Gli alpinisti hanno raggiunto ieri (4 febbraio) il Riso Patron trovando una situazione quantomeno sconcertante. L’ambiente in cui si sono trovati è apparso completamente diverso da quanto avevano visto nelle immagini durante la preparazione della traversata. Già l’approccio aveva indicato quanto molto fosse cambiato lo Hielo: il punto di attacco molto basso rispetto al Paso Viento, la radice del ghiacciaio Viedma priva di neve e quindi trasformata in un labirinto di crepacci impossibile da attraversare con le slitte, ma mai avrebbero immaginato di veder stravolgere un’intera montagna.Il versante salito da Ferrari, Lombardini e Spreafico nel 1988 non esiste più. Al posto del grande pendio ghiacciato si trova una seraccata invalicabile così come l’intero nucleo roccioso della montagna si è trasformata in un isola decadente al centro di un groviglio di seracchi e crepacci. Pare quasi un braccio di mare congelato in un momento di burrasca; impossibile avvicinarsi alle pareti. Dopo un tour intorno alla montagna in cerca di qualcosa di scalabile, restavano due possibilità. Il rientro senza neanche il compimento della traversata completa, o la discesa verso il Fiordo Falcon con i rischi del caso. Dopo una fitta serie di comunicazioni telefoniche con il presidente del gruppo i tre alpinisti hanno comunicato l’intenzione di dirigersi verso il Fiordo Falcon abbandonando parte del carico e del cibo e proseguendo solo con gli zaini.
Oggi i ragazzi hanno comunicato delle coordinate approssimative (sono senza GPS e Bussole funzionanti e quindi possono muoversi solo con riferimenti visuali) dove potrebbero dirigersi sulla costa. Nel frattempo da Lecco si stanno coordinando i diversi trasferimenti e le comunicazioni. Risulta infatti impossibile al momento una comunicazione diretta tra Mario Conti, in viaggio verso Puerto Eden dove lo attende un peschereccio, e Daniele, Giovanni ed Hervè impegnati sul ghiacciaio e con un autonomia di cibi di pochi giorni.
La rete di amicizie del gruppo si è messa all’opera e così le indicazioni sommari ricevute dai ragazzi, che al momento osservano il gigantesco Fiordo Falcon dall’alto da una distanza di circa due giorni di cammino, sono state interpretate da Carlos Comesana, apritore della Supercanaleta al Fitz Roy, maglione rosso dal 2004 e profondo conoscitore di quelle zone e di quei mari (Carlos è stato anche un velista di fama internazionale). Con il suo aiuto sono stati individuate tre possibili zone costiere di accampamento ed è stata inviata una rotta di navigazione per il peschereccio il più possibile protetta dai pericolosi tempanos.
Questi blocchi di ghiaccio che si staccano dai ghiacciai sono ancor più pericolosi degli iceberg in quanto la bassa salinità delle acque chiuse dei fiordi li fa viaggiare praticamente a filo d’acqua, rendendo la navigazione estremamente rischiosa. I ragazzi hanno individuato parecchi tempanos già dal loro punto d’osservazione e cercheranno di spostarsi il più possibile all’esterno del Fiordo, impresa non facile vista la vegetazione intricata, i fiumi ed i ghiacciai che in quella zona si gettano direttamente nel mare. Mario Conti Raggiungerà Puerto Eden nella giornata di sabato e tempo permettendo, si imbracherà immediatamente con Manuel Maldonado alla volta del Fiordo Falcon, ci vorrà mezza giornata di navigazione per affacciarsi alle coste orientali del Falcon dove contemporaneamente dovrebbero giungere i ragazzi.
Alberto Pirovano – Ragni di Lecco.
Nella foto: un’immagine della costa con indicato il possibile punto di imbarco. |