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Alla ricerca di nuovi boulder per il Melloblocco 2016 (Ph Luca Schiera)

Primi mesi 2016. Finita la stagione 2015, con la bella spedizione in Messico e chiuso uno dei miei anni verticali migliori, non c’era niente di meglio che cominciare l’anno nuovo con un bell’infortunio, una bella ernia cervicale: C5C6. Il C6 stava proprio per ci sei proprio…

Devo ammettere che questo infortunio non è stato dei più leggeri, dopo la perdita di forza soprattutto nel braccio sinistro e del dorsale, il rimedio era un filo invasivo, così per metà gennaio e febbraio, mi sono sparato una cura al cortisone che oltre alle varie controindicazioni causa anche un aumento di peso: il terrore di qualsiasi scalatore che lotta contro la gravità!

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In arrampicata alle Capre al Sole (Ph luca Schiera)

Quindi non potendo scalare e men che meno allenarmi, mi è venuta l’idea con Luca e Colico di richiodare le Capre al Sole, falesia molto carina in zona Canzo, ma dimenticata. Lo so che chiodare non si può dire riposare, anzi a volte è più dura che scalare, ma non mi sentivo di passare un mese mangiando e aspettando. Così ho alternato qualche giornata di lavoro fisico e di buoni tramonti a giornate più tranquille.

Sono stato contento di sistemare e aggiungere qualche via a questa falesia, me lo ero promesso otto anni fa, ero andato a scalare, un pomeriggio, e l’avevo trovata in cattive condizioni, mi era spiaciuto perché ero affezionato a questa roccia, li avevo salito il mio primo 8b da ragazzo. Quindi mi ero promesso, se avessi avanzato un po’ di tempo, che l’avrei sistemata io. Così io, Luca e Matteo abbiamo fatto.

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Sui grandi strapiombi di “Fuori di Zucca”

Finito febbraio, il corpo comincia a riprendersi, libero qualche via alla falesia delle Capre e ripeto a Gajum Silkworth 8b+, anche se la strada è lunga prima del ritorno in forma, nella prima settimana di marzo la voglia di scalare ed esplorare riprende, così decido di andare dieci giorni in Grecia con Luca e Dimitri, lì apriamo una via dal basso di sette tiri in un’enorme grotta dal nome Fuori di Zucca (dovuta alla nostra alimentazione) fino al 7c+/8a.

Al ritorno riprendo con brevi allenamenti e la preparazione del Melloblocco, in questo periodo riesco a salire molti blocchi nuovi fino all’8a come La Faina, a Visido. Poi chiudo i conti con due progetti che avevo lasciato in sospeso: Coast to Coast alle Capre 8b/+ e libero un link al Grifone, Eterno riposo 8c.

Questa via, mi permetto di dirlo, è una delle più belle della zona e, come 8c, forse il più bello di Lecco. Prende la prima parte di Riti Tribali, la più bella, dai rovesci si attraversa per due spit (cordino) sul 7b+, per poi traversare ancora a destra arrivando alla prima sosta di Un dono d’ali, fino alla catena superiore. Si ottengono 45m di via con un diagonale perfetto con passaggi e riposi, un eterno riposo.

Aprile passa con la preparazione del Melloblocco e con la soddisfazione di avere creato linee magnifiche e avuto la conferma dei complimenti degli atleti come Vehroven, Gullsten e Ghisolfi ecc., che sono rimasti colpiti da questi passaggi. Ognuno aveva il suo preferito, segno che la qualità di tutti i problemi era alta.

Io sono  stato felice di essere riuscito fare la prima salita di due passaggi al mio limite. Seta 8a/b e soprattutto Ginseng 8b, due blocchi fantastici, severi, due linee massimali per me che mi sono costati alcune giornate di duri tentativi. Ginseng non è stato ancora ripetuto ma spero che presto qualche ragazzo apprezzi questa linea.

Proprio prima del Mello mi metto a scalare con la corda in previsione dei progetti alpini e spedizioni, la continuità è importante per questo gioco, vado a girare qualche falesia come Valbrona Nuova, dove trovo qualche amico che da un po’ non vedo, come Marco e Alberto, ripeto qualche 8 tra cui il linkone di 8b+.

vista della parete K52a

La parete di Kalymnos dove salgono le multipitch salite dai Ragni nel 2004

Subito dopo il Melloblocco voglio finire la preparazione per le pareti, e parto con Mirko e un gruppo di amici per Kalymnos, penso all’ultima volta stato su quell’isola nel 2004 con Gio, Marco e Fabio ad aprire vie lunghe. C’era molto ancora da esplorare e chiodare, ora trovo un’isola completamente cambiata, che si approccia agli scalatori molto bene: tanti bar, locali per mangiare e dormire a qualsiasi prezzo (dovrebbero imparare i nostri comuni come si lavora con il mondo verticale).

Anche se il clima non ci aiuta (un vento caldo e umido soffia quasi tutti i giorni) la buona compagnia e la bellezza delle vie compensa questo problema e scalo su grandi vie a canne di resistenza (uno stile che mi piace tantissimo) fino all’8b in ottimi settori. Un consiglio, uno dei settori che più mi è piaciuto per isolamento e qualità dei tiri si chiama E.T. anomalo per il posto, vista mozzafiato.

Siamo a fine di maggio, lo zaino è pronto per le big wall, il corpo anche e l’estate è alle porte: speriamo di avere suerte!

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