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Cerro Piergiorgio

 

La Nord del Cerro Piergiorgio con la linea finora salita (arch. Ragni)

 

Cerro Piergiorgio

1) Cerro Piergiorgio (2719 m) – parete Nord
Il versante settentrionale del Cerro Piergiorgio è uno dei meno “affollati” dal punto di vista alpinistico di tutto il gruppo del Fitz Roy – Cerro Torre. Ciò si deve in parte alla compattezza della parete: una vera e propria “big wall”, una lavagna di granito di quasi 900 metri di altezza, spesso verticale o strapiombante, dove è difficile individuare logici sistemi di fessure che segnino una possibile via di salita. A questo si aggiunge il lungo avvicinamento sul Ghiacciaio Marconi (almeno 8 ore di cammino separano la parete dal punto di appoggio più vicino, il campo della Piedra del Fraile) e la sfavorevole posizione geografica: la parete è aperta verso l’immensa distesa ghiacciata dello Hielo Continental ed è una delle prime a ricevere, in tutta la loro violenza, le tempeste che arrivano dall’ovest.
La via dei Ragni
Per tutti questi motivi fino ad oggi sulla nord del Piergiorgio sono state aperte solo tre vie, ma nessuna affronta la parete nella zona più ripida e compatta, quella centrale, dove sale il tentativo effettuato per la prima volta nel 1995 da Casimiro Ferrari e compagni e dove i Ragni sono tornati più volte (l’ultima nel 2003) senza però riuscire a portare a compimento la salita. Fino ad ora tutti i tentativi si sono arrestati al di sotto della prima metà della parete.

La strategia
Una casa nella neve – Per salire la loro via i Ragni dovranno prima di tutto dedicarsi al duro lavoro di trasporto di tutte le attrezzature alpinistiche dal campo della Piedra del Fraile alla base della parete, una scomoda cengia sospesa sopra un ripido canale nevoso, dove verrà probabilmente costruita la truna (una sorta di grotta scavata nella neve) che per alcune settimane diventerà la casa degli alpinisti.

Chi va piano, va sano… – I tempi che saranno necessari per portare a compimento la via sono difficili da prevedere. Molto dipenderà dalle condizioni meteo e, visto come vanno le cose in Patagonia, potrebbe essere questione più di settimane che di giorni (facendo i dovuti scongiuri…). Una cosa però è certa, la prima parte della parete è costituita da muri particolarmente compatti, che costringeranno ad una progressione molto lenta. Per questo saranno piazzate lungo la via delle corde fisse, che consentiranno agli scalatori di ridiscendere ogni sera alla truna, per poi risalire velocemente il giorno successivo, riprendendo la scalata dal punto massimo raggiunto in precedenza.

Il balzo finale – Una volta superata la metà della parete sarà probabilmente possibile sfruttare la linea di salita indicata dal lungo diedro-camino che solca la parte alta del Piergiornio e che, si spera, consentirà di salire con maggiore velocità, fino ai canali sommitali, dove sarà però necessario tirare fuori dallo zaino piccozze e ramponi per affrontare le struttare ghiacciate della cima, che potrebbero rivelarsi un’ulteriore ostacolo da superare.

La discesa – Se saranno abbastanza bravi e fortunati da raggiungere la vetta, i Ragni torneranno alla base calandosi lungo l’itinerario di salita e recuperando tutte le corde fisse piazzate sulla parete.

Il team:
questi i nomi dei membri della spedizione che saranno impegnati nella salita al Piergiorgio:
1. Giovanni Ongaro
2. Cristian Brenna
3. Hervé Barmasse
4. Matteo Bernasconi
5. Dante Barlascini
6. Daniele Bianchi (supporto logistico)

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