Pubblico questo post nei giorni in cui dalla Patagonia arrivano notizie entusiasmanti dai “nostri” alpinisti di punta. Un’ulteriore pagina di storia di questi anni che ho già pubblicamente definito di Platino, non semplicemente d’oro. Stiamo vivendo l’epoca internazionale più intensa di oltre 70 anni di storia, dall’inizio dell’Epopea Egger in poi.
Ma qui vi parlo di quello che sto facendo io, che mi sta davvero riempiendo la vita così come me la riempiva la Presidenza dei Ragni fino a Marzo dell’anno scorso. Liberato di moltissimi impegni “istituzionali” del gruppo, il 50% del mio tempo, quello lasciato libero dal mio lavoro, è ora totalmente dedicato agli atleti che seguo. Così la pianificazione degli allenamenti a lungo termine è diventata più professionale, ho potuto studiare e approfondire molti aspetti della preparazione fisica che volevo anche sperimentare, e grazie al conuslente che mi ritrovo in casa ho potuto applicare una metodologia a tutti gli atleti che ovviamente sono diversi per età, sesso e costituzione fisica. In realtà, un’ora al giorno è dedicata allo studio.
VALENTINA, foto Claudio Camisasca
Questa premessa un pò arida perchè tecnica non dice tutto, perchè quello che voglio condividere è la felicità nel vedere arrivare certi risultati e il progresso che hanno certi atleti. C’è n’è uno che è un pò il simbolo di tutto questo: si chiama Juri Villa, è al secondo anno Under 14, scala da Settembre 2017 e l’anno scorso partecipò alle gare per doveroso inizio, ovviamente molto grezzo dal punto di vista tecnico.
Juri è uno degli atleti che meglio ha risposto alla metodologia che in casa abbiamo scritto per la mia squadra, tanto che ad un certo punto ho dovuto perfino attenuare la preparazione fisica per, semplicemente, farlo scalare di più: era troppo forte fisicamente per quello che riusciva a fare tecnicamente.
Così tracciare determinati Boulder per lui è stato un lavoro di fantasia, gli mettevo sempre movimenti che gli risultavano indigesti, molte cose dinamiche e disequilibranti, molte gestualità dove la Forza esplosiva non bastava e dove era necessaria una coordinazione compound.
Ma proprio non pensavo che il tutto avrebbe portato prima ad un terzo e poi ad un secondo posto nelle gare regionali di Boulder!!! Un progresso stupefacente, tanto più che la scorsa estate aveva vacillato perchè attratto dal basket…nella foto, si lascia un pò andare con un bel sorriso insieme alla nuova Campionessa Regionale di Boulder U14f, la “peste” Giulia Passini (che solo a guardarla mi viene da sorridere…poco poco controllabile fuori dagli allenamenti, I presume…)
Un’altra bella storia è quella di Samu, Samuele Bonfanti. Per prima cosa vi voglio confessare che Samu mi ricorda…me stesso…
Aspettate, non completamente…nel senso che io non facevo sport agonistico alla sua età, purtroppo. Però in tante altre cose mi sembra di rivedermi. Sempre entusiasta, mai fermo, energia a mille e voglia di strafare.
Samu nel 2017 è stato Campione Italiano Speed, mica paglia, ma ha avuto un 2018 difficile. Io lo sapevo e glielo preannunciai a Settembre 2017, avrebbe sofferto più di altri il salto di categoria perchè sarebbe cresciuto un pò dopo. Si capiva…è stato incrediblmente intelligente a capire, a tenere duro, a subire delle prestazioni a cui non era abituato. Gli diedi delle cosette da fare durante l’Estate, e le fece tutte. E a Settembre, quando lo rividi, ebbi un presentimento positivo…beh, ha vinto la seconda tappa regionale U16m Boulder, e ad Arco, per testarsi fuoricasa, è arrivato terzo nel regionale trentino, mentre in Piemonte secondo. E’ tornato fra i migliori e su Instagram ha commentato, I’M BACK. Qualcuno forse si ricorda che fu la frase conclusiva dei ” Il colore dei Soldi”, sparata con grinta da Paul Newman in faccia a Tom Cruise.
