Dire che sono, e che siamo, soddisfatti di come abbiate accolto gli eventi di quest’anno…beh, non rende. 750 persone al Trento film festival, 600 al Cenacolo francescano, 800 in piazza Garibaldi, le due mostre di fotografie a Malgrate e Lecco, con una visita complessiva di 4 cifre di numero (!), poi sabato scorso tra 350 e 400 al Politecnico di Lecco con Mauro Corona…una partecipazione pazzesca e a nome del gruppo, e ancora di più di coloro che attivamente hanno partecipato alle organizzazioni, un grazie al di là del grazie. E ci aggiungo l’evento con il nostro Simone Pedeferri e il quasi nostro (compositore di tante nostre musiche) Simone Morandotti al rifugio Brioschi: una mia idea che Alex, custode del rifugio, ha accolto a scatola chiusa e, parole di Morandotti, c’era gente con le lacrime agli occhi. D’altronde, se metti insieme due talenti così, difficile che venga fuori qualcosa di dimenticabile.
Ma veniamo alla messa che il Cardinale Scola ha celebrato a Pian dei Resinelli, per noi Ragni. La religione, si sa, tocca corde e sensibilità così intime che coinvolgersi pubblicamente ti porta inevitabilmente a ricevere o subire giudizi. Ma, come mio solito, io dico chisenefrega. Nel senso che il Cardinale Scola è anche un pensatore della nostra epoca come pochi altri, e ovviamente a me, che sono credente, averlo vicino ha dato un’emozione particolare, ma quello che ha detto in messa ha toccato così tanti temi, anche sociali, che io dico che la gente che ci ha seguito anche in questo evento ne è uscita arricchita.
Poco prima della messa mi è stato chiesto di dire due parole a fine comunione. Non mi ha fatto differenza, non mi sono mai preparato un discorso per cui…parlare di getto e a braccio mi è sempre piaciuto. A volte mi dispiace non potermi risentire, perchè non è che mi sia sempre chiaro quello che ho detto. Ne sono sempre contento, a caldo, ma sono le singole parole che mi mancano. Bene, ho avuto un regalo, mi hanno registrato!!! Quindi, eccolo qui, quello che ho detto. Ho lasciato anche gli errori grammaticali…
“Prima di tutto, ringrazio la gente che sta ascoltando da fuori, accorsa a questo evento come a tanti altri che stiamo organizzando, siete per tutti noi un continuo sprone. Le cose che facciamo e gli eventi che organizziamo avrebbero ben poco valore se non ci fosse così tanta gente a seguirci. Questa è una chiesa piccola piccola ma sono sicuro che voi che siete lì fuori abbiate provato la stessa nostra emozione nel sentire un discorso così bello, ricco, complesso. Il Cardinale ha toccato così tanti argomenti che ognuno di noi ne sarà uscito colpito in modo diverso, io ora vi dirò un tema in cui riconosco anche l’esperienza dei nostri alpinisti.
La presenza del Cardinale per noi è soprattutto una responsabilità, un ulteriore segnale che dobbiamo passare un messaggio positivo in quello che facciamo. Lo dico forte, il suo venire qui è stato un regalo ma la responsabilità che ci lascia è ancora maggiore!!
Noi non siamo eroi, ovviamente, chi scala le montagne riesce semplicemente a far sognare gente di tutte le età, credo che questo sia il vero motivo della nostra esistenza: non so se i Ragni di Lecco siano necessari, certamente però fanno sognare la gente. Da 70 anni. E il MODO in cui scaliamo è altrettanto importante rispetto a cosa scalare. Anzi, oggi, ancora di più. Un tempo era importante salire le montagne a tutti i costi, allora era anche giusto così. Ma oggi, è diverso. Dobbiamo salire puliti, e leali.
Il Cardinale ha toccato tantissimi punti, fra cui l’importanza di un’avventura pulita, e poi la diversità, quanto sia fondamentale, oggi, rispettare la diversità. Ora, negli ultimi tre anni i Ragni sono stati in Groenlandia, Etiopia, Kirzigistan, India, Pakistan, Argentina, Baffin con gli Inuit, Cina, Marocco, Turchia…Ecco, abbiamo salito le montagne di questi luoghi nel segno di un’avventura pulita, e automaticamente impariamo ogni volta di più a rispettare culture e persone diverse. Nelle foto e nei film che vi abbiamo mostrato, ci avete visto in pace e col sorriso con tutti. E nelle parole del Cardinale c’è chiaro il messaggio di essere aperti a tutti, e in tutto quello che facciamo. Si parla di globalità, forse la vera globalizzazione è vivere in pace con così tante culture diverse. E noi alpinisti non scaliamo soltanto le montagne del mondo, dobbiamo anche arrampicarci sulle culture, del mondo.
Il Cardinale poi ha parlato di giovani, saprete certamente che ha un sito è un uomo moderno ed è sempre stato attento ai giovani. Gli farà piacere sapere che sono sempre di più i ragazzini e le ragazzine, e i bambini e le bambine, che ci seguono e arrampicano dove noi ci alleniamo, nella palestra di Lecco. Moltissimi vengono anche alle nostre serate in giro per l’Italia. Vieni qui Valentina…
Lei è una delle tante, dei tanti. Guardate che sorriso…Ecco, non sappiamo se qualcuno di loro diventerà Ragno, ma certamente nelle parole e nelle azioni che compiamo verso di loro… Con le nostre scalate riusciamo a regalare emozioni e gioia a chi ci segue e abbiamo il dovere di continuare a farlo anche nei prossimi tempi, grazie ai giovanissimi arrampicatori che alleniamo nella nostra palestra. Beh, anche questa è una responsabilità, proprio come andare in giro per il mondo e non sporcare nè le montagne nè le culture diverse. Grazie, Cardinale Scola. E grazie a tutti e voi”
E il Cardinale, nel suo discorso, fra tantissimi spunti ha detto questo
“I Ragni hanno vissuto l’avventura, che per noi deve significare “vivere spalancati al futuro”. E allora voglio riprendere le parole di Padre Augusto Gianola che scrisse: Io sono fatto così, non posso arrivare in Paradiso in un altro modo. Anche l’aldilà non so immaginarlo che come la più bella delle avventure. Se Dio mi ha dotato di questo sentimento, è perché attraverso quello vuole che io arrivi a Lui. Io direi a tutti di fare della vita una missione e un’avventura. Quando questi due orientamenti stanno insieme vien fuori una cosa bella”