01-09-2010 Auguadri + Della Bordella = 2 spit alla fine A coronamento di un’estate molto “movimentata” la fortissima cordata composta da Matteo Della Bordella e dal ticinese Luca Auguadri ha effettuato la prima ripetizione della Via tracciata nel 2007 da Manolo sulla Cima d’Auta.
Matteo e Luca hanno ripetuto nel corso di questa stagione diverse vie di spessore tra le quali “Con un piede in paradiso” in Qualido, Mururoa alla Vallaccia ed hanno effettuato la salita in libera di profumo di p…….. ;). Hanno inoltre tracciato “Non è un paese per Vecchi”, a Linescio, nel Canton Ticino, che si propone come
una delle Vie più impegnative dell’arco alpino e di cui abbiamo già parlato. Di seguito riportiamo un resoconto di Matteo dopo la ripetizione di “2 spit alla fine”, via del Mago Manolo, dalla quale nomi illustri sono precipitosamente tornati indietro. Il Mago, si sa, non ha mai avuto particolari problemi con la chiodatura lunga, e quando si è messo ad aprire a spit ha pure detto chiaro e tondo che certe vie a spit sono molto più impegnative di tutte le vie a chiodi che ha ripetuto, dove non si è mai dovuto guardare indietro come quando si è trovato lo spit molto sotto ai piedi e magari volare non era proprio il caso. Su questa via, poi, c’è la storiella del cliff saltato, col suo validissimo assicuratore, forte promessa, che ha visto, sudando freddo, il mago rimasto su per un pelo e tanta, tanta fortuna. Cliff usato per mettere uno dei rarissimi spit, non certo per progredire, che al mago questa cosa non bisogna neppure accennarla
“2 spit alla fine. Il Mago è sempre il mago. Aneddoti, leggende, miti, chiacchiere, lodi e polemiche sul personaggio probabilmente più rappresentativo dell’arrampicata sportiva italiana, sulla cresta dell’onda da una trentina di anni, pioniere di questa disciplina negli anni ’80 che ha saputo sempre rinnovarsi e migliorarsi e che ancora oggi propone vie estreme banco di prova per i migliori arrampicatori del mondo. Tutti parlano di Manolo, e di quello che ha fatto, e dei tiri impressionanti che continua a fare, del suo incredibile talento, ma quanti hanno avuto davvero l’onore di andare a ripetere o almeno provare a fare qualche sua via?
2 spit alla fine. Via avvolta nel mistero, aperta nel 2007 e non ancora ripetuta, sulla carta una via alla portata mia e di Luca, primo tiro di 8a+, ultimo di 7c, un paio di 7b in mezzo e gli altri tiri più facili. Obbligatorio dichiarato: 7c. Ottima occasione per me e Luca per un confronto con il nostro 7b+/c stimato su ”Non è un paese per vecchi”. E’ tempo di andare a vedere.
Il primo tiro, come prevedibile, è un ”bastone d’altri tempi”: c’è un boulder su micro prese (ma veramente micro) in cui non stavo attaccato nemmeno se mi ci dipingevano sopra, nè da primo (piuttosto agitato dal resto del tiro), nè da secondo (bello relax e pensando solo a tenere quelle cazzo di prese). Sarebbe stato bello poi fare come insegna il vecchio Mittersteiner ed aggiungere un bello spittino nel runout tra il terzo e il quarto spit (che ha già respinto qualche nome famoso) per evitare di verificare se arrivavo a terra o mi schiantavo solo nel diedro in caso di volo. Avrei potuto anche ribattezzare la via “3 spit alla fine”.
Una via di classe comunque, tutta da scalare e tutta scalabile a parte quei due metri. I tiri sopra, che probabilmente per il mago erano un ”Sentè de caccia” , sono incredibili: su roccia a buchi super solida. Runouts anche di 15 metri in placca dove sei tranquillo che nulla ti rimane in mano, ma che richiedono di fare nella testa ”il vuoto”.
Manolo aprì questa via (così come le sue altre recenti) a spit, senza usare friends e nuts ed utilizzando il cliff solo per fermarsi a chiodare. In questo modo la via è ripetibile con soli 6 rinvii ed eventualmente qualche cordino per sostituire quelli lasciati nelle clessidre.
Uno stile di apertura limpido e cristallino, che mette il ripetitore in condizioni simili all’apritore e che anche io e Fabio Palma nel 2005 avevamo sperimentato su Portami Via. Nonostante poi le mie successive aperture si siano orientate verso l’uso anche di nuts e friends per vari motivi (non ultimo quello che ad aprire ”solo spit” se non fai delle ferrate è duro e rischioso).
Comunque su questa via abbiamo cercato di rispettare il più possibile l’etica di apertura del Mago, anche se in realtà non lo abbiamo fatto fino in fondo perché un “friendino” lo abbiamo piazzato: un Metolius Master Cam #2 a metà di un bel runout. Quindi io direi materiale necessario 6 rinvii, dei cordini ed eventualmente un friend.
Il mago non ha certo deluso le nostre aspettative, anzi ha acceso la nostra curiosità per le altre sue opere!”
Matteo Della Bordella