FREE RIDER: ALL FREE PER MATTEO DELLA BORDELLA
E’ già da alcuni giorni che si rincorrevano voci riguardanti il viaggio di Matteo Della Bordella accompagnato da David Bacci a Yosemite, tuttavia la difficoltà di comunicazione non ci ha permesso di avere a disposizione notizie complete.
Obiettivo del soggiorno era la salita di Free Rider, una linea inventata negli anni 90 dai fratelli Huber che sale, completamente in libera, l’enorme parete di “El Capitan”.
A documentare la salita c’era il fotografo Pietro Bagnara che, rientrato qualche giorno prima di loro ci ha inviato due foto (e che foto!) ed un messaggio…breve e perentorio: Free Rider ALL FREE!!!
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“Dopo alcuni tentativi su El Capitan andati a vuoto per il caldo ma, soprattutto, per l’intasamento dovuto alla presenza di numerose cordate sulla Salathè/Free Rider che impedivano una veloce progressione, finalmente il 19-20 Ottobre Matteo della Bordella – in cordata con David Bacci- riesce a salire in libera la via Free Rider aperta nel 1998 dai fratelli Huber sulla parete più famosa del parco di Yosemite Valley. La forte cordata italiana attacca la via all’alba del 19 Ottobre e a fine giornata sono già al bivacco su El Cap Spire. Il tempo è buono e poche cordate sono presenti sulla via che stanno salendo. Il giorno dopo salgono in libera la restante metà dei tiri e alle 17:30 sono in cima a El Cap dove passano la notte per ridiscendere la mattina seguente.”
YOSEMITE IS THE PLACE di Matteo della Bordella
Quando entri nella valle e ti trovi davanti il Capitan: 1000 metri di monolite di granito, ripido e compatto dall’inizio alla fine, non puoi che rimanere a bocca aperta davanti a questa muraglia gigante ed inizi a renderti conto di quello che ti aspetta.
Scalare il Capitan penso sia il sogno di molti scalatori, sicuramente era un mio sogno che avevo da un po’ di anni, anche se non moltissimi per la verità. E’ un desiderio nato più o meno quando avevo scoperto, con Cadarese, questa cosa per me nuova chiamata arrampicata in fessura, diciamo quindi che da circa 4 anni il viaggio nella mitica Valle veniva sempre rimandato per qualche motivo. E a posteriori posso dire che probabilmente è stato un bene il fatto di far passare un po’ di tempo prima di andare in questo posto….Perchè nel mio sogno oltre al fatto di scalare il Capitan era inclusa la clausola di doverlo salire tutto in libera dall’inizio alla fine!
La scelta della via non era poi così importante, ma essendo la mia prima volta in questo posto, la logica mi ha suggerito “Free Rider” che sarebbe la via più facile tra quelle in libera sul Capitan.
Free Rider è fondamentalmente una variante della celebre Salathè, aperta dai fratelli Huber nel 1998, questa via evita la headwall della Salathè con un traverso verso sinistra, seguendo poi un sistema di fessure molto logico. La più facile, ma non poi così facile, a dispetto del grado massimo di 7c.
All’inizio le cose per me e il mio socio David Bacci non si erano affatto messe per il verso giusto. Troppa gente sulla via e qualche carenza tecnica sulle fessure larghe (offwidth) avevano ostacolato e mandato a vuoto i primi due tentativi – il secondo in realtà nemmeno iniziato a causa del traffico in parete.
La Monster Offwidth in particolare la prima volta si è rivelata per me particolarmente dura e sfiancante, ma anche l’Hollow Flake e il Free Blast non sono stati da sottovalutare per non parlare dell’enduro corner e dei tiri finali, assolutamente fisici e molto continui. Anche se i gradi di questi tiri sono piuttosto ridicoli c’è poco da prenderli alla leggera, anzi… Ma aldilà di questo è stato quando abbiamo deciso di scendere dal secondo tiro a causa di una cordata di artificialisti davanti a noi che non ci lasciava superare, il momento di maggior nervosismo della vacanza.
Abbiamo aspettato 5 giorni per far smaltire un po’ il traffico e metabolizzare il misto di arrabbiatura e delusione. Cinque giorni investiti bene facendo anche pratica nelle fessure larghe.
Poi dopo un giorno di riposo ripartiamo per un tentativo di libera. Programmiamo di salire la via in 3 giorni, per avere un po’ di margine di tempo per riprovare qualche tiro in libera in caso non venisse subito, ma alle 17.30 del secondo giorno siamo già in cima alla via. Saliamo la via per lo più a comando alternato, salgo però da primo tutti i tiri più duri di 5.12 e la maggior parte dei 5.11. I tiri chiave del Free Blast e l’Hollow Flake mi sembrano un po’ meno scontrosi dell’ultima volta, la Monster Offwidth questa volta non mi dà particolari problemi, anche se la sale da primo David, e ci ritroviamo alle 18 sull’incredibile e aereo bivacco di El Cap Spire! Il giorno dopo tutto fila ancora di più per il verso giusto, dopo aver liquidato il Teflon Corner (tiro sulla carta più duro della via – un diedro completamente liscio da salire con i palmi delle mani), salgo al primo tentativo mettendo le protezioni i due tiri dell’Enduro corner, assolutamente non facili per il grado, ed anche il traverso. I tiri finali sono atletici ed impegnativi ma non presentano particolari problemi.
