1989 – E’ l’anno dei miei primi rocamboleschi tiri verticali con Marco Vago. Nello stesso anno un rosso capellone dal nome Beat Kammerlander lottava su un tetto perfetto di 8a+ sospeso tra cielo e roccia in Ratikon. Era la nuova generazione che portava definitivamente il grado in falesia sulle grandi pareti e la via in questione non si poteva chiamare in altro modo che New Age!
2014 – Zoppico ancora un po’ dopo l’operazione. Il chirurgo che mi sta facendo la visita di controllo mi dice: “Le cartilagini non sono il massimo” e mi consiglia un trattamento che inizierò nelle prossime settimane.
Ma domani… domani finalmente è bello dopo tutta l’estate piovosa. Cosa fare? Dopo il diagonale d’attacco fatto di roccia e erba sul primo tiro ho capito subito che non si scherzava e ora su il secondo di 7c capisco che sbagliare non conviene molto!
Penso al chirurgo del giorno prima, guardo lo spit sotto di me, poi c’è stefano in sosta, ripenso al ginocchio… ormai la decisione è presa, non posso fermarmi, vado!
Meno male che le mani non mi tradiscono e arrivo pulito in sosta. Tito corto ma con chiodatura essenziale direi. Ora sono sotto il tetto, quello che Beat superò 25 anni fa, primo tentativo a vista sono respinto. La sequenza è veramente boulderosa, la studio e il secondo fila (dico fila ma ho dovuto stringere “di brutto”).
Il tiro successivo ero proprio curioso di affrontarlo. Quel quarto tiro l’avevo visto da Schatila nel ’97 quando l’avevo fatta con Alberto e me lo ricordavo impressionante anche se è solo 7a+, da lato si vedeva una sosta e il primo spit altissimo sopra di essa mentre la via che stavamo ripetendo sulla stessa difficoltà aveva il triplo degli spit. Questa cosa mi colpì moltissimo!
Parto deciso, supero quel ricordo (che è la paura più dura) e aggancio il primo spit, il resto della via, più alpinistico che sportivo, lo supero a vista e arrivo in cima (anche se una vera cima non è come sulle pareti delle nuove generazioni) allo Schweizereck.
Scendo dal sentiero con le mie racchette che mi aiutano. Ho salito New Age in libera e in giornata, la mia prima via di Bit Kammerlander, una via che ha 25 anni e io scalo dagli stessi anni, una via che ha segnato un’evoluzione al Ratikon e non solo, una via ancora giovane… quindi mi sento anche io giovane…
Metto un piede su un sasso che si gira, mi torco una fitta al ginocchio arriva. Mi fermo con il viso verso la parete e quel tetto mi guarda. Un attimo e mi passa il dolore. Ok, tutto a posto, niente di grave!
Il chirurgo: “Mi raccomando Signor Pedeferri, la conosco, non lo sforzi più di tanto!”.
Risposta: “Non si preoccupi, riposo e ascolto solo musica New Age!”