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Aguja Mermoz |
2) Aguja Mermoz (2732 M) – Parete Ovest I versanti nord-ovest e ovest della Mermoz sono già stati saliti da un discreto numero di cordate (anche i Ragni, naturalmente, ci hanno già messo lo zampino). Anche queste pareti sono di grandi dimensioni (circa 800 metri di altezza dalla base alla vetta), ma, a differenza del Piergorgio, sono di accesso un po’ più semplice (circa 4/5 ore dalla Piedra del Fraile) è un poco meno esposte alle bufere. Nel 2003 Simone Pedeferri e Adriano Selva adocchiarono, lungo la parete ovest, un sistema di diedri e fessure, non ancora salito, che sembra indicare il percorso per un entusiasmante itinerario di alta difficoltà. Ora sono tornati per mettere alla prova dei fatti la loro intuizione, saranno proprio loro i membri del team che si dedicheranno a questo obiettivo.Una premessa necessaria Liberi in libera – Una delle specialità dell’alpinismo contemporaneo su roccia, che più affascinano i giovani scalatori, è l’arrampicata libera di alta difficoltà sulle grandi pareti. In sostanza si tratta portare sulle montagne lo stesso livello atletico e tecnico raggiunto nelle palestre (falesie) di bassa quota. In quest’ottica una via non viene considerata conclusa quando si raggiunge la cima o la fine della parete, ma solo quando tutti i passaggi sono stati saliti in completa arrampicata libera, cioè sfruttando per salire solo gli appigli e gli appoggi naturali offerti dalla roccia. Nelle salite di questo genere i chiodi e le altre protezioni piazzate dagli scalatori, vengono utilizzati esclusivamente per assicurare la cordata e non come strumento di progressione. Questo è lo stile che i Ragni tenteranno di mettere in pratica anche sulla Mermoz. L’intenzione, con questa salita, è quella di portare a coronamento il progetto alpinistico avviato nel 2006, con diverse nuove vie sulle Alpi e all’estero, e che è stato significativamente battezzato “Liberi in libera”. Maltempo permettendo… – Certo la Patagonia non è il luogo ideale per questo tipo di scalate. Freddo e maltempo lasciano poche opportunità per riuscire a tornare più volte in parete nelle giuste condizioni e “liberare” tutte le sezioni di una via di alta difficoltà. Questa è una sfida che pochissime cordate sono riuscite a vincere fra queste montagne ma che Simone e Adriano, forti del livello raggiunto sulle Alpi, delle loro esperienze extraeuropee e del supporto logistico e di esperienza di Mario Conti (che li seguirà al campo avanzato e salirà con loro in parete per effettuare le riprese video) cercheranno senz’altro di raccogliere. La strategia Aprire e liberare – Il primo obiettivo sarà naturalmente quello di aprire la via, che potrebbe richiedere più giorni in parete. Anche in questo caso, probabilmente, verranno utilizzate le corde fisse, che potranno servire successivamente per tornare a provare i passaggi non liberati durante l’apertura. Il punto cruciale – Il tratto chiave della via sarà probabilmente la fascia di granito strapiombante e rossastro situata circa a metà parete, dove, guardando con il binocolo, non si riesce ad individuare una linea evidente di salita. La speranza è che la roccia nasconda comunque una qualche successione di appigli e fessure che consentano il superamento di questo tratto. Il team |