Appena arrivato in Sardegna non mi sono certo seduto, e ho cominciato a darmi da fare per dare il mio contributo allo sviluppo del territorio.
Ho inizialmente concentrato le energie sulla Cengia Giradili, con l’aiuto del Passini e del Ratti, oltre che dei miei amici locali Murgia, Caboi e Muntoni. Progetto quantomai ambizioso adesso solo all’inizio, con 24 tiri fatti (dal 6a all’8c e forse più) e una cinquantina da fare. Ma questa è un’atra storia.
Quindi, anche per un mio desiderio di sviluppare il movimento da basso, ho dedicato tempo alla chiodatura di due falesie “no big”, come direbbe Andrea Gennari. E sono venute alla luce due piccole perle.
L’isola che non c’è
La prima è a Lotzorai, mio attuale paese di residenza. È nata dal forte stimolo di Luca Fava, pompiere e appassionato di outdoor, che mi ha letteralmente prelevato di casa per farmi vedere delle formazioni rocciose e quindi attrezzarle.
Il lavoro è stato finanziato da numerose attività locali ed eseguito da Luca, Cristian Murgia e il sottoscritto. Dopo un bel lavoro di giardinaggio estremo, disgaggio e consolidamento di alcune prese, è nata una bella falesietta “L’isola che non c’è”.
10 tiri con chiodatura che possiamo definire “ascellare”. Accesso di 2 minuti e gradi morbidi stanno contrinbuendo al successo di questa falesia, soprattutto tra i principianti e i “no big”. Abbiamo anche posizionato soste che non richiedono la “manovra”, che per i meno esperti andrebbe evitata!
Alcarta
Poi, nei miei giri invernali di perlustrazione, avevo adocchiato un micro-canyon dietro a Santa Maria Navarrese.
Volevo vedere se potesse avere un senso mettere mano a una vecchia struttura con qualche tiro spittato chiamata la “Balena”, e, gironzolando, mi sono imbattuto in questo luogo un po’ nascosto ma interessantissimo. Anche questo si prestava ad uno sviluppo dedicato a persone poco allenate, famiglie, o principianti e bambini.
E, grazie soprattutto agli amici Jan Kares e Jaro Ovcacek, che hanno portato spit e voglia, a luglio, con un caldo senza senso, abbiamo attrezzato “Alcarta”, una falesia di 17 tiri dal 4° al 7b, con prevalenza di quinti e 6a/b.
Anche questa falesia rispetta delle caratteristiche che, a mio avviso, dovrebbero diventare scontate quando si ragiona per un certo tipo di utenza: i piccoli, i bambini/ragazzini alti magari un metro e venti, uno e trenta. Infatti tutti i nomi sono giochi per bambini, metà italiani, metà Ceki!
Tornando alla chiodatura, quando li vedevo scalare su alcuni tiri, mi rendevo conto che per loro certe rinviate sono come per noi alcune del Wenden! Va da sé quindi che per loro la chiodatura “sportiva” deve essere proporzionale. E con una regola, che è l’opposto di quanto accade, giustamente, per altri terreni: più è facile, meglio deve essere chiodata. Perché affrontata da persone meno capaci!
Convincere il fortissimo Jan Kares a chiodare in un certo modo (ascellare) è stato facile, gli ho detto che tutti i tiri li avrebbe dovuti fare sua figlia di 10 anni da prima!
Improvvisamente… ha cambiato stile!!!
Nell’attesa della prossima chiodatura… saluti!
Per maggiori info:
http://www.lemonhouse.eu/nuova-falesia/?lang=it
https://27crags.com/crags/alacarta