SAMU, foto Edoardo Limonta
Una storia simile appartiene ad Anna, che ha ritrovato il podio, il sorriso, e ora può ripensare ad obiettivi molto importanti, anche alla Nazionale certo. Mesi non facili per lei, un problema fisico, forse anche un pò di perdita di convinzione e di sicurezza (lei che era una tigre fatta e finita). Mi è piaciuto un sacco seguirla nella sua prima gara dopo tanti mesi, standole dietro come un cane da guardia dal punto di vista strategico, anche se probabilmente non ne aveva bisogno. Ma non si sa mai dopo tanti mesi, anzi più di un anno, come reagisci ad una gara, e noi allenatori per loro siamo una presenza fisicamente importante.
ANNA, foto Edoardo Limonta
Stiamo trascorrendo grandi momenti nei due gruppi che alleno, certe volte devo tirare la corda ricordando a loro che sono atleti agonisti, non amatori. che migliorarsi deve essere una priorità fra tutto quello che fanno, e devono averla bene in mente, la lista di priorità. Un atleta agonista non va a letto tardi se il giorno dopo ha una gara o un allenamento, va ad alleanarsi anche o il sabato o la domenica o meglio tutte e due, segue una pianificazione correttamente e fa di tutto per non rimanere indietro rispetto agli allenamenti e a tutto quello che c’è da fare. La mia metodologia presuppone una costanza al 100%. Bisogna anche spiegarlo ai genitori tutto questo, perchè è normale che una famiglia pianifichi una settimana bianca o un week end con gli amici senza chiedere al figlio minorenne agonista se deve allenarsi…e invece no, nel senso che perlomeno il figlio o la figlia deve presentare il calendario e far capire bene che quei giorni lì, se li perde, saranno giorni persi e punto, non recuperabili. Qualunque sportivo agonista sa che le sue vacanze di Natale saranno dedicate agli allenamenti doppi, per esempio. E così via.
BEA, foto Yuri Palma
Tutto questo mi ha fatto tornare un pò ingegnere dal punto di vista dell’analisi e della gestione del tempo e delle risorse ma dentro rimango una persona a cui piace lavorare di fantasia, introducendo sempre nuove cose almeno ogni 4 settimane. Vedo che si divertono e che sono stimolati al nuovo. E può capitare, anzi è capitato, che debba persino “sgridarli”, cosa che per la verità è totalmente incoerente con la mia storia personale, visto che alla loro età ero assolutamente incontrollabile.
FRA LOCA, foto Yuri Palma
Sono arrivati tanti podi, tante belle prestazioni, e ci divertiamo. Ve lo volevo semplicemente dire, sapendo che la strada da percorrere per l’eccellenza è lunghissima e i dettagli da perfezionare sono così tanti da perderci la testa. Se è vero che Campione è un appellativo raro, anzi rarissimo, è anche vero che tutti i 19 che seguo sono molto lontani da quello che possono raggiungere. Non pochi di loro, a mio parere, potrebbero diventare dei Campioni (e qualcuno lo è stato già), e questa sfida al loro miglioramento mi sta coinvolgendo in maniera identica, cone ossessione e compartecipazione, a quello che ho vissuto dal 2005 al 2011 a livello personale come scalatore-alpinista, e dal 201o all’anno scorso come guida dei ragni.
Comunque c’è un’ultima cosa che vi voiglio rivelare: sono assolutamente stupito di come Martina sia capace di insegnare arrampicata a bambini anche sotto i 4 anni, anzi 3 appena compiuti. Io non ne sarei neppure lontanamente capace…così come vedo altri istruttori avere una pazienza da S. Francesco verso gruppi di scatenatissimi bambini dell’asilo. Non so bene il perchè, ma io sotto i dieci anni non riesco ad interagire. E loro non solo interagiscono, ma insegnano. E credetemi, dannatamente bene, non li fanno semplicemente giocare. INSEGNANO. Niente, ri sottolineo: incredibile
Concludendo, è come se tutto dovesse andare in secondo piano, a partire dalla mia libertà personale, che è a loro disposizione. L’ultima foto vede Cami (foto Edoardo Limonta), ma se non avete visto questi due video, dedicateci quei pochi secondi. Su richiesta, in palestra, c’è anche il DVD “E’ solo arrampicata”, il cortometraggio della ASD Ragni sulla squadra. Sono di parte, ma tutti dicono che valga la pena vederlo
https://www.facebook.com/PalestraRagnidiLecco/videos/1902831449771017/
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