Nota: praticamente tutte le foto sono di Edoardo Limonta
Il 2018 per me è stato un anno magnifico, fra i più belli della mia vita di scalatore. Il primo che metto alla pari di quei sei anni furiosi 2005-2011 e di un lontano 2001 quando (in modo molto naif…) avevo cominciato a fare le prime vie in Ratikon accorgendomi che di strada ne avevo da fare parecchia e che le Dolomiti e le Grigne mi avevano illuso…
E’ strano affermare questo visto che nelle difficoltà ho salito (male) un 7b e spesso mi appendo sui 7a, gradi che oggettivamente non sono proprio simili a quelli che salivo (che non erano nulla in confronto al meglio al mondo, ma avevano una portata, sia pur effimera, più consistente), eppure è quello che provo e sento e voglio qui scrivere ripensando a tutto il 2018. E’ uno scritto che devo ad alcuni incredibili Genitori, a Luca e al Consiglio della Asd, che hanno supportato la squadra in maniera superlativa, tenendoci davvero tanto. La mia carriera di allenatore mi ha visto frequentare tre altre società di altri sport e non sempre c’è così attenzione verso gli atleti. A volte è puro Business (intaschi la quota e via..), a volte si seguono solo i migliori o presunti tali, a volte partono invidie e altri interessi. Ecco, da noi non è così (prego che rimarrà sempre così) e vi voglio raccontare questo anno. Siccome sono uno scrittore diarreico, so che in pochissimi arriveranno alla fine, ma non mi è mai importato contare queli che arrivano al traguardo. Le cose si fanno per una pulsione del cuore, senza pensare al tornaconto. Almeno, io la penso così.
Era il terzo anno ache allenavo in arrampicata e tutto è iniziato il giorno dell’Epifania 2018, quando in punta di piedi accompagnai Bea e Samu ad un raduno della nazionale giovanile.
E se nel riscaldamento i miei fecero davvero una gran figura, perchè per noi l’esecuzione di certi esercizi è molto importante, la Svolta (termine rubato a Dimitri), fu quando la Bea alzò la mano alla domanda dei tecnici “chi è interessato a far parte della Speed?”.
Ma porc…ti porto qui per Boulder e Lead e alzi la mano per Speed dove fai 15″ sulla via ufficiale usando pure 4 prese in più??? Ma ero lontano, come potevo intervenire? Fossi stato vicino, le avrei tirato giù il braccio a forza…ed è stato questo episodio che mi ha fatto VERAMENTE toccare per mano quello che teorizzavo ma evidentemente non avevo ancora messo in pratica: l’atleta VA ASCOLTATO. La Bea, ad inizio anno, aveva compilato il questionario che avevo dato a tutti scrivendo, voglio andare in nazionale…buona notte, mi ero detto, qui c’è da qualificarsi per Arco che sei passata di categoria…ma non le dissi nulla…era un’atleta fenomenale, ma francamente neppure ero a conoscenza di cosa fosse veramente la nazionale giovanile…i miei pensieri erano dedicati ad un passaggio di categoria delicato per molti dei miei, Giulia, Vera, Bea, Samu…ero convinto che avrebbero sofferto, e volevo comunque che avessero delle soddifazioni. Comunque mi appuntai il suo desiderio, era un obiettivo per 2019, mi dissi.
Quando a fine giornata mi chiamarono e mi dissero che sia Bea che Samu erano possibili talenti per la Speed, rimasi veramente stupito: la Bea mi era sembrata molto indietro rispetto a tutte le ragazze che avevano provato la Speed, e Samu aveva salito un paio di bei Boulder ma nella Speed era proprio a disagio, anche se Campione Italiano U14 in carica. Ma tra la Speed U14 e quella internazionale c’era un abisso…
Intanto c’era da far qualificare, come ho detto contro pronostico, atlete come Giulia Passini e Vera Missaglia per i Campionati di Arco, anche se al primo anno U14, mettercela tutta per far qualificare TUTTI e TUTTE gli U16, far migliorare Juri che scalava da meno di un anno, e così via. C’era da lavorare, e sbattere la testa.
