Atlante Perverso, di Davide Spini
Davide Spini lo abbiamo già incontrato, in Stile Alpino. Giovane, forte, appassionato, ambizioso. E, perfino, gran lettore e, diciamo noi, ottimo scrittore di alpinismo.
Sensazioni e ricordi di una settimana di divertente lotta con l’alpe. A volte non ci si vuole proprio divertire e basta, neppure in vacanza. Pensieri dall’apertura di una via nuova di Giovanni Ongaro, Andrea Pavan e Davide Spini
Taghia è veramente un gran posto per scalare. L’ambiente è bellissimo, le pareti sono magnifiche, la roccia è quasi perfetta, le vie sono chiodate abbastanza bene ed inoltre costa veramente poco.
Immaginatevi un villaggio fatto di casette in pietra marrone con il tetto piatto a due ore di cammino dall’ultima strada sterrata. Aggiungete qualche canale di irrigazione, dei campi di mais alternati da patate, carote, zucche e qualche pesco. Alzate lo sguardo al cielo ed osservate le pareti rosse e grigie che stanno a Ovest e a Sud. Addentratevi in un qualsiasi canyon, attaccatevi alla prima linea che vi attira e ne resterete soddisfatti!
“Anche stavolta ho esagerato.”
Mi sono fatto trasportare dal solito euforico ingaggio tipico del chiodatore che vuole dimostrare qualcosa e sono andato un pochino lungo.
La mente e le braccia provate dalle lunghe giornate in parete non vogliono più andare avanti. Sono stanche e non se la sentono di riprovare l’ebrezza di accelerare a 9,8 metri al secondo quadrato con tutta quest’aria sotto le chiappe.
“Simo Blocca!”
La mia forza di volontà è stata piegata da 4 giornate di apertura e ora mi ritrovo appeso come un salame.
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