
Di ritorno dal Sud Africa ai primi di settembre, ho dovuto subito cambiare assetto in vista di un nuovo appuntamento: il Campionato Italiano Boulder.
Dopo aver trascorso un mese ad arrampicare esclusivamente su roccia, il primo contatto con le prese di plastica e i volumi è stato quasi traumatico. Mi sentivo fiacco, pesante e poco fluido, quindi ho deciso di prendermi una settimana di stop per ricaricare le batterie.
Talvolta è più utile investire del tempo prezioso nel riposo piuttosto che insistere con allenamenti sfiancanti, che se non vengono svolti nel modo e nel momento giusto risultano inefficaci e poco produttivi.
Tuttavia la settimana successiva allo “stop forzato” mi trovo a saltare da una presa all’altra, effettuando lanci a 2/3 tempi e a cercare la posizione ideale per non perdere l’equilibrio su boulder tracciati sul pannello appoggiato. Ma anche a correre su una serie di volumi montati solo per i piedi, in cui è necessario velocizzare il più possibile i movimenti per evitare che il baricentro si allontani dal pannello prima di raggiungere l’appiglio finale, determinando così una caduta.
Cerco di allenarmi ricreando lo stile dei blocchi che i tracciatori sono soliti proporre nelle gare moderne di boulder: equilibri precari, lanci e dinamici che richiedono decisione, passaggi pensati appositamente per indurti a commettere errori anche se nel complesso non si possono definire come movimenti duri… ormai le tacche e i forti strapiombi di forza sono solo un vago ricordo.
E così è stato! Le qualifiche ricreano perfettamente lo scenario e lo stile di arrampicata appena descritto ma fortunatamente, non trovandoli troppo problematici, in pochi tentativi riesco a risolvere 11 boulder su 12 piazzandomi in 4° posizione. Sono molto soddisfatto soprattutto di essere riuscito a salire il blocco di placca e tutti quelli di coordinazione, genere in cui non riesco mai ad eccellere, ma che al contrario mi ha negato più volte un posto tra i finalisti.
Domenica semifinali. Poco da dire, non mi sono schiodato, concludo con 1 zona e 0 top. Certamente uno dei miei peggiori risultati di sempre. La tracciatura sicuramente non ha aiutato visto che bastava fare il primo blocco per accedere alle finali, mentre i 3 successivi non hanno visto top da parte di nessun atleta, ma non voglio certo cercare giustificazioni in questo elemento.
Al contrario delle qualifiche del giorno prima, non sono riuscito ad entrare in gara con il mood giusto e a dare il meglio di me.
Ora la stagione è finita ed ho la prospettiva di scalare sulla mia amata roccia per i prossimi mesi, oltre che a lavorare sui miei punti deboli così da arrivare ancor più competitivo per il 2019!
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Il report completo della gara nelle news della Squadra agonistica dei Ragni