Tornato a casa, entrai nella camera di mio figlio e dissi, mi devi aiutare. Yuri passava il suo tempo fra Video e foto, il suo lavoro, e allenamenti e studio della fisiologia dello Sport, e stava allenando parecchi agonisti di vari sport. Come per i video aveva studiato centinaia di tutorial di preparazione fisica molto moderna e studiato articoli universitari, tutti stranieri. La sua forza era la perfetta conoscenza dell’Inglese, e pure dell’americano…poteva bersi senza difficoltà ore e ore di video molto complessi che io non riuscivo neppure a comprendere per i primi dieci secondi…dentro c’erano teorie, grafici, statistiche, prove, e preparatori atletici di Sportivi miliardari. concetti e scoperte massimamente provenienti dal Fitness che, senza l’incubo-obbligo delle scadenza agonistiche, aveva potuto permettersi sperimentazioni di allenamenti ed esercizi nuovi. Per giunta protocollati da Campioni statistici di centinaia di atleti. E se superstars come LeBron James, Anthony Joshua e Cristiano Ronaldo si affidavano a loro, frantumando a livello fisico la concorrenza. era chiaro che queste teorie funzionavano…Yuri le stava applicando su se stesso, si era iscritto ad una gara importante di nuoto dopo aver smesso di nuotare da 6 mesi e aveva stampato il personale e quinto tempo lombardo nei 50sl, con tutti gli allenatori lombardi a bocca aperta.
Ne parlammo per qualche ora e mi consigliò di stravolgere la preparazione, abbandonando quello che stavo seguendo ( la classica pianificazione lineare, grande volume all’inizio e poca intensità, per arrivare ad alta intensità e poco volume a fine stagione. Ovviamente in maniera TOTALMENTE diversa da come si allenano gli scalatori da falesia e anche i garisti fino al 2013, con i volumi e le grandi prese è cambiato tutto) che era completamente inadatto ad una stagione agonistica che vedeva la Bea per forza già in forma da Febbraio, un raduno nazionale Speed, e gli altri forzatamente competitivi da subito per qualificarsi. Avevo da sempre dei dubbi che la pianificazione lineare non andasse bene per noi, ma non ne conoscevo alternativa…Yuri mi insegnò la pianificazione DUP, alcuni esercizi che secondo lui andavano bene per la Speed in particolare, e altri protocolli. Cambiai qualcosa, aggiunsi di mio, modulammo altro nelle settimane successive. Le ore che ho studiato fra Gennaio e Febbraio 2018 non erano lontane dal numero di ore che usavo impiegare per un esame di Ingegneria…anche perchè non è che a 53 anni si abbia più il cervello brillante dei 20 anni!!
Il resto è storia, davvero: Bea scese a 11″ in Speed a Febbraio, arrivò quarta in Coppa Italia a Marzo con un 10″ basso ( tutti stupiti, pure io un pò..) e ad Aprile abbattè il muro dei 10″, nel frattempo battagliando pure bene in Coppa Italia Boulder. Glenda, Giulia, Juri, Vera, Valentina fecero brillanti prestazioni nelle gare di qualifica per i Campionati Italiani, e avemmo anche qualche sfortuna perchè Glenda scivolò nei quarti di finale della gara decisiva (aveva la qualifica in pugno…) e Vera, Francesca, Simone rimasero fuori veramente di poco. La Svolta era andata bene, non avevo la controprova che fosse imprenscindibile ma sicuramente da parte di tutti non c’era stato peggioramento…Giulia, che praticamente non faceva la trazione, arrivò in sei settimane a farne 8. Detto che il trave non lo usiamo (solo Camilla per due mesi e Bea dall’Estate), era un progresso immediato che soprattutto non aveva provocato stanchezza all’atleta, mentre con carichi di lavoro da pianificazione lineare certi progressi sono a volte accompagnati da stanchezza che può diventare cronica. La pianificazione DUP è da allora entrata come mia scelta, applicata ad esercizi come il Muscle-Up, le trazioni esplosive, i bloccaggi, il Box Jump, le croci, …ogni 4 settimane ho bisogno di una giornata intera di lavoro per costruire le schede di tutti, è molto più laborioso costruire una DUP che non una pianificazione lineare, ma devo dire anche molto più interessante e stimolante.
Ad Arco Giulia fu tradita dalla tensione in Speed (era da prime 4…) e in Boulder (era da finale), ma sia lei che Valentina fecero una gran bella gara Lead, rimanendo fuori di una presa dalla Finale…Bea conquistò il secondo posto in Speed, con una gara di testa più che di prestazione tecnica e fisica, andando invece male in Boulder e facendo quello che poteva fare in Lead, specialità che avevamo lasciato in disparte. Samuele fece un’ottima gara Boulder sbagliando poi la Lead e concludendo il suo anno di transizione.
