Le vacanze pasquali sono state mooooolto proficue per il nostro atleta Stefano Carnati, che, in quel di Arco, ne ha combinate davvero delle belle.
Il commento di questo “notizione” lo lasciamo alle parole del nostro presidente Fabio Palma, con cui tutto il gruppo vuole rendere omaggio al talento di Stefano, ma anche all’impegno e alla passione di lui e di tutti gli altri ragazzi della nostra squadra giovanile.
di Fabio Palma
“Col livello che c’è oggi, lo sai, è una cosa normale…”. Così dice al telefono, il buon Teto, alias Stefano Carnati.
E siccome Stefano è un ragazzo molto, molto intelligente (a scuola è una cima, anzi magari studia anche decisamente troppo per la sua età), la sua affermazione, anche se detta di getto, è assolutamente veritiera.
Dal giorno del 15esimo compleanno di Ondra in poi (8c a vista e 9a, quel giorno, e un certo Andrada che sul blog parlò di extraterrestre), niente è stato più come prima.
Negli ultimi due anni nomi come Mègos e compagnia hanno rinforzato la tesi: l’arrampicata ha raggiunto un livello tecnico e di preparazione degno di sport molto seri, dove le ore a cui ci si dedica fin da piccoli sono coscienziose, scientifiche, partono da teorie derivanti da sport di lunghissima data.
“Mi ero preparato per il Franken, lo sai…”, dove Franken sta per Frankenjura e naturalmente l’obiettivo era Action Directe, ovvero il primo 9a di tutti i tempi, non a caso raggiunto da quella leggenda di Wolfgang Gullich che non aveva il talento dei vari Edlinger, Glowacz e Manolo, ma aveva capito che i miglioramenti stavano anche, e forse soprattutto, in un allenamento specifico, studiato, coerente.
Ma in Franken era brutto, e quindi la Carnati family si è diretta verso Arco, più che altro perché lì la meteo era buona. Dove, per la precisione? Falesia timbrata Moroni, per esempio, tal Bus de la Vela, falesia dove se non fai l’8a al secondo giro è totalmente inutile togliersi lo zaino.
Conclusione? Mai si saprà come sarebbe andata su Action Directe, perchè l’8c è un grado serio e fuori portata degli arrampicatori anche forti, ma il 9a è un’altra cosa, tuttavia quello che ha fatto il Teto ha lasciato sorpresi un po’ tutti, anche quelli fortissimi da 8c in su.
Perché in 5 giorni Stefano ha salito ben cinque 8c, anzi sarebbero stati sei ma, bontà sua, il sesto secondo lui è 8b+!
Anzi, uno degli 8c era dato 8c+, ma sapete come sono i ragazzi seri di oggi, preferiscono stare sul solido e solidissimo. Fatemelo riscrivere in stampatello:
STEFANO CARNATI HA SALITO CINQUE (5) 8C IN CINQUE (5) GIORNI.
Ora Franz, il padre, a domanda risponde: “ha salito due 8c al giorno”, ed è chiaramente una frase che buttata lì la gente la intende come una frase a modo di dire, e invece è quello che è successo. Nel senso che per due giorni di quei cinque Stefano riposava o cadeva, in altri due giorni ne ha saliti due al giorno, e il quinto giorno ha fatto il quinto e quello da 8b+/c.
Normale, oggi, come dice Stefano?
Un po’ sì, un po’ no. Non per l’Italia, direi, non mi ricordo cose simili, anche se c’è una manciata di nomi che lo può fare, indubbiamente. Prestazioni mostruose, derivanti dalle gare, e oggi chi fa le gare è davvero un arrampicatore che non c’entra nulla col resto del mondo (era abbastanza così fin dagli anni ‘90, ma oggi è proprio una verità assoluta).
E’ un arrampicatore sportivo che sa scalare fortissimo anche su roccia, fisicamente completo (sottolineo: completo. Su un palco insieme a campioni di altri sport, Stefano non fa assolutamente una brutta figura, fisicamente, anzi…), molto molto tecnico su tutti i terreni di calcare e su granito europeo. Un piacere vederlo scalare, muoversi, una dinamicità al servizio della forza, e viceversa. L’arrampicata come era stata intuita da nomi come Gullich ma anche Kauk e lo stesso Manolo, che nel 2001 mi aveva detto “ma guarda che quello che si è fatto finora è soltanto roba naif”, per poi telefonarmi un giorno entusiasta perché aveva visto un sedicenne, tal Moroni, e poi poco dopo un ragazzino austriaco, tal Fischuber, che gli avevano fatto dire “sta arrivando il futuro”.
Naturalmente ora Stefano sarà impegnatissimo con le gare (e con la scuola), dura per lui avere progetti su roccia a portata di macchina, uno studente che esce dopo l’una da scuola, anche il sabato, dove può andare? Un solo obiettivo nel lecchese, Masoniamoci, 9a targato Ondra. C’è Paline, falesia dove lo stesso Ondra e un fuoriclasse poco conosciuto, “Berni” Rivadossi, ha timbrato vie capolavoro. A oltre due ore di macchina. Uno o due obiettivi nel Canton Ticino. Val Masino, firma Pedeferri.
Poca roccia per uno scalatore così, e magari nel passato il poco che c’era è stato un po’ troppo ritoccato (Stefano è ferocissimo verso gli scavi, gli appigli anche solo migliorati. Perché migliorare, quando a migliorare ci penso io? In atletica mica li hanno accorciati, i cento metri). Indubbiamente se Teto abitasse in Spagna vicino a certi paradisi, ora di 8c ne avrebbe accumulati un camion, e di 9a a portata di mano ne avrebbe a decine. Ma niente pensieri grigi, non è da lui. Teto è uno di quei ragazzi che si pone un obiettivo e lavora per arrivarci. Sembra poco romantico ma a mio parere è il massimo del romanticismo, perché dentro c’è quella cosa malleabile a piacere che in mille cose della vita ti può portare oltre, se hai la fortuna di potertelo permettere (sempre specificare, questa fortuna. E con la famiglia d’oro che si ritrova, Stefano questa fortuna ce l’ha). Si chiama Volontà, e già Novalis disse una cosa rivoluzionaria, sulla Volontà: “E se poi la mia volontà volesse tutto ciò che io dovessi?”.
Dal punto di vista della cronaca, Stefano ha salito:
- Mangusta, 8c (liberato da Rolando Larcher moltissimi anni fa, primo della zona)
- Scoglio de Capri, 8c,
- La Gabi, 8c
- Happy Milf, 8c
- Bella Regis, 8c
- Warbeast ( per lui 8b+, e che comunque Ondra diede 8c…)