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07-11-2008 Il prigioniero dell’Eiger, Claudio Corti racconta un'odissea lunga 50 anni

07-11-2008
Il prigioniero dell’Eiger, Claudio Corti racconta un’odissea lunga 50 anni
Il 6 novembre a Lecco è stato presentato alla stampa il libro di Giorgio Spreafico, uscito per la Casa Editrice Stefanoni, che ha per protagonista il Ragno di Olginate Claudio Corti e l’incredibile vicenda che l’ha visto al centro degli sconvolgenti fatti dell’agosto 1957 sulla parete Nord dell’Orco.
corti
Agosto 1957, tre scalatori (il lecchese Stefano Longhi e i tedeschi Günter Nothdurft e Franz Mayer) perdono la vita sulla mitica Nord dell’Eiger, la più insanguinata parete delle Alpi. Un quarto viene salvato dopo un’odissea di nove giorni seguita dai giornali di tutta Europa. E’ Claudio Corti, un Ragno di Lecco, e ad attenderlo c’è un mostruoso castello di accuse che cambierà e condizionerà per sempre la sua vita.Proprio lui ora – con un racconto in prima persona intrecciato a una appassionante ricostruzione dei fatti che attraverso testimonianze inedite esplora vicende sconosciute e scomode – è il protagonista di «Il prigioniero dell’Eiger» (Casa Editrice Stefanoni, 552 pagine, 115 foto, 20 euro) scritto da Giorgio Spreafico. Dal dopoguerra a oggi, il viaggio attorno a un uomo innocente e nell’Italia che lo ha tradito e condannato.

Tre scalatori uccisi dalla più micidiale muraglia delle Alpi, un quarto miracolosamente salvato ma poi stritolato da accuse spaventose. Mezzo secolo dopo, il sopravvissuto rompe il silenzio. La sua testimonianza e un’appassionante inchiesta tra protagonisti ed eventi fin qui sconosciuti cambiano e rendono nuova una grandiosa storia di montagna, svelando anche il crudele effetto-domino che ha travolto ingiustamente una vita. Dal dopoguerra a oggi, il viaggio attorno a un uomo e nell’Italia che ha tradito e condannato un innocente, prigioniero della sua parete e solo oggi finalmente libero.

Claudio Corti è nato nel 1928 a Olginate, il paese a pochi chilometri da Lecco dove vive. Membro del celebre gruppo dei “Ragni” della Grignetta, è stato uno dei migliori scalatori lecchesi della sua generazione. Oltre che sulle montagne di casa, in una carriera verticale durata trent’anni si è mosso su tutto l’arco alpino e ha aperto molte vie, alcune delle quali ancora oggi con pochissime ripetizioni. E’ Accademico del Cai e nel 1974 ha fatto parte della squadra che ha vinto la parete Ovest del Cerro Torre, considerata la montagna più bella e difficile del mondo.

Giorgio Spreafico vive a Lecco, la città dove è nato nel 1954, una delle storiche capitali italiane e mondiali della montagna. E’ approdato giovanissimo al giornalismo e dalla metà degli anni settanta si occupa di attualità alpinistica su “La Provincia”, il quotidiano di cui è caporedattore centrale e che ha edizioni a Como, Lecco, Sondrio e Varese. Più volte premiato a livello nazionale per questa sua attività, è autore anche di Orme su vette lontane (La Provincia Editoriale, 2002), una storia dell’alpinismo lecchese nel mondo, e di Enigma Cerro Torre (Cda & Vivalda, 2006) dedicato al giallo della prima ascensione della cima simbolo della Patagonia.

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