Lo vedete Pepe, alias Pietro Bagnara, appeso nel vuoto, con centinaia di metri di vuoto sottostante, fotografato da un altro operatore, Riky, nella parte alta della via Infinite Jest? Beh, per fare questa foto, ma soprattutto per fare quelle riprese, Pepe e Riky risalirono oltre 400 metri di corde fisse.
Sono passati tre anni da quando proposi, al Consiglio dei Ragni, di fare dei film. Che, in realtà, non è che fosse una novità, per il gruppo, visto che i Ragni sono stati produttori di film come La Torre del Vento e Fitz Roy, titoli che hanno anche vinto dei premi al Film Festival di Trento, e altri ancora. Di fatto, i Ragni erano già proprietari di molti titoli, segno di una certa tradizione nel voler documentare le salite e le imprese.
La novità stava, allora, nel produrre dei film con registi assegnati dall’inizio, e riprese in parete fatte da professionisti e non solo dagli alpinisti, perchè avevo letto che perfino nel campo della pubblicità le Reflex stavano sostituendo le telecamere nelle riprese, per varie ragioni, non ultima l’altissima qualità che permettevano le ottiche. Più che questo fatto, era però la possibilità di poter andare in parete con un peso “umano” (reflex e qualche obbiettivo invece di telecamere enormi) che mi aveva fatto scattere una luce nel cervello; su vie di misto puoi portare anche mezzi molto pesanti, ma è sul verticale o peggio che le cose sono completamente diverse. In sostanza, dove è più difficile scalare, su roccia o su ghiaccio, è anche più difficile riprendere, in una grande parete. Sembra banale, ma di mezzo ci sono molti zero di differenza in costi…fino, appunto, all’arrivo delle reflex capaci di produrre video.
Siamo partiti proprio con Riky e Pepe a riprendere per “La via del Det” e “Infinite Jest”; Infinite Jest, regia Matteo Madugno, in particolare è probabilmente tutt’ora il film europeo che ha visto degli operatori più giorni in parete. E poi è venuto il film sulla Uli Biaho, che sarò distribuito dalla Gazzetta dello sport, per il quale Arianna ha ripreso una montagna di ore, riuscendo poi a costruire un film senza interviste.
Due anni fa abbiamo poi avviato il progetto del film sulla Grigna e le vie dei Ragni, approfittando di un’idea di Matteo (Pota per il mondo) e Gerry, e lo scorso Inverno quello sulla parete Fasana, che Lorenzo e Silvano conoscono meglio del salotto di casa (certamente l’amano anche di più!), con la volontà di fare due film sul territorio di Lecco, cosa a cui stranamente non ci aveva mai pensato nessuno! Fra l’altro, in questi due film hanno partecipato, a volte persino come controfigure, un sacco di Ragni, giovani e meno giovani, e anche questa per me è una soddisfazione. Per una giornata di riprese sulla Grigna, dall’oggi al domani furono mobilitati sei Ragni e due amici! Questa è unione e amicizia.E se pensate che tutto si riduca ad organizzare bene quello che deve avvenire in parete, beh, vi sbagliate: il dopo è la vera mazzata…come produttori, infatti, dobbiamo controllare un sacco di cose, dalle musiche alla sceneggiatura, dalla fruizione alla distribuzione (se fai un film per una sola serata, pur di successo come nella foto sotto, è meglio che non parti, con il lavoro che ci sta dietro…), fino alla postproduzione audio (eh già, rispetto ad un video, non basta metter sotto una musica ad un certo livello; c’è da bilanciare tutto, sistemare i livelli fra parlato, rumori e musiche, e riempire i vuoti con anche singole note o effetti, e per questo ci siamo affidati a Simone Morandotti, che ha uno studio…beh, dalla foto ne vedete un pezzo).
E quindi Lunedì prossimo, come da news, presenteremo questi due film, ambientati nel lecchese. Dire che ce l’abbiamo messa tutta so che è una frase che si presta a picconate. Allora mi limito a dire, l’abbiamo fatto. Ah, un’ultima cosa. Mi accorgo che siamo passati, in questi due anni, da una a due serate all’anno con tutti voi che ci seguite. Beh, grazie!!!