Ho passato delle gran belle ore con Marco, Luca e Simone dell’Academy, e Dimitri appena uscito dalla scuola Ragni. Per me è fondamentale il concetto di gruppo dove si è onesti, corretti, entusiasti, volenterosi. con Spirito. Sgobbiamo perchè i Ragni siano così, ogni tanto arriva qualche delusione (profonda…), specie quando ci si fida al primo colpo delle apparenze.
Simone ha 15 anni e sta facendo le gare europee di Boulder, ma ha anche una passione mostruosa per la montagna. 15 anni, Inuit-Stars Away a vista!
Luca e Dimitri fanno gara a sprizzare simpatia, stare e legarsi con loro è come andare al cabaret. E che livello che ha già Luca ( a vista il primo tiro di Inuit, vi assicuro che bisogna avere livello, testa e cuore!!), che voglia che ha Dimitri.
Marco ad Ottobre faceva il 6b in falesia, ora lo vedo scalare sulla stessa difficoltà con l’ultima protezione sei metri sotto… è un ex pluri campione giovanile di uno sport serissimo, si vede che ha la stoffa e la testa per darci dentro.
{gallery}news2013/12082013{/gallery}
Ogni tanto chiedevo all’altra cordata, come va? Simone: “bella, un pò da cagarsi addosso”. Mi scrive che non era abituato ad osare così al limite. In realtà il suo limite è MOLTO più in là, per questo sale con disinvoltura su tiri dove sei rinvii bastano per 40 metri, e sei sul 6c. So bene che sta ascoltando anche il respiro del cuore, capita a tutti, ma si vede come sale che quel respiro lo conosce e lo controlla.
Ad un certo punto Marco scende da un 6b+, lo aveva già fatto ma vola ( volo piccolo) e mi chiede il cambio. Vado su, provo dove ha osato lui, e capisco al volo che a destra è forse 7b, vado a sinistra, dieci metri di 6b e si arriva alla sosta. Gli dico, in sosta, che bisogna sempre ragionare, anche su una relazione. Sono cose che ho imparato senza che nessuno me le dicesse e ci ho messo un sacco. Stiamo cercando di trasferire a questi ragazzi delle cose che noi abbiamo appreso anche con troppi errori (tipo scafoide rotto…).
Dopo c’è un 6a+ di 15 metri, un chiodo e uno spit. Gli chiedo se se la sente, so che è stanco. Ci va. Sale lento e stanchissimo, provato, arriva in sosta. Dopo c’è un 6b+ e come è gusto vado io, lunghezza molto fisica e che in molte falesie sfiorerebbe il 7a, ne sono sicuro. Alla sosta arrivano stremati e, visto i due tiri che mancano, 6c e 6c+, penso che per oggi sia sbbastanza così. Perchè bisogna andare al di là del divertimento ma fermarsi prima dell’esaurimento. E anche questo ci misi un pò ad impararlo, e a dire la verità ricordarselo non è facile neppure dopo 200 vie, figuriamoci dopo cinque.
Tutta la salita l’ho fatta col telefonino acceso a suoneria massima, ad aspettare notizie dalla Uli Biaho, dove in ben altro ambiente, temperature, condizioni, ragazzi fantastici stanno rincorrendo un sogno ed un’ambizione. Non suona, altro giorno di passione. Mi chiamano due mamme, aspettiamo tutti. Devo ammettere che li stiamo un pò sfruttando, questi ragazzi dell’Academy. Ci disintossicano di altre tensioni.
Un’altra cosa bella è che ho voglia di far sapere al Pota come sono stati bravi i “suoi” ragazzi. Non vedo proprio l’ora di dirglielo, la sera.
In allegato trovate il bell’articolo scritto da Dimitri, a ricordo della sua prima esperienza wendeniana.