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1992 – Sono un ragazzo su di una placca a gocce perfetta. Sotto di me c’è la città di Lecco. La via che stò salendo è Messico e nuvole sul Medale. Il nome di questa via mi ha sempre affascinato come la canzone da cui proviene!

In Messico devo andarci un giorno… a scalare… a scalare… a scalare… era un’idea che a volte compariva…

2014 – Sono appena tornato in sosta su questo favoloso tiro, sospeso in una parete perfetta alta 250 m, un’onda di calcare grigio gialla, tempestata da canne. Nel giro precedente il calore della roccia era troppo fastidioso e anche se il sole era scomparso da due ore le prese erano ancora sfuggenti e mi avevano respinto sul secondo passo chiave. Era tutta la giornata che scalavo e le forze erano svanite da un bel pezzo. Se non mi fossi trovato su di una parete in Messico che probabilmente non avrei più visto e sapevo che non avrei più raggiunto questa sosta, solo per questi motivi la mia testa spingeva per un ultimo tentativo.

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Daltronde un tiro così perfetto era da tempo che lo cercavo per il mondo e, tornato in sosta Pala è d’accordo, aspetto il più possibile per recuperare le energie anche se il sole è già al tramonto. Quando ormai la luce è al limite della scalata parto, ora l’aderenza è completamente diversa e i primi venti metri di canne filano veloci e sicuri, poi i due boulder e di colpo mi trovo sulla canna finale completamente al buio senza frontale. Seguo l’istinto e un po di segni di magnesite che avevo lasciato. Sotto, in sosta, Pala mi incita appeso nel buio della parete. La canna s’interrompe, supero un piccolo tetto, un ultimo movimento fisico, lancio ad un buco e arrivo in sosta. Tutto mi sembra incredibile, forse sapevo fin da ragazzo che qualcosa di unico mi sarebbe capitato in Messico, per questo li ci dovevo andare!

Ora posso calarmi nel buio per tornare dai miei amici. Il viaggio in questo paese è stato perfetto in tutti i modi, umano e arrampicatori. Eravamo in quattro: Pala e Mattia li conoscevo e avevamo avuto già vissuto spedizioni insieme mentre Alex è stato una fantastica sorpresa, non potrò mai dimenticare la sua faccia e la sua felicità in cima al Sentiero luminoso prima di accendere la frontale per le doppie (probabilmente una via del genere non l’aveva mai fatta dalle sue parti). Per me è stata una grossa soddisfazione salirla con lui.

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Avevamo 17 giorni, due di viaggio e tredici di scalata (ne abbiamo scalato 12 su 13) e due di ritorno. Abbiamo visitato due zone vicino a Monterrey: Potrero Chico e El Salto. Fortunatamente la preparazione che avevo fatto su God save the Queen mi è tornata utile regalandomi uno dei viaggi verticali con un gran numero di vie di qualità, tredici vie dall’ 8a all’8b/+ molte a vista, quattro vie lunghe di cui la salita a vista di Time for Livin’ (200 m fino al 5.13) una delle vie su canne più belle che abbia mai fatto e la scoperta di un paese meraviglioso e non è tutto ma questo non posso svelarlo… perché penso proprio che in Messico ci tornerò per aprire e mangiare Tacos con i miei amici.

Come tutti i miei viaggi c’è stata una colonna sonora da ricordare portata questa volta da Mattia, andatevi ad ascoltare la versione di Jonny Cash di One e Personal Jesus.