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Diario dal Ratikon, di Paolo Spreafico

Diario dal Ratikon

di Paolo Spreafico

Mercoledì 7 Settembre 2011

Ratikon

E’ passato un mese circa dalla prima uscita…una decina di giorni fa un nuovo tentativo di apertura è stato bloccato sul nascere dalla neve agostana che ha imbiancato, rendendo inagibile tutta la parete…

Così siamo tornati lo scorso week end, sempre in tre: Dodo, Lorenz ed Io.

Il friend lasciato per la calata è ancora in loco! Finisco il foro e scruto le pieghe della parete…la roccia qui è superba, abrasiva per le dita, lavorata al punto giusto … nonostante ciò la mia progressione è macchinosa, il pensiero di non trovare niente su cui fermarsi per poter chiodare ti inibisce e rende l’arrampicata molto lenta…metro dopo metro però avanzo…Dopo il primo spit una serie di rigole e buchetti accettano abbastanza bene dei friend che mi permettono di procedere un po’ più tranquillamente e di posizionare la seconda protezione…e poi la terza, grazie ad un rigoletta che tiene quel tanto che basta un friend piccolo piccolo. Salgo sopra lo spit e poi in traverso verso destra, cerco per qualche decina di secondi un possibile punto per poter chiodare ma non ne trovo, finché noto una tacchettina minuscola sulla quale con molta cautela appoggio quel gancio pauroso che il Dodo chiama Pika! Uuuhhhh….che sensazione…tutto è fermo, non respiro…prendo il trapano e inizio a forare….il tempo passa lento, poi il foro è pronto, metto lo spit e mi rilasso….

Davanti a me un muretto liscio, intuisco solo un punto debole che rivelerà una tacca molto dolorosa ma assolutamente provvidenziale: tirandola a fondo e con l’aiuto di un minuscolo appiglio per la mano destra riesco a raggiungere completamente disteso una banca su cui appoggio il cliff e trattenendo ancora una volta il respiro chiodo.

Eccoci ora sulla parte che dal basso appariva come la più ostica: un diedrino all’apparenza privo di appigli e abbastanza scaglioso…4 metri sopra di me sembra esserci un banchettone che dovrebbe permettermi di chiodare, alla sua sinistra una esile fessurina lametta…in mezzo invece sembra tutto negativo…

Salgo con i piedi sopra la banca, i primi appigli sono piccoli, ma avendo i piedi molto buoni riesco a tenerli abbastanza bene…i dolori cominciano quando devo alzarli, i piedi…e cado…

Poi trovo una lametta che allungandomi molto mi permette di arrivare ad una tacca gialla svasa…cado ancora …una, due, tre volte…e ancora…sinché riesco a trovare un piccolo appiglio…alzo il piede e lancio, sto su al pelo e con un colpo di reni riesco a lanciare d’incrocio al famoso banchettone che si vedeva da sotto……SVAAAAAASO!!!

Mega jump!!!

Provo ancora qualche volta, ma non riesco ad arrivare più alla svasa…

Decido per una pausa….ho perso la cognizione del tempo…penso di essere appeso da circa 4 ore, forse più…

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