Quasi nessuna cordata sulla via questa volta. O meglio due cordate che gentilmente ci hanno fatto passare e un’altra cordata veloce che tentava Capitan e Half Dome in libera in 24 ore che ovviamente abbiamo fatto passare noi…
Beh, di pareti e di vie negli ultimi anni ne ho salite molte, alcune anche sicuramente più difficili di Free rider, ma arrivare in cima alla parete del Capitan arrampicando in libera è sicuramente qualcosa di diverso, speciale ed indimenticabile!
Nel resto della vacanza ci concediamo anche la salita di Mount Watkins e The Nose sul Capitan, più una caduta libera di circa 60 metri dalla cima del Capitan per finire in bellezza, chiamata Porch Swing, un’esperienza assolutamente emozionante ed adrenalinica.
Che dire!? Sono già con la testa su altre vie sul Capitan da provare in libera per la prossima volta e su una caduta libera molto più lunga….
(Questa seconda cosa è assolutamente falsa!!! Il Porch swing per me resta una “sdangerata” che si fa una volta nella vita)
Matteo Della Bordella – Ragni di Lecco
ENGLISH ARTICLE
YOSEMITE IS THE PLACE by Matteo della Bordella
When you first enter the valley you are immediately faced with El Capitan: a 1000m high granite monolith, steep and compact from start to finish and you simply cannot be awestruck by this gigantic wall and it is then that you begin to realise what lies in store.
I reckon many climbers dream of climbing El Capitan and I’d certainly dreamt about this for the last few years. In truth though not too many, the desire had come about, more or less, when I discovered something knew for me, namely crack climbing at Cadarese, but during the last 4 years I kept postponing a trip to this legendary valley for some reason or other. In retrospect I reckon it was probably a good thing that I didn’t come here immediately…. also because, in my dream I not only wanted to climb El Capitan, I also wanted to free climb it from start to finish!
The choice of route wasn’t that important but since I’d be there for the first time, the logical line was “Free Rider”, the easiest of all free climbs up El Capitan. Free Rider is basically a variation to the famous Salathè; established by the Huber brothers in 1998, it avoids the Salathè Headwall with a leftwards traverse and then follows a logical series of cracks. The easiest of which, despite its 7c grade, aren’t that easy after all.
In the beginning things didn’t go well for my climbing partner David Bacci and myself. Too many people on the route and our poor offwidth technique had hindered progress, grounding the first two attempts – the second of which didn’t even start due to too much traffic on the route.
The Monster Offwidth in particular proved particularly difficult and exhausting, but the Hollow Flake and Free Blast pitches weren’t to be underestimated either, not to mention the Enduro Corner and the finishing pitches, very physical and continuous. Even if the grades of these were fairly ridiculous, nothing could be taken for granted, on the contrary… But apart from all of this, the most nervous moment of the holiday was when we decided to bail from pitch 2 due to the aid climbers above us who wouldn’t let us overtake.
We decided to wait for 5 days to let the traffic ebb and to get to grips with this mix of anger and disappointment. Five days invested well by training on some offwidths.
After a rest day we set off on our free attempt. We planned to climb the route in 3 days, so as to have enough margin to free some of the harder pitches if necessary, but at 17:30 the next day we already found ourselves on the summit. We mainly alternated leads, but I climbed all the hardest 5.12 and most 5.11 pitches. The crux Free Blast and Hollow Flake pitches seemed less stroppy than before, the Monster Offwidth didn’t provide any particular problems even if David led it and at 18.00 we reached the incredibly airy El Cap Spire bivy.
Things ran even more smoothly the next day and after sending Teflon Corner (on paper the hardest pitch of the route – a completely smooth corner which is climbed smearing the palms of your hands) I immediately sent the Enduro corner, which is absolutely no walkover for the grade, and also the traverse. The final pitches are demanding and pumpy but we encountered no further difficulties. This time there was hardly anyone en route. Or rather, just two teams who kindly let us overtake them, as well as a fast team attempting to free climb Capitan and Half Dome in 24 hours… we obviously stepped aside as they climbed past.
Well, I’ve climbed many routes and rock faces in recent years, some of which are certainly more difficult than Free rider, but reaching the top of El Capitan, climbing it all free, is definitely something different, special and unforgettable!
During the rest of our holiday we indulged in climbing Mount Watkins and The Nose up Capitan, plus we took a circa 60m fall from the summit of Capitan to finish in style. This is called Porch Swing and the experience was totally exciting and adrenalinic!
What else remains to be said?! I’m already thinking about other routes on Capitan that I’d like to climb free next time, as well as another, far longer free fall… (This second statement is completely untrue!!! For me Porch swing is a so wild I’ll only do it once in my life)
Matteo Della Bordella – Ragni di Lecco