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Dunque, eravamo rimasti alla chiodatura della nuova via “Manettoni”, al Buco del Piombo…

L ‘unico momento thriller è stata la mega discussione su dove fare attaccare la via.

Per due giorni io e Luca abbiamo litigato su dove far attaccare il primo tiro!

Colico che era neutro come la Svizzera. Si è tenuto a distanza di  sicurezza, guardandoci in silenzio, alquanto perplesso.

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A pensarci dopo qualche mese, questa discussione è stata stupida, perché entrambe le soluzioni facevano schifo. Ma in quel momento era una questione di Russia contro USA!

Io volevo passare a sinistra e attraversare. Luca voleva attaccare dritto. Io non volevo retrocedere, volendo far valere la mia esperienza. Lui, con l’arroganza del giovane, voleva aver ragione.

Alla fine si è risolta avallando l’attacco diretto di Luca, con qualche riserva sulla qualità della roccia. Luca ha dovuto dimostrare che la scelta era giusta, quindi ha dato tutto per una giornata: devo ammettere che non ho mai viso cadere cosi tanti sassi per cercare di rendere un tiro brutto  il più bello possibile! La base si è alzata di un metro dai detriti… ho apprezzato il gesto!

Il 15 novembre io e Luca  siamo alla base. Fa un freddo cane, ma noi vogliamo provare la via. Ci accorgiamo che è in parte bagnata, ma noi vogliamo provare. Duri, con la classica giornata dell’alpinismo storico… Quindi uno pensa: c’è la faranno a liberarla come al solito… E invece prendiamo un calcio nel culo!

La via nel primo e secondo tiro  è tranquilla, ma il terzo è incazzato, ed era quello che continuavo a guardare dalla Divina. Ha tre sezioni boulderose, davvero toste.

Lo proviamo, lo riproviamo… cazzo che freddo! Ma lo riprovo che non si sa mai… E invece: blocca! E così via… un po’ di calci per ciascuno, democraticamente ripartiti!

E’ nel provare questo tiro che capisco che in me c’è qualcosa di strano: il braccio sinistro non ha forza come prima. L’avevo notato anche nei giorni precedenti, ma cercavo di fare finta di niente, capisco che l’ernia si è rinfiammata… Luca quel giorno va molto bene, anche se non riesce a liberare Manettoni.

L’ultimo tiro lo faccio nella penombra, con le luci della città e un freddo boia, non sento più piedi e mani. Mentre recupero Luca mi gusto quel momento perché so che dovrò stare fermo per un po’.

Non abbiamo liberato la via, ma abbiamo aperto un bell’itinerario sull’altra faccia del Buco e fatto un buon tentativo trovando tutti movimenti.

Ora fa troppo freddo per provarla e dovremo aspettare la primavera. E’ bello anche quando qualcosa non ti riesce e bisogna attendere il momento giusto, fa parte della scalata.

PS: attenzione ripetitori: I primi 20 metri della via roccia delicata , il resto ottima! ahahah!!!

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