La parete del Ponte del Baffo è quella che si vede sulla sinistra, salendo in val Masino all’altezza dell’omonimo ponte. È un muro di gneiss liscio e perfettamente verticale alto poco meno di cento metri, attraversato da diverse fessure sottili.
Dopo averlo visto un’infinità di volte, un giorno di dicembre del 2012 andai a guardarlo da vicino con Francesco Fusi al ritorno da una salita invernale, probabilmente fallita ma non ricordo bene.
Qualcuno aveva già messo le mani su alcune linee, mentre in mezzo non c’era ancora nulla.
Sembrava molto interessante per spingere l’apertura dal basso in libera, il problema fu che quella volta riuscimmo a salire solo per pochi metri e quindi tornammo a casa a mani vuote.
Qualche stagione più tardi tornai con Matteo Colico per salire un paio di monotiri in fessura e notai una linea molto interessante da salire in artificiale. Fabio Elli iniziò il delicato primo tiro della via e, in tre uscite, il giorno di un mio compleanno completammo “Tanti Auguri”: tre tiri abbastanza severi, in buona parte su heads e cliff fino al A3.
L’anno scorso (2021), con Paolo Marazzi, Simone Pedeferri, Max Piazza e Marco Zanchetta, siamo tornati sulla parete del Baffo ma cambiando stile: calandoci dall’alto abbiamo ripulito due linee parallele (fra cui quella tentata otto anni prima). Seppur brevi sono entrambe molto belle, seguono delle fessure di dita perfette e c’è anche uno spigolo tecnico bellissimo.
Qualcuno mi ha detto di avere visto una lince in questi boschi, noi non l’abbiamo mai vista ma forse siamo sempre stati troppo distratti, però abbiamo voluto dedicarle una delle vie…