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Raduno italiano giovanile 2020

raduno giovanile 2020
Report dell’allenatore Fabio Palma
Foto courtesy Federazione Arrampicata Sportiva Italiana

L’arrampicata italiana agonistica ha fatto un enorme passo avanti con quanto la nuova Federazione ha progettato e operato in questo terribile 2020, dove tutte le gare sono state massacrate e tutto lo sport giovanile è stato impietosamente, e indegnamente, trascurato e affossato.

L’idea che circolava da un anno, anche nella mia testa, era quella di organizzare dei Trials, sul modello di quelli americani nel nuoto e nell’atletica, che molto onestamente sono anche visti con terrore da tutti gli atleti olimpici di quel paese. Phelps, nella sua biografia, confessò che anche per lui i Trials erano molto più duri, emotivamente, delle Olimpiadi e dei mondiali, con Campionissimi che arrivavano quarti e rimanevano fuori da quelli che erano gli appuntamenti fondamentali. Avviene così anche nel Kenia per il mezzofondo, e nell’arrampicata in Giappone per le giovanili.

Sapemmo dei Trials per partecipare al Campionato Europeo giovanile in Russia di Ottobre in piena preparazione post lockdown, e onestamente Bea stava benissimo. Una furia in corda, sia in falesia che nelle palestre su vie moderne, non lontana dal 7c+ a vista che immaginavo avrebbe raggiunto per fine Luglio, mentre in Boulder saliva flash praticamente tutti i gialli delle varie palestre e molti rossi velocemente. La Speed, pensavo, era questione di provarla sulla struttura.

Poi il riemergere dell’oramai noto problema ai talloni, poco dopo metà Giugno, ci spazzò tutto.

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Abbiamo continuato solo con vie in falesia e allenamento al system wall su prese di legno che mi misi a costruire in fretta e furia anche per la zona vie perché la parte Boulder non era agibile, un caldo fotonico, impossibilità di tallonare e quindi di scalare in strapiombo. Abbiamo davvero fatto salti mortali, sapendo che tutti gli altri atleti potevano allenarsi normalmente, in strutture aperte e fresche.

C’era da arrivare nelle prime tre della sua categoria Under 18 nelle tre discipline, perché pensavo che in combinata avrebbe potuto vincere il titolo europeo, ed essere da podio in tutte e tre le specialità. Ok, era un progetto ambizioso, ma stava proprio bene a inizio Giugno…in fondo sognare costa poco (non è vero in realtà, sognare porta sempre dei costi, anche solo di benzina…).

La prima prova è stata proprio Lead, e non è andata proprio per niente bene: abituata a scalare per due mesi su tacche e massimo 15 gradi di strapiombo, la resistenza è precipitata sullo strapiombo della struttura di Arco con grandi prese moderne e di fatto nessuna tacca…un altro sport! Bea è praticamente arrivata penultima della sua categoria.

Gran prova invece nel Boulder, terza fra tutte le categorie in qualifica e sesta finale, seconda della sua categoria. La coordinazione su trave con prese e system di legno ha fortunatamente preservato il Boulder… molto bene, visto che non la provava da due mesi e mezzo, la Speed, spesso sotto i 10” e qualche volta 9” basso.

Proprio in mezzo ai dieci giorni di Arco è arrivata la notizia dell’annullamento del Campionato europeo, ma non è stato uno sforzo inutile, né per noi né per lo staff della federazione. So che hanno corretto in corsa l’organizzazione, sempre migliore, che il livello di tracciatura era splendido, e che noi ci siamo allenati in condizioni proibitive, rimanendo competitivi. E’ stata anche un’esperienza di socialità, hanno potuto riassaporare lo stare insieme, e credetemi molti adolescenti sono usciti psicologicamente massacrati dal lockdown, e non si sono ancora ripresi, soprattutto gli sportivi (hanno abbandonato in tantissimi in tutti gli sport…).

Ho anche imparato che molto di più di quanto pensassi, allenarsi su 15 gradi di strapiombo anche su lead durissima (da 8a a 8b) esige almeno tre settimane per trasformarsi in ottimo livello su prese tonde e volumi su strapiombi da 20 gradi in su…credevo onestamente che si perdessero 5 o sei prese, non che si precipitasse da oltre 30 a 15…invece certi protocolli a secco e il lavoro sul System di legno, come poi confermato da Juri e Valentina, è stato molto produttivo. Rimane il grossissimo problema che senza aria condizionata non si può provare la Speed d’Estate e “battagliare” contro gli specialisti di altre località italiane e europee è sempre più difficile.

Un grazie a Davide Manzoni, sempre gentilissimo a rispondere, super oberato di impegni dietro questa nazionale, certamente si sta guadagnando sul campo lo stipendio di 5000 euro al mese (l’ho scritto sperando che arrivi fino a qui a leggere…), e un grazie a tutti quelli della Federazione che permettono ai miei atleti di sognare in grande.

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