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9-12-2011 Torre Egger, secondo atto.

TORRE EGGER, SECONDO ATTO

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La parete ovest della Torre Egger, come ricordato più volte, rimane ad oggi ancora inviolata nonostante gli sguardi dei più grandi alpinisti di tutto il Mondo l’abbiano già sfiorata più e più volte. Matteo Bernasconi e Matteo Della Bordella non solo l’hanno sfiorata con gli sguardi, ma sono andati a ficcarci il naso ed il risultato dello scorso anno li ha convinti che quell’inizio avrebbe potuto avere un seguito.

Mercoledì 13 i due Ragni riprenderanno il discorso lasciato in sospeso circa un anno fa alla ricerca della Cima di una delle pareti più mitiche della Patagonia con lo stesso entusiasmo ma qualche certezza e qualche giustificata speranza in più rispetto allo scorso anno, nella speranza che la buona sorte possa aiutarli a realizzare questo grande sogno.

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“Torre Egger – secondo Atto” , di Matteo Della Bordella

 

Dal punto di vista tecnico la più grande novità rispetto all’anno scorso è che ci portiamo il portaledge che vogliamo fissare alla base della parete in modo da evitarci tutte le volte avvicinamento, zoccolo e nevaio. E poi che abbiamo un po’ più tempo a disposizione, nel senso che abbiamo in programma due mesi (ma potrebbe essere di più o di meno, chissà).
Per il resto, posto e obiettivo sono sempre quelli, come dicono i saggi “le montagne sono sempre là, non scappano”, quindi speriamo di ritrovare la Torre Egger anche quest’anno. Oltre alla Torre Egger sarebbe bello ritrovare anche tutto il nostro materiale in parete, ma questa è un’altra storia, diciamo che per sicurezza ci riporteremo comunque tutto il materiale fino al Circo de Los Altares, poi vedremo. L’anno scorso avevo delle idee su come fosse la Patagonia e su cosa aspettarmi, ma erano solo idee visto che non ero mai stato; ora invece so esattamente cosa mi aspetta, penso e spero di essere più preparato sia mentalmente che fisicamente che tecnicamente, poi si vedrà una volta lì se lo sono o no.
Beh, rispetto all’anno scorso spero anche di non fare la fame in truna, anzi diciamo di passarci ben poco tempo in truna…
La mia via ideale: 30 tiri, tutte fessure di mano, inclinazione variabile, dal 6a al 7a e poi 1 tiro con un boulderino su piatti, ben protetto da ottimi friends e poi 15 metri di fessura di dita fino in catena, 8a, poi un po’ di ghiaccio alla fine per il buon Berna…Tutta la via in libera e senza spit ovviamente, 5 giorni di tempo stabile, temperatura 4/7 gradi, sole e zero vento. Sembra facile a dirsi, ma non in Patagonia; è inutile andare là con questa false aspettative, qui alla fine ci andiamo per lottare, per confrontarci con una montagna davvero impegnativa, mi interessa salirli questi 1000 metri di roccia, scalando in libera se possibile, ma prima di tutto salirli!
E comunque andare ancora in questo luogo che è rimasto tale e quale a come madre natura lo ha creato, provare a salire queste pareti, allo stesso modo di come fecero Paolo Crippa e Eliana De Zordo, è già di per sè qualcosa di emozionante. Ecco…vorrei che, a differenza di Paolo ed Eliana la nostra Torre Egger avesse anche un ritorno, non solo l’andata (toccatina… 🙂 )

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