Tornato dalla spedizione in Patagonia mi dedico all’allenamento per recuperare la forza persa durante un mese a El Chalten. Decido di scalare per lo più in falesia con l’obbiettivo per l’estate di salire qualche via sportiva difficile in Ratikon. In un attimo arriva il mese di maggio e comincio ad interessarmi alla via “If” aperta da Matteo Della Bordella e Eugenio Pesci al Sasso Cavallo: 8 tiri di corda, 8a max e 7b+ obbligato. Penso sia un po’ difficile per me così cerco un socio bello allenato e con un buon livello. Ma perché non chiedere al mio amico Andrea Ratti? È uno a cui le vie facili non piacciono ma qui stiamo parlando di una di livello, infatti subito accoglie il mio invito. Così l’ultimo sabato di maggio partiamo dal Cainallo verso il Sasso Cavallo. L’idea non è quella di salire tutta la via ma quella di provare i primi tiri difficili per capire se è possibile pensare a una salita in libera integrale. Dopo lo zoccolo di avvicinamento in comune con la Oppio siamo sotto al primo tiro, un 8a con un obbligato di 7b+. Parto io e, fermandomi ad ogni spit per studiare il tiro, riesco ad arrivare sotto la sequenza più impegnativa. Qui mi servono 4 tentativi, seguiti da un bel volo, per riuscire ad arrivare alla protezione successiva. Poi velocemente raggiungo la catena e mi faccio calare in sosta per dare il cambio all’Andre. Lui sale flash fino alla sequenza impegnativa, la studia per bene e poi raggiunta la catena si fa calare per un tentativo. Salgo ancora il tiro per studiare le sequenze e segno qualche piede per il socio che riesce a chiudere questo 8a al secondo giro! Io tento ancora una volta ma capisco che ho bisogno di più tentativi per salirlo in libera. Arrivati in catena parto per il secondo tiro che mi dà filo da torcere nei primi movimenti per poi arrivare fino in sosta abbastanza tranquillo. Mi raggiunge il Ratti ma parlando decidiamo di scendere perché siamo già belli cotti promettendoci di ritornare per andare in cima.
Riflettendo poi capisco la difficoltà sia fisica sia mentale di salire una via di quel livello tutta in libera e mi sento un po’ demotivato. Così, due settimane dopo, nel bel mezzo di una influenza con il mio compagno di Accademy dei Ragni Marco Maggioni salgo Lavorare con Lentezza. Una via stupenda che si sviluppa sul lato destro del Precipizio degli Asteroidi in Val di Mello. Sale quasi tutta su delle fessure completamente da proteggere con friends e dadi.
Dopo questa salita il mio pensiero ritorna alle vie dure sportive e così, dopo un uscita a Cadarese in cui mi porto a casa qualche bella salita a vista di fessure fino al 6c e di Edera flash 7a+ e la salita di Piedi di Piombo sempre in Val di Mello, finalmente arriva il weekend giusto per andare in Ratikon! Il posto che preferisco per lo stile di arrampicata e per la qualitá della roccia. L’obbiettivo è quello di provare a salire Velocità limitata sul Sulzfluh: una via di 6 tiri aperta da Soldarini e Spreafico anche questa fino all’8a con un obbligatorio di 7b+. Nel mio cervello penso che sia più facile salire questa che quella al Cavallo visto che conta un paio di tiri in meno.
Così con il mio socio di Margno Andrea De Vignani ci avviamo verso l’attacco della via. I primi due tiri di 6a e 6c li saliamo veloci ma poi nel terzo tiro di 7a+ trovo un bel passaggino un po’ lontano dallo spit che mi fa sudare freddo. Qui siamo già a metà via e parte sopra di noi un muro compatto nero su cui sale il tiro di 8a. Purtroppo il cielo cambia faccia e comincia a piovere e con un po’ di tristezza torniamo alla macchina. Il giorno seguente saliamo Desù, una via godibile fino al 6c.
Dopo questa uscita mi devo concentrare su qualcosa di diverso dalle solite tacche svase, a settembre mi sposerò con la Robi così il mese di luglio lo passo principalmente in falesia a stampare qualche bel tiro. Positiva l’uscita allo Zoia in cui mi porto a casa “Free than you bastard” un bel 7b+ a vista, “Hallo Daddy” e “Pumpin” due 7c+ uno al secondo giro e uno flash. Poi arriva agosto e il primo sabato del mese io e il Ratti decidiamo di tentare in Ratikon anche se il meteo non promette un gran bene. Brutta idea perché la mattina non usciamo neanche dal furgone, piove a dirotto. Per salvare il salvabile ci dirigiamo verso la falesia di Lagalb dove mi porto a casa “Putzfraueninsel” un bel 7c+ al secondo giro.
Il meteo di inizio agosto nel weekend è sempre stato un po’ instabile così accolgo l’idea del Ratti di farci un giro a Ceuse. In fretta e furia partiamo col furgone con destinazione Francia! Quattro giorni a Ceuse e uno a Briancon riescono a calmare un po’ la nostra voglia di strizzare. Così mi porto a casa una bella salita a vista di Galaxy 7b+ e una bella serie di tiri tra il 7a e il 7b+ o flash o a vista. Divertimento puro!
Poi ho ancora un weekend libero per combinare qualcosa e arriva il momento giusto per ritentare la via in Ratikon. Marco mi da l’ok così ritorno alla base del Sulzflu. I primi 3 tiri conoscendoli li saliamo veloci, bravo Marco che sale a vista il secondo tiro di 6c! Ed eccoci alla base dell’8a. La prima parte la salgo a vista finché non arrivo ad una sequenza dove scopro che la storia cambia. Eccolo qui il passo di 7b+ obbligato. Faccio vari tentativi ma tutti si concludono in un volo bello lungo. Sono demotivato e comincio a pensare che queste vie sono troppo dure per me così dico a Marco di calarmi. Lui mi risponde di provare a fare l’ultimo tentativo, mi concentro un ultima volta sui movimenti e stringendo i denti riesco ad arrivare allo spit. Da qui raggiungo velocemente la catena ma quando ci arrivo sono distrutto, il cervello non ragiona più e le braccia fanno male.
Mi aspettano ancora due tiri. Parto sul primo, un 7a molto tecnico che mi mette un po’ in crisi sulla parte iniziale ma che riesco a superare abbastanza in fretta. Ed eccoci sotto all’ultimo tiro, un 7b+ che sembra infinito. Parto già un po’ in panico perché subito trovo un bel boulderino che con le braccia che mi ritrovo faccio molta fatica a superare, infatti passati questi movimenti mi appendo allo spit perché le dita si aprono. Poi l’arrampicata si fa’ più fluida finché non raggiungo l’ultimo spit. Da qui la catena non si vede ancora e non vedo più possibilitá di proteggermi. Comincio a salire utilizzando qualche presa ancora buona ma quando queste finiscono mi ritrovo senza nulla in mano e con lo spit qualche metro sotto ai piedi (difficile distanza da stimare in quanto non si vedeva proprio lo spit). Qui comincia a salire la tensione perché non riesco ne a salire ne a scendere, le mani si aprono e una caduta mi preoccupa. Dopo un respiro profondo e qualche movimento delicato riesco a tagliare tutto a sinistra dove trovo un canalino che sale più appoggiato e con grande soddisfazione e un po’ impaurito raggiungo la fine della via. La discesa è veloce e in 2 ore siamo alla macchina. Questa è la mia estate, un po’ impegnata dal lavoro e dal matrimonio in arrivo ma che ha saputo regalarmi qualche bel brivido lungo la schiena.