Poi iniziò la lunga rincorsa verso i mondiali di Agosto a Mosca, con il secondo posto finale in Coppa Europa speed (e il suo primo podio nell’ultima quarta prova), mentre tutti gli altri furono investiti dalla nuova metodologia perfezionata già a Giugno e Luglio, due mesi FONDAMENTALI per la stagine successiva. Impiegai quei due mesi per sperimentare nuovi protocolli, per riflettere un pò sulle cose da fare. Parallelamente, il Consiglio della palestra continuava a comprare prese nuove, alcune delle quali da gara, e questo era FONDAMENTALE. Puoi fare tutto quello che hai in mente e magari farlo bene ma senza le prese da gara, grandi, voluminose, spesso svase e tondeggianti, tutto rimane teoria. Nell’arrampicata agonistica moderna la “tacca” e la forza di dita sono un corollario, ben più importanti sono le gestualità, la coordinazione, le catene muscolari…e queste cose le alleni nello specifico con le prese giuste. Prese piccole? Non vai da nessuna parte…a sintetizzare, l’arrampicata agonistica moderna ha molto a che vedere con le vie di granito (vie più che Boulder) e con quello che già faceva negli anni ’80 Johhny Daves, fuoriclasse visionario. Gli allenamenti degli scalatori, anche garisti, usati fino al 2013 danno nelle gare risultati desolanti (basta vedere come sono precipitati i Russi nella CdM Boulder), rimangono validissimi per la scalata Outdoor (su calcare…) ma per le gare e quindi per un’arrampicata più complessa come quella esatta da questi grandi volumi sono clamorosamente obsoleti. Certo, in un mondo ideale dovremmo avere 10-15 boulder nuovi a settimana con le prese giuste, e almeno 3 vie nuove con prese gara ogni due settimane e tracciate da gare (tanti ambio, per esempio, con tondi e semi-volumi), ma intanto rispetto ad un anno fa tutto è migliorato, e di molto.
E poi, il nostro mitico soppalco, un laboratorio vero e proprio che in pochi metri quadrati ha dentro una miniera di possibilità. sempre più attrezzato, sempre più gioiello. quello che permette di fare il nostro soppalco è straordinario…certo, manca la panca piana (sarebbe fondamentale…) che con il bilancere non possiamo proprio mettere (Massimo Bassoli ci lavora tantissimo e lo invidio perchè ha lo spazio…), ma abbiamo parecchio e ben congegnato.
A settembre ci è arrivata Giulia Rosa, una 2004 come Bea e Samu, potenzialmente molto forte. I genitori mi dissero che dopo un primo sbandamento fu immediatamente motivata e il secondo posto nel Campionato assoluto regionale Lead del 23 Dicembre è il suo primo podio importante, e che Podio!!
Ma da Settembre alleno anche U18 e U20, all’inizio un pò confusi e ora decisamente più in riga (non sempre…), con la generale considerazione che possiedono una forza stratosferica in quasi tutte le catene muscolari (hanno reagito alla DUP in un modo sconcertante…Francesco Locatellli è passato da non fare il Muscle-up a scaldarsi con 5kg di sovracarico su .questo esercizio..) mentre su approccio mentale e utilizzo della tecnica c’è da lavorare veramente tanto (uno come il “Chino”, alias Marco Meinardi, su corda in palestra dovrebbe fare l’8a in discesa…mentre i due Francesco, “Loca” e Mauri, hanno fibre bianche da vendere in apposito reparto di grande catena distributiva…per non parlare di Tommy, che ha un’esplosività da nazionale giovanile, senza dubbio).
Altro meraviglioso passo in avanti è stato l’avvento di Simone Tentori come tracciatore Boulder nel nostro piccolo Competition Wall. Vi ho detto delle prese, ma anche la tracciatura è FONDAMENTALE per l’arrampicata moderna. Parlando con allenatori e genitori di nazionali di altre squadre, secondo loro la tracciatura è al primo posto come importanza, davanti a TUTTO il resto. Se hai un tracciatore a disposizione bravo e moderno, un atleta medio diventerà più forte di un atleta di talento. Sapete una cosa? Mi sa che hanno ragione…non ci sono molti sport così influenzati dalla tracciatura, mi viene in mente lo sci ed effettivamente anche lì Tomba volle Thoeni come suo allenatore tecnico personale perchè Thoeni sapeva tracciare…insomma, meno male che è arrivato Simone perchè i suoi Boulder, da gara, hanno dato un enorme contributo tecnico. E anche lo stesso Luca P. con un paio di vie (poche, purtroppo…), ha fatto la differenza.
