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Festorazzi e Compagni ripetono il Supercouloir del Disgrazia

Nei giorni scoIMG_8642rsi il Ragno Lorenzo Festorazzi, in cordata con Francesco “Ceco” Galperti, Valentino Cividini e Gabriele Merelli, ha portato a termine una delle rare ripetizioni del Supercouloir del Disgrazia (forse la seconda, ma, come dice Lorenzo, “questo poco importa, l’importante è essere riusciti a salire questa via che da tanto tempo era nei nostiri obiettivi”).

Il Supercouloir del Disgrazia è una splendida linea effimera di 600 metri, aperta nell’83 dai Ragni Norberto Riva e Marco Della Santa, che salirono in sole 2 ore e 30 minuti dalla base alla vetta affrontando diversi tratti con pendenze sopra i 70 e 80 gradi. Da allora la via è stata sempre molto corteggiata dai ghiaccia tori delle Alpi Centrali, ma pochi sono stati gli anni in cui si sono ripresentate le condizioni adatte per la salita.

Così Lorenzo racconta la sua recente ripetizione: “Tutto comincia quando mando un messaggio a Valentino Cividini per fargli I complimenti per la salita alla nord ovest del cengalo fatta con Teo. Lui mi chiama e mi dice: “Bello, adesso nei nostri prossimi obiettivi c’e’ il Supercoluoir al Disgrazia”.

IMG_8667“Nooooo! – rispondo – la scorsa settimana ne ho parlato con il mio socio Ceco, visto che potrebbe essere l’anno buono per le condizioni”.

Lui: “Possiamo andare assieme!”.

Così e’ stato, solo che dopo una serie di rinvii a causa del meteo avverso Teo non ha potuto essere dei nostri, quindi è entrato in gioco Gabriele, giovanissimo promettente.

Quando arriviamo al bivacco Oggioni scopriamo che questo è completamente sommerso dalla neve, quindi, con altri 3 ragazzi diretti alla nord, ci alterniamo a liberare l’entrata (per fortuna  o esperienza avevamo portato la pala).

Sveglia IMG_1813alle 2, un po’ di tè caldo e via! Con una doppia da 60m siamo sul ghiacciaio sottostante. Seguiamo la rotta studiata dal bivacco il giorno prima e, piano piano, visto che era ancora buio arriviamo all’attacco proprio quando si comincia a vedere qualcosa.

Superiamo la terminale in leggero strapiombo e la via comincia ininterrottamente a scaricarci addosso farina. Allora su veloci fino a metterci un po’ al riparo. Un bel muro di 85 gradi è sopra di noi, il ghiaccio è abbastanza buono. Si sale bene, ma meglio non guardare le sicure, le picche tengono bene ma i chiodi è meglio non provarli… I salti superiori si abbassano fino a 80 gradi, così come lo spessore del ghiaccio, dove in diversi punti si sale senza alcuna possibilità di protezione, sperando almeno di trovare posto per una sosta decente. Ultimo salto al limite, quel poco ghiaccio che c’era, dopo il nostro passaggio non esisteva più…

Sopra pendio e alcune roccette mai banali e finalmente in cresta. Grande via in ambiente fantastico di difficoltà psicologica soprattutto per le protezioni che non davano alcuna garanzia.

Grazie a Ceco,Valentino e Gabriele per avere condiviso momenti indimenticabili nel cuore del Disgrazia”.

 

 

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