IL DIARIO DI MATTEO DELLA BORDELLA
Proprio ieri abbiamo diffuso l’ultimo comunicato dalla Egger in Patagonia, e proprio adesso (ore 17 del 25 gennaio) arriva una mail di Matteo Della Bordella che ci aggiorna come un diario sulle ultime giornate di scalata e le peripezie affrontate. Naturalmente speriamo tutti che la prossima comunicazione parli solo di vetta e una lunga serie di doppie…..
Domenica 15 gennaio: (compleanno Berna): 12 ore di cammino per rientrare al circo de los altares.
Lunedi 16: avvicinamento alla parete con scala che funziona abbastanza bene, risaliamo i primi tiri con telo della portaledge, cibo e materiale e ci fermiamo a bivaccare in quanto i tiri sopra sono esposti a scariche nel pomeriggio.
Martedi 17: l’idea era quella di aprire ma il tempo diventa brutto. Decidiamo di aspettare e bivaccare nel telo della portaledge (solo telo). Inizia a piovere e nella notte nevicare. La parete diventa ghiacciata e innevata, mercoledi 18 mattina scendiamo bagnati fradici sotto il brutto tempo.
Giovedi 19: il tempo e’ bello, ma la parete molto sporca, facciamo asciugare i vestiti e ci prepariamo per il giorno successivo.
Venerdi 20: partiamo nella notte, l’avvicinamento con scala (utilizzata per superare i crepacci che stanno allargandosi sempre più NDR) va bene, saliamo leggeri solo con sacchi da bivacco per tentare la cima. Arriviamo al punto raggiunto prima, Berna apre un tiro ed esattamente dove era salito crolla un pezzo di tiro e una corda viene completamente tranciata. Proseguo ad aprire due tiri bellissimi, scalando per lo piu in libera e poi bivacchiamo.
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Sabato 21: Berna prosegue, ma ci rendiamo conto che l’uscita logica della via (su roccia) e’ molto pericolosa a causa di macchie di neve e ghiaccio molto grandi che pendono sopra dove la via dovrebbe passare.
Io intravedo un’altra possibile linea diretta nello strapiombo del colle. Dopo un tiro misto libera e artif. parto per il grande tetto di circa 5 metri che supero con arrampicata artificiale. Passato il tetto un diedro a tratti cieco mi aspetta.
Abbiamo un problema con il pianta spit che ci impedisce di piantare spit. Finisco il materiale e allestisco una sosta come meglio posso in fessure cieche sopra il grande strapiombo, la roccia e’ molto dura ed entrano solo chiodi a lama corti. Berna sale e come parto per il tiro successivo il chiodo della sosta (che gia in precedenza avevo caricato) cede, un friend della sosta cede, passo sopra la testa di Berna facendogli perdere la telecamera da casco e sbattere violentemente contro un fittone all’interno del saccone e mi ritrovo tre metri sotto Berna, entrambi rimaniamo appesi ad un unico friend 0.3 camalot. Decidiamo che per quel giorno ne abbiamo abbastanza, sono anche le 8 di sera e passiamo
la notte con uno scomodo bivacco alla base di questo tiro.
Domenica 22: tempo sempre bello, ma senza modo di rinforzare la sosta con spit decidiamo di scendere, vediamo il colle a 20 metri da noi verso sinistra, il nostro ultimo tiro sarebbe stato lungo 40 metri uscendo 20 metri a destra del colle LUX, gia sulla cresta verso la cima della Egger, dove passa la via huber-Snarf. Una volta alla base della via, il caldo e l’allargamento dei crepacci rendono il rientro
dal ghiacciaio impossibile o troppo pericoloso, troviamo un altra strada che tramite uno sperone di roccia ci porta con 200 metri di facile arrampicata sulla via dei Ragni al Cerro Torre. Da qui
scendiamo con qualche doppia e torniamo alla truna. Arriviamo alla truna verso le 6 di sera. Il continuo caldo di questi giorni ha provocato numerose scariche anche in un punti apparentementi sicuri,
infatti proprio quasi alla fine del filo rosso una scarica di ghiaccio e sassi passa a pochi metri da noi.
Lunedi 23: riposo
Martedi 24: rientro a Chalten.
Se le condizioni lo permetteranno e nelle prossime settimane avremo un altra finestra di bello la nostra idea e’ di tornare in parete con un pianta spit funzionante per finire la via. Anche se ora per l’avvicinamento occorre prevedere un giorno di tempo con tratti di arrampicata, passando per la via dei Ragni al Torre.
Nome del tentativo fatto sino ad ora: DIE ANOTHER DAY.