno salito la parete Nordest del Cerro Mariposa, situata al fondo della remota valle del Rio Turbio, in Patagonia. Nel giorno della loro nuova partenza verso le montagne australi presentiamo la versione integrale del video che rievoca questa splendida spedizione.
Il quarto appuntamento con “Ragni around the World” – il programma che, nell’arco di 12 mesi, prevede la messa on-line della versione integrale e gratuita di alcuni fra i nostri più bei film degli ultimi anni – ci porta ancora in Patagonia, questa volta però lontano dalle aree e delle vette più conosciute e frequentate.
Luca Schiera e Paolo Marazzi ci hanno ormai abituato al loro alpinismo di ricerca nel quale l’incertezza del viaggio e di tutto ciò che fa da contorno alla salita è un elemento essenziale dell’esperienza vissuta. Così è stato nel 2017 al Cerro Mariposa, così lo scorso anno al Cerro Mangiafuoco, fra le vette quasi inesplorate del Campo de Hielo Norte. Così sicuramente sarà anche quest’anno, per la spedizione che prende avvio proprio in queste ore e che, ancora una volta porterà i due Ragni fra quei luoghi dell’estremo sud dell’America che ben pochi alpinisti hanno visitato.
Salutiamo la loro partenza con la messa on-line del ideo integrale di “Produci consuma crepa”, che è il nome della via aperte sulla Nordest del Mariposa e assieme la loro sfida al conformismo e all’abitudine, malattie da cui anche l’alpinismo non è immune.
Produci consuma crepa
Nell’inverno del 2017 Paolo Marazzi e Luca Schiera sono andati in Patagonia per tentare una parete di 1000 metri nascosta in fondo ad una valle disabitata nella zona di El Bolson.
Dopo un avvicinamento di un centinaio di chilometri a cavallo e a piedi risalendo le acque del Rio Turbio, si sono trovati soli nella valle ad aspettare una finestra di bel tempo per provare a salire il cerro Mariposa. A tempo scaduto, dopo tre settimane bloccati dalle forti piogge in una capanna, sono partiti per un tentativo in velocità cercando di sfruttare la finestra di bel tempo per tentare la parete e per tornare a casa.
Superato il lago in canotto hanno raggiunto la montagna e nella notte successiva sono partiti il più leggeri possibile, seguendo le fessure bagnate dalle nevicate dei giorni precedenti. Fradici e dopo essere anche stati sfiorati da una scarica hanno infine salito le ultime fessure strapiombanti con la luce delle frontali arrivando in cima alla parete nella notte successiva. Il giorno successivo sono scesi in doppia dalla via e fatto ritorno alla capanna. Seguendo a ritroso la stessa traccia aperta nella giungla con il machete durante l’avvicinamento hanno portato tutto il materiale sulla riva del torrente e sono scesi pagaiando nelle rapide fino a raggiungere il lago Puelo alla sera del quinto giorno di non stop, dove è finito il loro viaggio più selvaggio.