In questo articolo non troverete il racconto di un’avventura, di una via nuova o qualsiasi altro genere di “performance”. Come tutti sappiamo l’arrampicata non è fatta solo di questo, ci sono cose più semplici, ma altrettanto importanti, come il condividere la questa passione con gli amici, conoscere persone e posti nuovi.
Sembrano cose scontate e la maggior parte delle volte ci teniamo per noi queste esperienze, ma ogni tanto vale la pena raccontare qualcosa anche di questi aspetti dell’arrampicata.
L’articolo in questione parla del raduno di arrampicata sportiva in Valle Maggia organizzato dal gruppo degli Scoiattoli dei denti della vecchia, che si è appena concluso.
Quando, quasi per caso, davanti ad una birra nel paese di El Chalten, nacque insieme Fulvio Mariani ed Egon Bernasconi, l’idea di organizzare un raduno tra Ragni della Grignetta e Scoiattoli dei Denti della Vecchia, pensai subito che sarebbe stata la classica “bella idea”, che avremmo tutti dimenticato una volta terminata la birra successiva.
A volte, tutti noi abbiamo delle intuizioni geniali e per diversi motivi ci rendiamo conto che sono irrealizzabili nella realtà; temevo pessimisticamente, che questa idea ricadesse in tale categoria, tuttavia questa volta mi sbagliavo.
Gli Scoiattoli dei Denti della Vecchia sono un gruppo con una grande storia e tradizione alle spalle. Per età anagrafica sono quasi coetanei di noi Ragni (in realtà hanno qualche anno in meno dal momento che furono fondati nel 1964), ed il loro gruppo ha tanti aspetti comuni al nostro: sono stati fondati da dodici amici che si ritrovavano a scalare ai Denti della vecchia (che era un po’ come la Grigna per noi Ragni ed i 4 soci fondatori), racchiudono al loro interno gli arrampicatori ed alpinisti della zona più preparati dal punto di vista tecnico, hanno una gloriosa storia alpinistica alle spalle. Punta di diamante della storia alpinistica degli Scoiattoli fu il grandissimo Marco Pedrini “Crosta”, il quale era anche molto amico e compagno di scalate di alcuni Ragni negli anni ’80.
Col passare degli anni, mentre il gruppo Ragni si è aperto anche agli arrampicatori sportivi, mantenendo però la propria anima prettamente alpinistica, il gruppo degli Scoiattoli ha pian piano virato nella direzione dell’arrampicata sportiva, concentrandosi quasi totalmente su questa disciplina con attenzione e dedizione al territorio in cui operano.
Il risultato di questa scelta lo si può ben vedere e toccare con mano ed è costituito da decine di nuove falesie disseminate in tutto il Canton Ticino e da una nuova generazione di giovani e promettenti ragazzi e ragazze, che sta crescendo sotto la guida degli Scoiattoli più maturi.
Tornando alla storia del nostro raduno, ho capito subito che gli amici roditori avessero intenzione di “fare sul serio” quando, nel mese di aprile insieme a Fulvio ed Egon, abbiamo deciso luogo e data. Da parte mia ero entusiasta del fatto che questa idea si concretizzasse perché il fatto di organizzare occasioni di aggregazione all’interno dei Ragni era uno degli obiettivi che mi ero dato per questo mio primo anno di presidenza.
Inoltre il luogo prescelto per il raduno era la Valle Maggia: una valle che personalmente conosco molto bene, perché qui si trovano alcune tra le mie pareti e falesie preferite, una valle dove però la roccia è talmente tanta che non mancano mai le novità di posti nuovi da scoprire, sia per il visitatore occasionale, sia per chi già scala in questi luoghi da diversi anni.
Questa valle (e le sue laterali) sono il terreno di conquista ed avventura preferito dell’attivissimo gruppo di chiodatori “Picalciot”, una combriccola di amici tra i quali spiccano i nomi di Egon Bernasconi e Dario Koch, che sono (insieme ad Andrea “Dinda” Bisio in Liguria, che però qui non centra nulla) i due più attivi e motivati chiodatori di falesie che io conosca!
È vero che madre natura ha donato loro un paradiso di pareti di granito a due passi da casa, ma è anche vero che questi due ragazzi (ed anche altri) hanno speso tantissime energie, tempo, soldi, fatiche e gioie per valorizzarlo al meglio. Quindi un enorme e sentito grazie va in primis a loro due, ma anche a tutti quelli che li hanno aiutati nel lavoro (anche sporco) ed hanno profuso energie e tempo per valorizzare questi angoli di granito dei quali andremo a parlare.
Le falesie prescelte per il raduno erano due: la falesia “Goldensciauar”, situata proprio dietro la chiesa di Cevio, raggiungibile a piedi dal punto di ritrovo. Goldensciauar offre vie molto atletiche, spesso di resistenza su granito pulito e lavorato a tacche e svasi; i tiri sono per lo più su difficoltà medio-alte e per questo motivo, la falesia è stata meno frequentata durante questo raduno rispetto all’altra opzione proposta, ovvero la falesia “Geisha wall”, situata sopra il paese di Linescio.
Quest’ultima falesia ha costituito un’anteprima assoluta, dal momento che è appena stata chiodata e non ancora pubblicata: 70 tiri di difficoltà dal quinto all’8b, molti dei quali ancora da liberare, messi a disposizione dei partecipanti al raduno di queste due giornate. Geisha wall offre un’arrampicata per lo più tecnica e con grande varietà di movimenti, è suddivisa in diversi piccoli settori adiacenti tra di loro ed immersi in un bel castagneto.
Sembra incredibile che questo scudo di roccia abbia dovuto aspettare il 2018 per essere chiodato e valorizzato!!
Non è mancata poi la possibilità per gli amanti di boulder di scoprire i blocchi della Val Bavona: infatti un discreto gruppo di scalatori ha preferito lasciare a casa corda ed imbrago per dedicarsi alle estetiche linee disseminate sui vari massi della valle.
L’organizzazione del raduno da parte degli amici Scoiattoli è stata semplice (all’apparenza) ma geniale e non ha lasciato nulla al caso: dal fornire le mappe delle falesie e boulder ai partecipanti all’allestire un tendone comune per il ritrovo dopo la scalata. La cosa che, a livello personale mi ha più colpito, è stata la spontaneità nell’organizzazione ed il fatto che ci fossero tante persone diverse che hanno collaborato ognuno con un piccolo compito, nella realizzazione dell’evento.
A seguito della prima giornata di scalata è stato offerto a tutti i partecipanti l’aperitivo, che non ha fatto altro che aprire le danze per una super cena a base di polenta e spezzatino e fiumi di birra e vino. Si sono spesso formate tavolate “miste” di Ragni e Scoiattoli ed è stato un bellissimo momento di socializzazione per persone di tutte le età unite, dalla stessa passione.
Dal momento che la mia ispirazione letteraria finisce qui, ringrazio di cuore gli amici scoiattoli per questa bella occasione e lascio che le immagini di questo raduno prendano il posto delle mie parole e che queste foto di tanta gente e tanti giovani che scalano felici e spensierati rappresentino il futuro di Ragni e Scoiattoli!