Mercoledì 24 febbraio i Ragni Matteo Della Bordella e Luca Schiera, in cordata con il giovane lecchese Giacomo Mauri, hanno aperto una nuova via sul versante Sud delle Grandes Jorasses, nel gruppo del Monte Bianco.
L’itinerario segue la direttrice di un evidente diedro, lungo la struttura conosciuta come Pilastro Ghiglione o Pilastro del ghiacciaio sospeso, situato a sinistra dell’Jpercouloir delle Jorasses. La nuova via sale a destra dello storico itinerario di Piero Ghiglione e Arturo Ottoz, del 1948, e della linea di misto aperta nel 2019 da Enrico Bonino e Jon Bracey.
Della Bordella, Schiera e Mauri hanno completato la salita in giornata dal rifugio Boccalatte, salendo per 450 metri su roccia ottima e molto lavorata, con difficoltà che non superano mai il 6b e offrono una splendida scalata. Dalla cima, traversando a sinistra, i tre si sono ricollegati con la via normale di discesa dalle Jorasses, facendo così rientro al rifugio.
C’è un curioso incrocio di destini dietro alla nascita di questo nuovo itinerario, ben rappresentato dal nome che gli apritori hanno voluto dare alla via: “Il regalo di Berna”.
Racconta, infatti, Luca:
“Viste le temperature decisamente sopra la media per il periodo io e Teo ci sentiamo per fare finalmente una via in montagna insieme cercando qualcosa di interessante. Dopo diverse proposte lancio un’idea che mi aveva dato Popi Miotti qualche tempo fa, una bella torre di granito sul versante sud delle Grandes Jorasses. Ci sono solo due vie tracciate sul lato sinistro del pilastro, tutta la parete è libera per essere scoperta e scalata dove ci piace.
Quando faccio vedere la foto a Teo, da grande esperto della zona, sa subito di cosa si tratta e mi racconta la storia che c’era già dietro.
Era un’idea nata dal Berna, di cui conservava ancora i messaggi sulla linea da seguire, e poi proposta a Matteo Pasquetto. Per due assurde fatalità le cose sono andate diversamente e scopro tutto solo quando invio la foto della parete a Teo.
Si aggiunge poi Giacomo Mauri e martedì saliamo al rifugio Boccalatte, mercoledì risaliamo il canalone per raggiungere la base della via carichi con anche (l’inutile, si scoprirà poi) materiale da bivacco.
Dopo il primo gelido tiro arriva il sole e la roccia si scalda subito, non sembra affatto inverno e risaliamo senza troppa fretta la parete. Non incontriamo mai particolari difficoltà ma gli ultimi tiri ci regalano un’arrampicata bellissima e ripida ma piena di buoni appigli… il regalo del Berna“.
[…] In questa salita, poi, c’è un curioso incrocio di destini che hanno dato anche il nome alla via, a raccontalo è Luca Schiera sempre nell’articolo pubblicato sul sito dei Ragni. […]