Nei giorni scorsi Stefano Carnati, talento della nostra squadra sportiva giovanile, ha ripetuto Acton Direct, la mitica via aperta da Wolfgang Gullich sulle torri del Frankenjura, considerata il primo itinerario di 9a della storia.
A Super Stefano dedichiamo tutta la nostra ammirazione riassunta nello scritto del presidente Fabio Palma.
“Scrissi al prefazione della biografia di Wolfgang Gullich, molti anni fa. Neppure conoscevo Franz, tantomeno suo figlio, un bambinetto che aveva da poco iniziato con la ginnastica artistica e di scalata non ne voleva sapere.
E’ con grande gioia che adesso ne scrivo un’altra, di prefazione. Niente paura, sarò brevissimo: volevo solo dire che noi Ragni che abbiamo preso in mano il Gruppo, da qualche anno abbiamo avuto un vero e proprio regalo, con Stefano detto Teto.
Perché puoi progettare mille cose, avere mille idee e tanto entusiasmo e creatività. Ma il talento, quello non lo puoi pianificare e neppure invocare. O ce n’hai, o ne hai bisogno, dettò Manolo come nome di un suo tiro di arrampicata. Posso dire che il talento di Teto, ovvero Stefano Carnati, è una di quelle cose a cui assistere senza troppe elucubrazioni mentali.
Il talento è genialità, che arriva in tanti modi, e nel caso di Stefano è piovuto sotto forma di una mostruosa coordinazione motoria e predisposizione alla varietà del gesto. Poi ovviamente c’è il sacrificio e l’allenamento, quello che insegnano campioni di altri sport come Bolt o Phelps o LeBron o Mayweather e Pacquaio, ed entrambe le dedizioni sono parte del bagaglio di Stefano, un bagaglio così capiente che nessuno di noi azzarda previsioni sul suo futuro.
Detto fra di noi, potrebbe darsi alla cosidetta ippica, domani, e avrebbe comunque il suo nome inciso a fuoco nella storia dell’arrampicata italiana.
Posso anche dire che Gullich, scalatore che aveva nell’intelligenza e nel ragionamento le sue armi migliori, affiancate ad una forza fuori dal comune (ebbene sì, molto più della gestualità e della coordinazione), ha un ripetitore fuori dal comune, da oggi. E noi Ragni un ulteriore motivo per gioire”.