14-06-2006 Pizzo d’Eghen: prima ripetizione di Prigionieri dei Sogni L’11 Giugno Adriano Carnati, Maurizio Ballabio e Paolo Spreafico hanno realizzato la prima ripetizione di Prigionieri dei Sogni, la difficile via aperta e liberata da Adriano Selva nel 2005 sul Pizzo d’Eghen.
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Domenica 11 Giugno i due ragni Adriano Carnati e Paolo Spreafico, insieme a Maurizio Ballabio, hanno effettuato la prima ripetizione della via Prigionieri dei Sogni, aperta, liberata e salita infine in libera in giornata nel 2005 da Adriano Selva sulla parete Ovest-Nord Ovest del Pizzo d’Eghen, nella Grigna Settentrionale
I tre hanno salito da capocordata tre lunghezze a testa, svelando infine il “mistero” di una via che, dalle parole di Adriano, non si riusciva bene a quantificare. Certamente si intuiva fosse difficile e impegnativa, visto il livello di Adriano, e si immaginava un impegno psicologico non trascurabile, ben conoscendo la “testa” di Adriano nelle sue ripetizioni in giro per le Alpi, ma i tre hanno scoperto qualcosa di più… Secondo Paolo, la via è addirittura più impegnativa e “ingaggiosa” di Cleopatra, la più dura via salita finora da Paolo (che ha in “curriculum” anche salite come Akut alle Tre cime, Schatila al Ratikon, Andorra e Jednicka al Wenden), mentre Adriano, che nelle Alpi ha salito vie durissime dalle Dolomiti alla Svizzera al Bianco, la reputa una delle vie più impegnative da lui mai affrontate. Roccia fantastica nei primi cinque tiri, più delicata sopra, e un’arrampicata caratterizzata da continui bloccaggi su buchi di varia dimensione; bloccaggi, da sottolineare, sempre obbligatori, con l’ultimo spit a volte invisibile e volo da evitare. Una via, insomma, anche pericolosa, se affrontata con il livello insufficiente, e che si pone tra le più dure vie di calcare dell’intera catena alpina. Bravissimo Adriano, e bravi i tre ripetitori; Paolo ha inviato al sito un pensiero a caldo di una di quelle giornate memorabili per chi va in montagna al proprio limite. Chi la dura la vince! Noi abbiamo tenuto duro e la vittoria è stata la scoperta di una via di notevole spessore e l’avventura particolare che abbiamo vissuto. Trascorriamo il sabato “al Nibbio”, rivedendo in continuazione i nostri programmi e la domenica mattina dopo diversi cambiamenti di rotta e di compagni di cordata il tridente formato da Franz, Icio e dal sottoscritto è pronto, alle sei in punto, ad addentrarsi nella nostrana “Selva oscura”. Pietro, Eugenio e Lillo sono per noi l’insostituibile Virgilio e dopo tre ore di espiazione dei nostri peccati ci troviamo alla base di un siluro verticale che, otto ore più tardi, ci permetterà di guadagnare la cima del Pizzo d’Eghen… Ore che non passano proprio tranquille, anzi… l’espiazione continua a ritmo sempre più serrato, proprio come l’intensità dell’arrampicata che propone questo gioiello creato da Adriano pochi mesi fa. Ma il pensiero di una discesa a valle completamente incognita non ci permette di rilassarci, senonché il nostro SuperVirgilio, mosso a compassione per noi tre poveri sfigati completa la sua opera misericordiosa guidandoci dall’alto attraverso questo bosco da bestemmia (tanto “Virgi” non si arrabbia….), e proprio quando la luce viene meno gli IRON a palla dalle casse della macchina ci danno la giusta energia per sognare altre cose così… di Paolo Spreafico
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