Ho deciso: Infinite Jest sarà l’ultima apertura in Wenden per me. Ho la sensazione di essere alla fine di qualcosa. Qualcosa di bellissimo e irripetibile, ma che come è giusto che sia si sta chiudendo; adesso ho voglia di cambiare di vivere posti nuovi, così come negli ultimi 8 anni ho vissuto il Wenden. Non ho mai amato quelli che farciscono una stessa parete di loro vie, questa Infinite Jest è probabilmente quanto di meglio io possa dare al Wenden, ora lasciamo il poco spazio rimasto agli altri! Ci sono tanti posti nelle Alpi, pareti su cui aprire, famose o sconosciute, vediamo cosa salterà fuori l’anno prossimo…
Il 3 settembre 2011 è il giorno della libera. 3 anni dietro questa via per un conteggio netto di 16 giornate che si condensano in un unico giorno. Oggi, sabato 3 settembre, tentativo di libera in giornata; sono 17 tiri e sia io che Fabio sappiamo che non dobbiamo sbagliare nulla per farcela, ma questa volta (al contrario di altre) non ci penso troppo.
Primo tiro, di Fabio, normale 6a di riscalda. Secondo tiro, parto io, un bel 7b di placca dove ogni spit te lo devi faticosamente guadagnare con passaggi mai estremi ma tecnici e da capire, penso sia un tiro ostico a vista. Terzo tiro, ancora io, “old school” placca appoggiata, spalmi e qualche runout, anche qui tiro non continuo ma stronzo, un 7b old school appunto. Quarto tiro, aka “il tiro della caviglia”, (sul quale ad agosto 2009 mi stortai la caviglia cadendo in apertura) 7a, è di Fabio. Quinto tiro, il tiro duro, parti con 3 spit su tacche non difficile ma continuo, due spit duri su prese piccole e bloccaggio finale, che mi ha rimbalzato tante volte, ma non questa dove, al pelo, ma passo, poi placca tecnica sul 7b/c fino in catena. 8a+/8b nel complesso, 8a+ duro o 8b facile secondo me, non saprei, lo lascio a voi che la ripetete.
Sesto tiro di collegamento. Settimo tiro, 50 metri in traverso verso destra, prese piccole e dolorose, quello che non piace a me, un paio di boulderini e ottimi riposi, 7a per me stretto, Fabio invece non lo trova così duro. Ottavo tiro, è di Fabio, tiro scabroso, occorre un buon occhio nello sfalzare le corde e fiducia in certi appigli, 7b che stavolta non mi è sembrato così duro da secondo, l’altra volta mi era sembrato molto peggio. Poi due tiri di collegamento e siamo sulla parte alta.
Primo tiro della parte alta, un bel 7a+, difficile da leggere e con divieto di caduta dal primo al secondo spit, Fabio lo risolve bene. Secondo della parte alta, un quinto grado da godere e da scalare, roccia super lavorata e fin troppe prese! Terzo parte alta, è di Fabio, boulderino di dita proprio di fianco alla sosta, che da secondi è meglio non sbagliare perchè poi il tiro va molto in traverso, poi più facile, 6c nel complesso. Sosta comoda e quarto tiro della parte alta, super lozzo, partenza fisica su roccia “da fidarsi” con nut lasciato per non finire in cengia, poi traverso sempre lozzo, 6c e sesto tiro della parte alta, o quindicesimo, il vero chiave della via. E’ un tiro boulderoso, arrivare qui senza averne più vuol dire libera fallita, per fortuna quel 3 settembre ne avevo ancora per tenere le tacche del boulder, ma un po’ di fortuna è stata anche necessaria 8a/8a+, a posteriori probabilmente 8a ma quel giorno mi è sembrato decisamente 8a+. Sedicesimo tiro, solo 6c+, ma la via non è finita, vado io da primo e il tiro mi sembra chiodato eterno, riesco comunque a ragliarmi fuori. Diciassettesimo ed ultimo tiro, vedo il successo vicino e senza pensare a niente come mi è già capitato altre volte scalo veloce e deciso verso la sosta finale, 7a+ che stavolta mi sembra facile e Infinite Jest finisce qui, ma questo 3 settembre e tutti i momenti di apertura resteranno con noi per sempre.
Fotos by P. Bagnara