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Spreafico, prima ripetizione di Coelophysis in Wenden

26-08-2009
Prima ripetizione di Coelophysis in Wenden
Coelophysis014
Prima ripetizione per Paolo Spreafico e Alessandro Passoni di Coelophysis, 21 tiri, la via aperta da Della Bordella, Palma e Selva in tre anni al Wenden e superata RP da Della Bordella in due gg di Settembre 2008.
Paolo Spreafico, che nel 2008 ha fra l’altro salito anche Alpenliebe ( Lavaredo) e Batman (Wenden ) a vista, racconta la sua avventura.Bella avventura quella di Coelophysis, una delle più belle. Comincia il sabato quando mi dirigo verso il Mahren in compagnia di Franz; di fianco a noi Fabio e Dodo sono su Gimini, siamo in quattro nella stessa macchina, perciò pensiamo di non attardarci molto sulla via e proviamo i primi sette tiri, che sulla carta sono tecnicamente i più difficili, ed esteticamente, aggiungo io, i migliori. Faccio due giri sull’8a+ ma al secondo fa molto caldo e non riesco per poco. Poi torniamo a casa, la domenica sono previsti temporali, tuttavia durante la settimana successiva due tre giorni di alta pressione e tempo stabile sono un’occasione assolutamente da non perdere… Franz lavora, non riesce a liberarsi… mi mordo le dita… poi arriva la telefonata di Ale…

original_photo_1454Alessandro scala molto e forte in falesia, ma è un arrampicatore di “ampie vedute” sempre aperto a nuovi confronti…insomma quello che secondo i miei canoni di giudizio definisco appunto “un vero arrampicatore”…è tanto che abbiamo in programma di fare una via insieme…”Beh Ale…ce ne sarebbe una interessante…se ti va…20 tiri roccia paura e bivacco mooolto probabile…non male no?”…Affare fatto, Ale è assolutamente allettato dall’idea, così dopo un fuoco incrociato di telefonate ed sms si parte per l’ennesima volta verso il Wenden…non è per essere ripetitivi…ma se posso scegliere…scelgo il meglio…

Partenza il mercoledì alle 4 dal parcheggio, zaino pesante e due ore di avvicinamento ravanando e bestemmiando come al solito nei scivolosi prati verticali sottostanti la parete. Tre, quattro gradi, ombra, un filo d’aria e via da freddo sul primo 7c che salgo al primo tentativo grazie ai ricordi del sabato precedente. Purtroppo non va così su quello successivo, quello di 8a+, forse la tensione, forse che sono ancora un po’ freddo e mi scappa un piede in un tratto che mai avrei pensato potesse darmi problemi…imprecazioni di rito e via dritto senza più fermarsi sino in sosta. Non riprovo il tiro perché l’idea mia e di Ale è quella di arrivare comunque in cima e un tentativo in più potrebbe incidere nell’economia della salita. Che prosegue, alternando tratti su roccia bellissima ad altri (pochi) su roccia meno bella ma comunque conditi da una chiodatura decisamente “ridotta” che denota il grandissimo impegno e ingaggio sostenuto in apertura.

Ale, pur non essendo molto abituato a questo tipo di “alpin stuff” dimostra che la classe non è acqua… mantenendo in ogni circostanza calma lucidità e forza. E poi c’è il saccone, che nel nostro caso è uno zaino… un incubo, un vero incubo… ad ogni strattone gli spallacci urtano contro la roccia ed i 15 kg si moltiplicano pesando decisamente sulla progressione, sulla nostra freschezza e soprattutto sugli avambracci. Ma la salita prosegue sino al nono tiro di 7b+ dove purtroppo la stanchezza si fa sentire e sono costretto ad appendermi per la seconda ed ultima volta su tutta la via…un peccato perché mi dicono che il passo difficile l’avevo superato…bel saltone, ma non c’è tempo da perdere…Arriviamo così in cengia alle 20:30, a conti fatti un’ora a tiro…salire in libera ed a vista costa tempo, ma le nostre previsioni erano in realtà un poco più ottimistiche…insomma…la via è un bel bastone…
Ma il bivacco ci ripaga della fatica… luna piena, cous cous con variante passoniana e spuntoni nella schiena…beh…non chiedo niente di meglio…quasi niente…

Ok Ale, domani andremo belli veloci, le difficoltà calano, la linea sembra meno verticale…ci original_photo_1453alziamo con comodo e scaliamo tranquilli… cazzata… i bastoni continuano al ritmo di passaggi esposti, pochi spit e insulti agli apritori ;)… le difficoltà sono minori rispetto alla parte bassa ma sono comunque contento di non essermi mai appeso, soprattutto sul 7b del penultimo tiro, che dopo due giorni di arrampicata, senza segni di magnesite e coi crampi nelle braccia per quel maledetto maiale diventa una lotta…una questione personale…
Arriviamo in cima esausti alle 16:00 e dopo quattro ore siamo nuovamente alla base della parete svuotati fisicamente e psicologicamente…ma la pizza più buona delle Alpi, quella buona di bbbrutto ci da nuova linfa per il viaggio di ritorno che si conclude come ai vecchi tempi alle 4:00…figata…

Adri, Fabio e Matteo, tre amici con una passione smisurata per l’arrampicata, testimoniata da questo gioiello che Alessandro ed io siamo assolutamente orgogliosi ed onorati di avere potuto cogliere.
Grazie!!

 

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