Che strano, non sono per niente tecnologico, anzi, odio la tecnologia e soprattutto facebook, video, foto tutto in diretta… non fanno per me. Probabilmente amo un’espressione più romantica e artistica.
Per caso a gennaio ho visto un video di due miei amici che avevano scalato un mio vecchio traverso di 8a su un sasso di nome Camarillo. Mi ha fatto molto piacere e mi è tornato in mente quel sasso al quale erano anni che non pensavo e non ci passavo da tempo.
Pochi giorni dopo gironzolavo fra i sassi preparando qualche linea per il Melloblocco e mi è tornato in mente quel sasso.
Vado a vederlo. Era cambiato poco da quindici anni prima, lo osservo, guardo le sue prese (noi scalatori amiamo gli appigli, ci vengono in mente un sacco di ricordi: sui metodi di tenerli, sui movimenti fatti, ecc).
Guardo bene e vedo altri appigli appena segnati, più a sinistra del traverso che avevo salito. Mi informo e scopro che qualcuno ha provato a passare con poche possibilità. Subito mi viene voglia di provarlo e approfitto di qualche buona giornata di aderenza invernale.
Lo provo e dopo poco riesco a salirlo, lo collego con il mio vecchio passaggio e ne esce una traversata di 8b molto estetica dal nome Io stò con gli ippopotami, dedicato al film di Terence Hill e Bud Spencer che da bambino mi aveva fatto molto ridere.
Per ironia penso che se non avessi visto quel video non sarei mai tornato su quel sasso che pensavo fosse già completamente pieno di linee… devo ammettere, ahimè, che mi sbagliavo e la tecnologia, in questo caso, ha vinto!

Il nuovo settore di blocchi scoperto e valorizzato nel corso dell’inverno passato da Simone Pedeferri & C.