Le salite di 7c+ in falesia di Vale e Bea, in meno di 15 tentativi, le salite a vista di Vale di 7b sempre in falesia, i Boulder dinamici di Juri e Giulia (che erano un anno fa due staticoni!!) mi riempiono il cuore quanto e più le salite che facevo. Non dico che quando li vedo riuscire in qualcosa sono pià felice di quando finivo le vie estreme sulle grandi pareti, ma certamente i loro miglioramenti mi riempiono di più il cuore di quanto facessero le salite in falesia, che erano per me motivo di orgoglio ma NON di così tanta ebbrezza. Ho visto Gino Notari letteralmente IMPAZZIRE per come si muoveva la Vale sul suo 7c+…usando microppoggi come prese…ho visto scalatori esperti rimanere s bocca aperta a vedere le mie ragazzine muoversi con disinvoltura…altro che plasticare…
In famiglia non faccio che parlare di loro e mi rendo conto che davvero vivo per tutti Loro. Non sono certo l’unico, per il mio lavoro ho conosciuto allenatori e dirigenti che TUTTI i giorni e le sere sono dietro a ragazzi, ragazze e bambini di vari sport, siamo in tantissimi a gioire e soffrire per Loro, e molti ci dedicano anche molto più tempo di me. Io, la sera, alle 9 sono Ko e alle 10 uno zombie, massacrato più dalle pianificazioni per tutti loro e da varie congetture che dalla mia attività professionale.
Poi c’è Luca, Passini, (soprannominato irriverentemente Skipass…), che da padre di una delle atlete, e nello stesso tempo Presidente della Asd, è diventato uno che pure Lui trema, vibra e si scuote per tutti gli atleti. So da anni che per gli altri è uno che dà senza chiedere, non a caso per i ragni io e lui abbiamo fatto quel che abbiamo fatto, ma non era scontato che con una figlia di mezzo si impegnasse così tanto anche per gli altri…invece, in una gara ad Arco, molto difficile, invece di scalare in un Week End solare e meraviglioso per la falesia, è rimasto rintanato nella palestra a seguire anche le gare dove non c’era sua figlia. In questo come tanti genitori della squadra, un’unione e una partecipazione per tutti che davvero mi OBBLIGANO a dare tutto.
Non ci sono allenatori perfetti, anzi io ho sempre detto che l’allenatore bravo è colui che sopprime meglio le sue vaccate. La storia di altri sport insegna che allenatori che hanno funzionato con Campioni Olimpici hanno massacrato le carriere di altri…così io mi tengo sempre in mente questo concetto e cerco di estrarre il meglio e di far vivere a tutti bene il loro Sport. so che mi prendono in giro qualche volta anche perchè sono oramai un vero e proprio ex dell’arrampicata ma so che SANNO che per loro sono disposto a sacrificarmi in tutto. Sogno podi importanti per molti di loro, convocazioni in Nazionale, una carriera sportiva luminosa e brillante. Non devono avere rimpianti, ecco. E’ antipatico gaurdarsi indietro e dirsi, “potevo fare meglio”, soprattutto quando qualcun altro, per esempio l’allenatore, è colpevole dei tuoi rimpianti.
Ecco un minivideo dedicato agli allenamenti fino a Giugno
https://www.facebook.com/PalestraRagnidiLecco/videos/1902831449771017/
Per la serata dei Ragni la Asd Palestra ragni di Lecco approvò la mia proposta di produrre un video sulla squadra e da Dicembre 2018 è disponibile un DVD. Devo dire che il cortometraggio che ne è venuto fuori è piaciuto e personalmente mi ha commosso ( gran lacrimoni di Marina, anche, e di parecchi genitori…)
In occasione di una serata a Colico dei Ragni insieme al Giga e a Mario Conti ho anche mostrato questo, dedicato a Bea che è appunto di Colico e doveva essere premiata.