Fratelli di
Spagna
Intervista Di Fabio Palma
Sguardo furbo, occhi stretti a fessura quelli di Iker, coi suoi celebri occhialini, rotondi quelli di Eneko. vivaci, mobili, mai acquosi.
Trasmettono energia.
Iker è una molla, fatica a stare seduto, in piedi, in un metro quadro, ovunque. Iker ha una vitalità costretta al movimento da se stessa, è condannato a seguirla, come se gli sfuggisse.
Ci convive, ecco, ed è felice di questo rapporto, ma deve essere continuamente in forma, per starle dietro.
Eneko ha il viso da ragazzo che vive alla giornata pianificando il futuro con calma, Iker è tirato via coi capelli, dal futuro.
Iker è uno dei più forti climber sportivi di tutti i tempi, Eneko è un Signor alpinista che ha trasmesso al fratello la passione per le grandi pareti.
Dopo i F.lli Huber, sono arrivati loro, i “terribili” f.lli Pou.
Rumorosi, chiassosi, pieni di idee.
I grandi Huber sono silenziosi nel durante e poi bravissimi a comunicare, loro sono spagnoli, latini, e quindi portati ad essere notati anche in un piazzale di un parcheggio, sotto le pareti.
In alto, 800 metri più in alto, ci sono le più belle torri di calcare d’Europa, quelle del Wenden.
Sono lì per ripetere Zahir, la via più dura della grande fortezza calcarea del Sustenpass, e si beve insieme.
Mi sono simpatici, anzi, sono simpatici a tutti, ma sono anche bravissimi e hanno mostrato una particolare attitudine al confronto sulle vie altrui, atteggiamento che manca a moltissimi Top.
E’ ovviamente meritorio aprire delle vie difficilissime e che segnano un passo importante, ma è anche di grande valore andare a “ficcare il naso” sulle vie altrui, dove chiaramente ci si scotta di fronte a parecchie sorprese.
Loro lo fanno, continuamente.
Il loro tour delle Alpi li ha visti scalare tre vie simbolo, Panaroma sulle tre cime di Lavaredo ( di Alexander Huner), Zahir al Wenden (Gunter Habersatter e Iwan Wolf) e Solo per vecchi guerrieri ( Manolo).
In precedenza Iker Pou aveva saggiato Silbergeier, di sua Maestà Beat Kammerlander
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